salvini di maio

FATE ENTRARE I CLOWN! – SALLUSTI: “MAMMA MIA IN CHE MANI RISCHIAMO DI FINIRE. UNA COMICA, QUESTO È L'UNICO MODO DI DEFINIRE LA TRATTATIVA TRA DI MAIO E SALVINI PER PROVARE A FORMARE UN GOVERNO - TRAVAGLIO: "TUTTI SI INDIGNANO, EPPURE NESSUNO SI È SCANDALIZZATO SE LA MERKEL, DOPO LE URNE, PER TRATTARE CON GLI UNI E CON GLI ALTRI E POI PER SCRIVERE IL CONTRATTO DI GOVERNO, SONO TRASCORSI SEI MESI’’

1. DILETTANTI ALLO SBARAGLIO

Alessandro Sallusti per il Giornale

 

SALLUSTI TRAVAGLIO

Mamma mia in che mani rischiamo di finire. Una comica, questo è l' unico modo di definire la trattativa tra Di Maio e Salvini per provare a formare un governo.

 

Ore di inutili riunioni su un finto programma, roboanti dichiarazioni alla stampa sul fatto che «qui si fa la storia», caccia disperata a un candidato premier che data la situazione non può esistere se non di quarta fila. E infine, ieri, il presidente Mattarella che svela il bluff e rimanda tutti a casa, rischiando lui stesso di rimanere travolto dalle risate degli italiani.

 

SALVINI DI MAIO

Perché tra Di Maio e Salvini non c' è accordo su nulla, e se per disperazione alla fine di questo calvario pur di governare dovessero fingere di averlo trovato, ne vedremo delle belle.

Immaginiamo la faccia di Mattarella quando ieri Di Maio gli ha detto che, prima che a lui, il contenuto di un eventuale accordo sarà sottoposto al voto online sulla piattaforma del Movimento Cinque Stelle.

 

Come dire: tu non conti nulla, il nostro Quirinale è la Casaleggio & associati, una società privata che gestisce in maniera molto discussa e poco trasparente la vita pubblica e privata dei grillini. Pensavamo di essere in una Repubblica parlamentare, non in una Spa, perché un conto è «rinnovare i riti della politica», altro è elevare lo statuto della Casaleggio a Costituzione.

 

SALVINI DI MAIO E LA TRATTATIVA LEGA M5S

A questo punto bisogna tornare alla domanda che già ci siamo fatti in questi giorni. Ma Matteo Salvini e la Lega che ci azzeccano, per dirla alla Di Pietro, con queste pagliacciate? Perché si ostinano a trascinare i loro elettori nella palude grillina, inseguendo Di Maio sul terreno della democrazia (finta) basata sui gazebo (sabato anche la Lega farà un referendum farsa) invece che sulle responsabilità che gli eletti, e soprattutto i leader, sono chiamati a prendersi?

SALVINI DI MAIO PROVA COSTUME

 

Più passano le ore, più si entra nel non senso, più una risposta inquietante si fa strada nei pettegolezzi politici. E se Matteo Salvini avesse già deciso che il suo orizzonte non è più, e mai più sarà, il centrodestra, ma una qualche alleanza con il partito di Grillo per spartirsi per lungo tempo potere e poltrone più che per governare? Mi auguro di no, per quanto lo conosco lo escludo, ma proprio per questo si attendono segnali chiari.

 

2. IL BALLO DEI DEBUTTANTI

Marco Travaglio per il Fatto Quotidiano - ESTRATTO

 

salvini di maio

Scrivere del governo Salvimaio che pare stia per nascere è come camminare sulle uova. Perché né Di Maio né Salvini hanno alcuna esperienza di governo, dunque siamo al ballo dei debuttanti. E perché tutto ciò che sta avvenendo è senza precedenti. Mai le elezioni avevano partorito due vincitori parziali e opposti, come i 5Stelle e la coalizione di centrodestra. Mai due partiti dichiaratamente anti-sistema avevano formato una maggioranza di governo contro quelle che, in alternanza o in unione fra loro, hanno monopolizzato l' intera Seconda Repubblica.

 

MERKEL TRA I SOLDATI

Mai due forze politiche così distanti ed eterogenee avevano provato a mettersi insieme in base a un contratto di governo (detto infatti "alla tedesca" perché l' abbiamo importato dagli ultimi due governi di coalizione in Germania fra la Merkel e i socialdemocratici). Mai il programma di governo era stato condizionato all' approvazione degli iscritti ai due partiti contraenti.

 

Mai una coalizione aveva "prestato" il suo primo partito al governo, lasciando consensualmente gli altri due all' opposizione. E mai un governo nascente aveva raccolto l' unanime ostilità di tutti i poteri: europei e italiani, politici ed economici, lobbistici e mediatici. Mutatis mutandis, a Roma si sta replicando quel che è appena accaduto a Berlino: con la non indifferente differenza che a Berlino si sono (ri)uniti i partiti che governavano anche prima, mentre a Roma si stanno unendo per la prima volta due forze che negli ultimi 7 anni erano state all' opposizione.

ANGELA MERKEL GIURA DA CANCELLIERE PER LA QUARTA VOLTA

 

Eppure nessuno si è scandalizzato se la Merkel, dopo le urne, ha aperto due forni opposti: prima l' alleanza con i liberali e i verdi e poi, fallita quella, l' alleanza con l' Spd. Nessuno si è scandalizzato se, per trattare con gli uni e con gli altri e poi per scrivere il contratto di governo, sono trascorsi sei mesi. E nessuno si è scandalizzato, anzi tutti hanno festeggiato la grande pagina di democrazia, se l' Spd ha sottoposto quel contratto al referendum tra gli iscritti.

DALEMA RENZI BERLUSCONI E DI MAIO COME I CUGINI DI CAMPAGNA

 

Invece tutti si indignano se, in ossequio al risultato elettorale e al sistema proporzionale, Di Maio ha proposto un contratto di governo sia al Pd (che ha sdegnosamente rifiutato, dopo aver finto di volerci provare) sia alla Lega (che ci ha sempre sperato, anche se Salvini s' è seduto al tavolo solo quando B. l' ha autorizzato). Tutti si indignano se M5S e Lega annunciano un referendum tra gl' iscritti sul contratto di governo.

 

luigi di maio berlusconi salvini meloni

E se, dopo meno di una settimana di negoziati, non abbiamo ancora il premier, i ministri e il programma stampato. Se fosse questo il problema del governo (forse) nascente, potremmo dormire tranquilli.

 

Attendere sino a fine settimana, per avere un premier e una squadra rispettabili e un programma preciso e dettagliato che vincoli i dioscuri Di Maio e Salvini sull' annunciato "programma di cambiamento", non sarebbe una perdita di tempo.

……..

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?