paolo becchi vittorio feltri

FELTRI IN GLORIA DEL LIBRO DI BECCHI: ''LA VERA VITTIMA DEL VIRUS È LA NOSTRA LIBERTÀ. NE 'L'INCUBO DI FOUCAULT' LA MENZOGNA NON STA NELL'AFFERMAZIONE DELLA PERICOLOSITÀ DEL COVID, MA NEL FAR CREDERE CHE ESISTA UN SOLO MODO DI COMBATTERLO: UCCIDENDO LE LIBERTÀ, TRASFORMANDO LO STATO DI DIRITTO, IN UNO STATO DI EMERGENZA CONTINUA, CHIUDENDO IN CASA I CITTADINI E PRIVANDOLI DEL LORO RUOLO POLITICO''

Vittorio Feltri per ''Libero Quotidiano''

 

PAOLO BECCHI

Non solo medici, infermieri, cappellani d'ospedale, cassiere del supermercato. C'è un altro eroe nella guerra contro il Covid. Paolo Becchi gli erige un monumento alla memoria. Scrive: «L'episodio - riportato dalle cronache - di un nonno residente nel comune di Savona che, non potendo più giocare col suo nipotino, ha preferito uccidersi, in fondo è quello di un uomo che ha vinto la battaglia contro il virus. Il nonno per la sua età era un soggetto vulnerabile, esposto più facilmente al contagio, ma per lui c'era qualcosa di più importante persino della sua stessa persona fisica, qualcosa di più alto della sua mera sopravvivenza, per lui c'era la sua vita vissuta col nipotino e a questa non poteva e non voleva rinunciare. Soltanto sopravvivere: quella, per lui, non era più vita. Quel nonno non si è lasciato addomesticare».

 

Il fatto è stato trattato come qualcosa di patetico, fuori tempo, figlio di un'ossessione sentimentale. Alla fine cancellato come inopportuno. Perché? «Ecco quello che si vuole: silenziare il dissenso. Proprio come avverrà con questo libro». Gli do una delusione. Non solo parlo del volume breve, che in contraddizione con la piccola mole è potentissimo, un j' accuse alla Emile Zola, ma non esito a fare di Libero la sua grancassa. Premessa. Gli perdono le citazioni eccessivamente dotte e pure in tedesco.

 

paolo becchi l incubo di foucault

Del resto, è un professore ordinario di filosofia, e deve pagare lo scotto alla sua cultura persino nel titolo (L'incubo di Foucault. La costruzione di un'emergenza sanitaria, Lastarìa edizioni, pag. 100, 12) ma la lettura equivale a un biglietto di ingresso nella realtà di quel che sta davvero accadendoci sotto il velo ingannevole delle mascherine e delle conferenze stampa di Conte. Siamo vittime non solo di un sortilegio cinese, ma di un inganno planetario con cui poteri visibili ma assai materiali ci stanno mettendo il piede sul collo, in modo assai più mortifero del microscopico essere elaborato a Wuhan.

 

LA BATTAGLIA

La menzogna non sta nell'affermazione della pericolosità del Covid, ma nel far credere che esista un solo modo di combatterlo: uccidendo le libertà, trasformando lo Stato di diritto, in uno Stato di emergenza medica, dove insieme alla tachipirina siamo obbligati a inghiottire pillole di cianuro onde annichilire la coscienza individuale.

 

Questo documenta Becchi. Dando alle stampe - si spera non clandestine - il primo testo nient' affatto complottista né estremista dove si spiega come ci siamo ritrovati a ad essere una massa di galeotti ubbidienti, e dove si perora la necessità di ribellarsi a questa galera: in modo non-violento, ovvio, ma senza accettare il ricatto ostinato cui siamo sottoposti dal regime in corso. Becchi lo chiama: "dispotismo terapeutico". Si esprime con il soffocamento della libertà e dei diritti più elementari in nome dell'emergenza gonfiata trasformando ad arte una scimmia pestifera in un mostro tipo King Kong. Becchi è sicuro che sarà per questo chiamato «negazionista».

paolo becchi l incubo di foucault

 

È la paroletta con cui si liquida chiunque osi sollevare un dubbio sul panico da Covid, parificando chi eccepisce a chi nega le camere a gas di Auschwitz. La classica riduzione ad Hitlerum utile a criminalizzare chi non si conforma al nuovo standard: il pandemicamente corretto che è lo sviluppo coerente e devastante del politicamente corretto. Impone di tragediare il Covid, si rinuncia ad affidarsi alla responsabilità personale. Controllo sociale punitivo. La prima vittima di questa devastante propaganda è stato Trump.

 

Ora si accingono a voler trasferire questa procedura nei confronti dei sovranisti-populisti. Il colmo. Mai come oggi i globalisti-progressisti devono constatare il fallimento della loro utopia beatificante di unico governo mondiale (del mercato), sono anzi passati a uno statalismo prussiano, eppure pretendono sulla base del loro fiasco di eliminare chi a questo gioco dell'abrogazione delle frontiere ha sempre resistito. La polizia intellettuale vigila come la Gestapo sul linguaggio.

 

ZANGRILLO BERLUSCONI

Chi si discosta, finisce nel lazzaretto dei dannati, come è già capitato al professor Alberto Zangrillo, per esempio, e più in piccolo a chi osi ragionare sui numeri usando la testa propria invece che bevendo come oro colato gli algoritmi pazzoidi con cui schiere di virologi ed epidemiologi litigiosi fanno passare per scienza le loro opinioni per la carriera. Becchi propone un'affermazione ovvia, utile a evitare equivoci: «Un'epidemia certo uccide». La fa seguire da una domanda che costituisce il filo della sua narrazione. «Ma è giusto smettere di vivere per paura di morire?».

 

Questo interrogativo travolge ogni riga di ogni pagina. La sua risposta è un perentorio no. Questo «no» - sostiene l'autore - brucia in ciascuno di noi, e va coltivato resistendo all'addomesticamento della propaganda. Mi associo al «no» di Paolino il Ribelle. Il Covid uccide. Prudenza è dovuta a noi e agli altri. Ma non dobbiamo permettere che in nome del primato assoluto della sopravvivenza si crepi da vivi. Mi permetto di saccheggiare qua e là dal volume. Prima è necessario dare una spiegazione del titolo.

 

VITTORIO FELTRI

Il Foucault citato da Becchi non è il fisico Jean Bernard Léon F., il cui pendolo, appeso al Pantheon di Parigi, è stato reso famoso ai profani da Umberto Eco. Si tratta invece di Michel F., un filosofo che ha prefigurato un totalitarismo post-moderno: «Una politica fondata sull'emergenza e persino sulla costruzione di una emergenza inesistente. Uno stato di emergenza senza emergenza. L'incubo di Foucault». Dove in nome del "primum vivere" siamo tutti trasformati in zombie, sotto la frusta di «governi (che) non governano più, si limitano ad approfittare di stati emergenziali continui per legittimarsi e, se non esistono, bisogna, per sopravvivere, inventarseli».

 

LA SVOLTA ANTROPOLOGICA

 

Come sarà il nostro futuro se vince questo dispotismo? «Il distanziamento fisico tra i corpi dovrà diventare la regola nei rapporti umani, non l'eccezione. Questa è la "svolta antropologica" a cui la tecno-scienza sta lavorando: il distanziamento dei corpi come condizione di vita permanente. Ecco perché scuole, università e chiese è meglio restino chiuse il più a lungo possibile. Ricordano troppo incontri umani di valore. Giungeremo persino a modificare gli organi di senso? Vedere, sentire, odorare, gustare, ma non più toccare? Neppure sfiorare con una carezza il volto dell'altro? Eppure proprio Aristotele aveva insegnato, lui per primo, che l'unico senso senza il quale non si può vivere è proprio il tatto».

 

paolo becchi l incubo di foucault

«L'addomesticamento, non del virus ma di noi stessi, è riuscito. In fondo è una conferma di quello che conosciamo da sempre: l'oppressione del potere alla lunga non può reggersi solo sulla pura violenza, ha bisogno di vittime compiacenti» Finiremo dunque come morti viventi? Becchi coglie una scia di luce. «Non è inevitabile questo destino carogna. Wo aber Gefahr ist, wächst das Rettende auch ("Dove però c'è pericolo, cresce anche ciò che salva"), per riprendere un famoso verso di Friedrich Hölderlin». Forse, «possiamo tornare a vivere in senso pieno una vita activa e non semplicemente sopravvivere, perché è questo in fondo che contraddistingue la nostra dignità di esseri umani». Commento mio? Mah.

Ultimi Dagoreport

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...