mattarella

ANCHE MATTARELLA SI E’ ROTTO LE PALLE – FELTRI: "OGGI FARE IL CAPO DELLO STATO È TROPPO FATICOSO SPECIALMENTE PER UN UOMO CHE HA SUPERATO LA SETTANTINA E SI TROVA AD AFFRONTARE PROBLEMI NAZIONALI COMPLICATI, DALLA CRISI GOVERNO AGLI SCANDALI DELLE TOGHE. E POI NESSUNO HA PIÙ VOGLIA DI PRESENTARSI ALLE ELEZIONI PER OCCUPARE IL POSTO DI SINDACO. IL MIO SOSPETTO? LA PAGA DI UN SINDACO METROPOLITANO AMMONTA A 3.800 € AL MESE. IL MIO CONSIGLIO E’…"

Vittorio Feltri per Libero Quotidiano

 

sergio mattarella 2

Sergio Mattarella ha dichiarato di essere stanco, non avendo più l'età di un ragazzo, e pensa di andarsene presto dal Quirinale. Alla scadenza del suo mandato settennale mancano circa otto mesi ed è normale che egli ambisca a un futuro meno tribolato del presente.

 

Comprendiamo il suo stato d'animo. Non è dunque vero che egli punti alla sua rielezione al vertice della Repubblica, trovando comoda la poltrona che attualmente occupa. Oggi fare il capo dello Stato è troppo faticoso specialmente per un uomo che ha superato la settantina e si trova ogni dì ad affrontare problemi nazionali gravi e complicati. Normale quindi che Mattarella ne abbia le scatole piene e aspiri a una esistenza meno tribolata. È preferibile lo scranno di senatore a vita rispetto a quello di garante della Costituzione che scade come una mozzarella. Mattarella ha dovuto gestire crisi di governo complesse e non certo ricche di sbocchi.

 

mattarella draghi

Ha risolto l'uscita di Conte con l'ingresso di Draghi, soluzione che si sta rivelando azzeccata. Ma non è stato facile per lui individuare il bandolo della matassa. Fatale che oggi sia esausto e desideri mettersi in un cantuccio dove riposare in santa pace. Noi stessi lo abbiamo punzecchiato in un recente passato per la questione magistratura, al centro di reiterati scandali provocati non soltanto dalle confessioni di Palamara, ma anche dal comportamento discutibile di varie toghe. Indubbiamente ci saremmo attesi dal Presidente un atteggiamento più severo nei confronti di pm e giudici, tuttavia rispettiamo la sua prudenza, visto che l'Ordine giudiziario è in un tale bailamme davanti al quale Mattarella preferisce astenersi dal metterci becco, aspettando tempi migliori. A parte le ingarbugliate questioni del Colle, dobbiamo affrontare la riluttanza di tanti politici davanti alle candidature amministrative.

draghi mattarella renzi partita di poker

 

Nessuno ha più voglia di presentarsi alle elezioni per occupare il posto di sindaco nelle grandi e piccole città. Citiamo due casi importanti, quelli di Milano e di Roma. Nel primo, il centrodestra aveva puntato su Gabriele Albertini, già stato eccellente primo cittadino meneghino, però questi, dopo aver tentennato per alcune settimane davanti alle offerte di Salvini, ha rinunciato all'eventuale incarico adducendo varie motivazioni, di cui discuteremo più avanti. Nel secondo, si faceva con insistenza il nome di Guido Bertolaso, altro fuoriclasse che sarebbe in grado di rimettere in piedi la città eterna. Con lui una sera a cena ho colloquiato e ho intuito che piuttosto di salire al Campidoglio si sparerebbe un colpo alla tempia. Non intendo svelarvi le ragioni dei due gran rifiuti. Eppure posso dire quali siano i miei sospetti.

 

bertolaso

Anzi, l'unico sospetto valido, a mio modesto giudizio. La paga di un sindaco metropolitano ammonta a 3.800 euro al mese, una miseria che può solamente ingolosire un grillino in brache di tela. Quindi, amici miei, è scontato che signori quali Albertini e Bertolaso stiano lontani da Palazzo Marino e dal Campidoglio. Io stesso, che non conto un cavolo, non accetterei mai un emolumento tanto scarso per fare il sindaco con il rischio di ricevere immediatamente un paio di avvisi di garanzia. A questo punto posso dare un unico consiglio alla politica. O sganciate stipendi adeguati oppure al vertice dei municipi avrete sempre straccioni buoni a nulla e capaci di tutto.

 

 

VITTORIO FELTRIletizia moratti e gabriele albertini

Ultimi Dagoreport

matteo salvini daniela santanche giorgia meloni renzi giovanbattista giovambattista fazzolari

DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL PROCESSO OPEN ARMS, TURBA QUOTIDIANAMENTE I SONNI DELLA MELONI CON IL “SOGNO DI TORNARE AL VIMINALE” – PER LA DUCETTA, PERÒ, IL RIMPASTO È INDIGERIBILE: TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI, SPECIE IN CASO DI RINVIO A GIUDIZIO PER DANIELA SANTANCHÈ – E COSÌ, ECCO IL PIANO STUDIATO INSIEME A “SPUGNA” FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO PRIMO GRADO, PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? (C’È UNA GROSSA DIFFERENZA NEL CASO VISIBILIA: NON ERA MAI ACCADUTO DI UN MINISTRO ACCUSATO DI AVER TRUFFATO LO STATO IN MERITO A VERSAMENTI ALL’INPS…)

angelo bonelli nicola fratoianni giorgia meloni simona agnes

FLASH – LA DISPERATA CACCIA AI VOTI PER ELEGGERE SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA RAI FA UN’ALTRA VITTIMA: AVS! NICOLA FRATOIANNI SI È ADIRATO PER L’ARTICOLO DI “REPUBBLICA” SUL POSSIBILE INCIUCIONE DELL’ALLEATO, ANGELO BONELLI, CON LA DESTRA. E HA MESSO AL MURO IL LEADER VERDE SBIADITO: NON TI PERMETTERE DI FARE UN’INTESA CON IL NEMICO, O SALTA TUTTO – I RAS MELONIANI DELLA RAI CI AVEVANO GIÀ PROVATO CON GIUSEPPE CONTE E IL M5S, MA LA FRONDA INTERNA DI CHIARA APPENDINO SI È MESSA DI TRAVERSO…

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI, IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO, COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025...

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...