sergio mattarella giuseppe conte

CON IL FIATO SUL COLLE DI CONTE - IL QUIRINALE ASPETTA ANCORA: IL TESTO DEL DECRETO RILANCIO NON C'È (NON CI STANNO I SOLDI) – MAGRI: "I CONSIGLIERI PRESIDENZIALI HANNO POTUTO PRENDERE VISIONE SOLTANTO DI BOZZE PROVVISORIE. PERÒ DAL TESTO MANCANO CERTI NUMERI SU CUI L' ULTIMA PAROLA SPETTA ALLA RAGIONERIA GENERALE DELLO STATO CON LA COSIDDETTA BOLLINATURA. E QUELLE CIFRE PARE RIGUARDINO ASPETTI PER NULLA SECONDARI DELLA GRANDE MANOVRA DA 55 MILIARDI…"

Ugo Magri per la Stampa

 

sergio mattarella giuseppe conte 9

Chi non conosce le usanze del Palazzo può farsi delle idee sbagliate; ad esempio, fidandosi degli annunci potrebbe credere che il «decreto Rilancio» - faticosamente varato dal governo tre giorni fa - stia ritardando adesso per colpa del Quirinale. E che, mentre l' Italia ne attende ansiosa la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, i giuristi del Colle siano intenti a spulciare una per una le 460 pagine del provvedimento per trovarci eventuali svarioni.

 

sergio mattarella giuseppe conte 3

Nella realtà, le cose stanno molto peggio: questo esame lassù non è nemmeno iniziato. Non perché Sergio Mattarella se la stia prendendo comoda, sordo alle urgenze di famiglie e imprese, ma in quanto sulla sua scrivania la versione definitiva del decreto ancora deve arrivare. È attesa nel migliore dei casi durante questo weekend.

 

Per adesso, i consiglieri presidenziali hanno potuto prendere visione soltanto di bozze provvisorie, fatte pervenire dagli uffici governativi. A quanto pare, dall' esame non sono fin qui emersi problemi tali da mettere in dubbio la controfirma del presidente che arriverà, si assicura, con la giusta sollecitudine; però dal testo mancano certi numeri su cui l' ultima parola spetta alla Ragioneria generale dello Stato con la cosiddetta bollinatura.

sergio mattarella giuseppe conte 1

 

E quelle cifre pare riguardino aspetti per nulla secondari della grande manovra da 55 miliardi. In altre parole, il decreto Rilancio è stato approvato dal governo con l' ormai consueta ipocrisia del «salvo intese», che vengono date per fatte ma sono ancora da stipulare.

 

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