FIGLI DI UN DIO MINORE - LA GUERRA POLITICA HA SPAZZATO VIA TUTTI I TEMI “DI NICCHIA” E DI NERCHIA – DAGLI ECOLOGISTI AGLI ATTIVISTI GAY FINO AI NO TAV, NON TROVANO PIÙ SPAZIO IN LISTA - MA NEL PD “DEMOCRATICO” LE LOGICHE SONO ALTRE: GLI AMBIENTALISTI COME REALACCI, DELLA SETA E FERRANTE CACCIATI SOLO PERCHÉ HANNO SOSTENUTO RENZI…
Francesco Alberti per il "Corriere della Sera"
Il deputato ambientalista pd, Ermete Realacci, 57 anni, confida nel curriculum, il proprio: «Considerando il mio ruolo e le mie competenze, mi pare complicato pensare di non rientrare nel listino di Bersani...». La deputata pd Paola Concia, 49 anni, veterana di battaglie per gay e diritti civili, ricaccia indietro i cattivi pensieri: «Io sacrificata sull'altare di Rosy Bindi? Non lo voglio neanche pensare».
E tutto interno al Pd è pure il duello politicamente all'ultimo sangue che si consuma all'ombra del totem «Tav sì, Tav no», con il parlamentare piemontese Stefano Esposito, 43 anni, acceso sostenitore della Torino-Lione, che minaccia di lasciare il partito se «il signor Sandro Plano» (come lo chiama lui), che poi sarebbe il presidente della Comunità montana Valli di Susa e Sangone, ma soprattutto uno dei leader del fronte No Tav, «comparisse nella lista dei candidati al Parlamento»: cosa a cui l'interessato, che già sta raccogliendo le firme per le primarie, tiene moltissimo: «Corro per vincere, Esposito se ne faccia una ragione...».
Cose che capitano quando il gioco si fa duro. Il listino Bersani, area protetta nella quale troveranno rifugio e un seggio sicuro i capilista e il 10% dei candidati (all'incirca 70-80 nomi), si conoscerà non prima dell'Epifania.
Dagli spifferi che circolano, però, si ha l'impressione che a rischiare l'esclusione siano soprattutto i cosiddetti «movimentisti»: esponenti, spesso anche di spicco, la cui azione politica si è indirizzata verso battaglie, se non di nicchia (perché tali non possono essere considerate quelle su diritti civili o ambiente), ma spesso di minoranza o perché sgradite alle nomenclature di partito e a qualche potere più o meno forte o semplicemente perché considerate marginali rispetto ad altre priorità . Ora qualcuno obietterà : se fuori dal listino, Realacci e compagni si facciano le primarie, così funziona in democrazia.
Verissimo. Ed è quello infatti a cui sta pensando Paola Concia, con qualche apprensione però: «Io non sono legata a un particolare territorio, come altri miei colleghi: le battaglie contro l'omofobia e per i diritti gay vanno da Bolzano a Palermo e ora invece mi dovrei reinventare come candidato territoriale, ci proverò...».
Ma i tempi stringono. Realacci, ad esempio, alle primarie ha già rinunciato: «Troppi pochi giorni per un candidato d'opinione, come sono io, che non possiede pacchetti di voti o clientele. Io sono per le primarie, ma queste mi sembrano un po' improvvisate». Comunque spera: «Sono responsabile pd della green economy, godo di buona notorietà : mi parrebbe singolare non rientrare nel listino e sarebbe un grave indebolimento del filone ambientalista».
Il fatto di essersi schierato per Renzi può essere un ostacolo? «Spero di no: come dice la canzone, lo scopriremo solo vivendo...». Intanto però altri due ambientalisti renziani, i parlamentari Roberto Della Seta (il cui attivismo sul caso Ilva non fu affatto gradito dalla famiglia Riva) e Francesco Ferrante, il listino, a quanto si capisce, se lo possono scordare.
Clima da saloon invece all'ombra della Tav: un parlamentare uscente (Esposito) ha alzato disco rosso contro la candidatura di un collega di Pd (Sandro Plano, 62 anni, provenienza democristiana), reo di capeggiare la rivolta contro la Torino-Lione. Esposito è un duro dei «sì Tav»: ha scritto un libro, ha ricevuto minacce, ha rifiutato la scorta. Tempo fa propose di non rinnovare la tessera del Pd a chi si fosse opposto all'opera: «Sono 3 anni che chiedo al partito di buttare fuori questo signore, le cui posizioni sono incompatibili con il nostro programma». Ma il presidente Plano non si fa impressionare: «Le posizioni No Tav hanno diritto di cittadinanza nel Pd, anche se di minoranza...».
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