gianfranco fini

GIANFRANCO FINI: “LA SVOLTA DI FIUGGI? DECISIVA FU L'ELEZIONE DIRETTA DEI SINDACI ALLE AMMINISTRATIVE DEL '93. IL VOTO A DESTRA NON ERA PIÙ IN FRIGORIFERO” - “FINITO IL DOPOGUERRA  OCCORREVA UNA DESTRA CON CULTURA DI GOVERNO - MOLTI DICEVANO: ‘ORA CHE VINCIAMO, RISCHIAMO DI DARE RAGIONE AI NOSTRI AVVERSARI E QUALCUNO VIENE CON NOI?’. LA NECESSITÀ CULTURALE INVECE ERA PROPRIO ALLARGARE AGLI ALTRI - LA DESTRA HA CAPITO CHE IL TEMA CENTRALE È L'IDENTITÀ - TRUMP E I MIGRANTI IN CATENE? PUÒ ALIMENTARE L'ODIO. I CLANDESTINI VANNO ESPULSI PERCHÉ HANNO VIOLATO LA LEGGE, NON PERCHÉ ‘NEMICI DEGLI AMERICANI’- CANCELLARE IL GENERE X? IL RISCHIO E' LA CANCELLAZIONE DELLA PARITÀ DI DIRITTI TRA GLI ESSERI UMANI IN RAGIONE DEL LORO ORIENTAMENTO SESSUALE…”

Estratto dell’articolo di Alessandro De Angelis per “la Stampa”

 

GIANFRANCO FINI

«Ci sono dei momenti in cui la storia accelera. Valeva allora, con buona pace di chi diceva, dopo l'89, che la storia era finita. Vale oggi. Fiuggi è semplicemente un'altra epoca», ci dice Gianfranco Fini, ex leader dei An, in questo 27 gennaio, che è tante cose, tra memoria e presente: il trentennale della "svolta di Fiuggi" […]

 

Fini, quando decise che era giunto il momento di "uscire dalla casa del padre"?

«La convinzione maturò in ragione degli eventi, che aprivano scenari imprevedibili: il crollo del Muro metteva fine a un ordine mondiale bipolare Usa-Urss, in Italia il riflesso fu l'accelerazione della crisi della Prima Repubblica, che poi esplode su Tangentopoli. Andava colta l'occasione».

 

Chi ha sdoganato la destra? Gli elettori, Berlusconi, lei o un insieme di fattori?

«[…] non c'è dubbio che decisiva fu l'elezione diretta dei sindaci alle amministrative del '93. Era evidente che il voto a destra non era più in frigorifero, ma nessuno doveva pensare di vedersi quei voti restituiti».

GIANFRANCO FINI E LA SVOLTA DI FIUGGI

 

Oggi si direbbe: il popolo ci vota, perché compiere una revisione politica e culturale?

«E questo è il punto. An nasce dalla consapevolezza che era finito il lungo Dopoguerra. E che per andare in mare aperto occorreva costruire una destra con cultura di governo. Non bastava l'orgogliosa dimostrazione di essere quelli "dalle mani pulite" ed estranei a un sistema morente».

 

Cioè lei avverte la necessità, nel momento in cui va al governo, di aderire al sistema di valori della Repubblica.

«Esattamente. Fiuggi è questo: la necessità di fare i conti con la storia, da parte di chi non aveva fatto parte dell'Assemblea costituente ed era stato escluso dal famoso arco costituzionale. Riconciliare la destra con i valori e i principi della prima parte della Costituzione».

ALLEANZA NAZIONALE - LA SVOLTA DI FIUGGI

 

Qualcuno le diceva "a che serve, tanto ci votano?"

«Sì, molti dicevano: "Ma come, proprio ora che vinciamo, rischiamo di dare ragione ai nostri avversari e qualcuno viene con noi?". La necessità culturale invece era proprio allargare agli altri, non come figurine da annettere nell'album di famiglia, ma per costruire assieme una alleanza repubblicana, una alleanza nazionale. Pinuccio Tatarella e Domenico Fisichella furono impareggiabili in tal senso».

 

In quanti hanno vissuto Fiuggi come l'abito buono per stare al governo e in quanti come una profonda convinzione?

gianfranco fini

«Credo che all'inizio prevalse l'idea di cavalcare un'onda, e forse c'era anche l'elemento psicologico di un dolore, per la fuoriuscita dalla casa del padre, lenito dal potere. Poi però è apparso evidente che era impensabile tornare indietro».

 

Riconciliare destra e Costituzione e allargare. Non è l'opposto della destra di oggi?

«Distinguerei i piani. Un conto è la grande differenza tra il mondo e la destra di allora e il mondo e la destra di oggi. Altro è negare l'attualità di quei valori costituzionali che fanno di una destra che vince le elezioni una destra con cultura di governo. Di Giorgia Meloni si può dire quel che si vuole, ma non che l'azione di FdI sia lesiva di quei valori».

 

E l'antifascismo? Cosa resta di Fiuggi?

«Una realtà da cui non si torna indietro. Vedo un elemento di continuità nella tutela dell'interesse nazionale nell'abito dei valori costituzionali. Evitiamo di fare del fascismo e dell'antifascismo una caricatura».

ALLEANZA NAZIONALE - LA SVOLTA DI FIUGGI

 

A proposito, lo ha visto il film su Mussolini?

«I libri di Scurati li ho apprezzati, nel film vedo un aspetto macchiettistico che nulla ha a che vedere con la gravitas di una storia peraltro molto complessa».

 

Lei fa Fiuggi, guardando a Bush, Khol, Chirac, Aznar. Oggi non c'è un tema per conciliare sovranismo e democrazia, nel mondo di Trump?

«Bisogna capire cosa è populismo, perché spesso è il termine magico con cui la sinistra etichetta gli avversari quando il popolo sovrano non la riconosce. […] la democrazia è diventata un po' "populista" per tutti: disintermediazione, crisi dei partiti tradizionali, eccetera. […] nell'attuale fase storica, segnata dalla crisi e dall'insicurezza, la destra ha capito che il tema centrale è l'identità. Se non sai chi sei, hai paura di tutto».

ALLEANZA NAZIONALE - LA SVOLTA DI FIUGGI

 

Paura è una parola chiave. Identità è anche trasformare la paura in odio, parafrasando M di Scurati, come fa Trump.

«Trump affida a quella foto il compito di dimostrare che lui fa quel che promette. Il guaio è che quella foto dei "prigionieri in catene" può davvero alimentare l'odio. I clandestini vanno giustamente espulsi perché hanno violato la legge, non perché in quanto immigrati sono "nemici degli americani" da deportare».

 

La sua An è quella dello ius scholae e dei diritti. Non vede passi indietro proprio sul tema della cultura del nemico, anche in Italia?

«Vedo, semplicemente, un'altra epoca. Io la penso come allora. Controllare le frontiere è sacrosanto, ma è altrettanto doveroso che chi entra in modo legale sia davvero integrato. E lo ius scholae è tutt'altro che un incentivo ad "invaderci" ma un modo per favorire un'integrazione fondata sul riconoscimento dei diritti e dei doveri».

ALLEANZA NAZIONALE - LA SVOLTA DI FIUGGI

 

Scusi Fini, la sua An avrebbe appoggiato l'ipotesi di cancellare il genere X?

«In natura esistono il genere maschile e femminile. Il rischio della volontà di Trump consiste nel far seguire alla cancellazione del genere X la cancellazione della parità di diritti tra gli esseri umani in ragione del loro orientamento sessuale. E di conseguenza favorire la discriminazione degli omosessuali e dei transgender».

 

Cosa è per lei, che andò a Gerusalemme a denunciare il fascismo come male assoluto, il giorno della Memoria?

ALLEANZA NAZIONALE - LA SVOLTA DI FIUGGI

«La necessità di guardare gli orrori della storia come se fossero accaduti ieri, a maggior ragione ora che vanno scomparendo i sopravvissuti. Il valore della memoria è essenziale per sconfiggere la pseudocultura dell'effimero e per evitare che l'attuale presentismo sia il vuoto assoluto».

 

Destra e antisemitismo, problema risolto da allora?

«In Italia direi di sì. […]». […]

Ultimi Dagoreport

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...