FISCO INFERNO PER PAPA' DI MAIO – IL CASO CHE RIGUARDA L'AZIENDA DI FAMIGLIA DEL VICEPREMIER GRILLINO SI INGROSSA: SUL COLLO DEL PADRE DI DI MAIO PENDEREBBE ANCHE UN DEBITO CON LE AGENZIE DELLE ENTRATE PER 176MILA EURO. LA PROCURA POTREBBE RICHIEDERE ATTI ALL'AGENZIA DELLE ENTRATE PER STABILIRE LE RAGIONI DEI CAMBI SOCIETARI…
Il faro del Fisco sulla famiglia di Luigi Di Maio. Secondo il Messaggero il caso Ardima, l'azienda intestata alla madre del vicepremier e leader del M5s, condotta per anni dal padre Antonio Di Maio e poi spartita tra Di Maio junior e la sorella, rischia di ingrossarsi ulteriormente.
Sul tavolo non c'è più l'accusa di lavoratori in nero lanciata dalle Iene, o l'ispezione della polizia municipale sui terreni di Mariglianella. Stando a quanto riporta il quotidiano romano, sul collo di papà Di Maio penderebbe anche un debito con le Agenzie delle entrate per 176mila euro.
LUIGI DI MAIO E IL LAVORO NERO
"La maxicartella può derivare dal mancato versamento di Irpef, Irpeg o Iva", spiega il quotidiano, oppure la verifica potrebbe essere scattata "in seguito alla denuncia dell'operaio che sostiene di avere lavorato a nero per un anno".
A questo punto, "la Procura potrebbe richiedere atti all'Agenzia delle entrate per stabilire le ragioni dei cambi societari che nel tempo hanno interessato l'Ardima, intestata prima a Paolina Esposito, madre di Di Maio, poi al ministro e a sua sorella, Rosalba, e mai al padre Antonio che l'Agenzia considera il vero amministratore". Lo scenario sarebbe quello della sottrazione fraudolenta ai fini del pagamento delle imposte.