1. IL ‘’FORMAT RENZI" HA DEBUTTATO QUESTA MATTINA A MILANO E NON HA DELUSO I FANS. ANZI NON POTEVA DELUDERE IN QUANTO È ORMAI BEN COLLAUDATO DA QUASI TRE MESI 2. ECCOLI, A FUTURA MEMORIA, I PASSAGGI CHE CARATTERIZZANO IL FORMAT CHE SCANDISCONO AUTOMATICAMENTE TUTTE LE USCITE PUBBLICHE DEL PREMIER FIORENTINO 3. IL BRAVO PREMIER ARRIVA IN UNA CITTÀ E VISITA UNA SCUOLA CIRCONDATO DAI MARMOCCHI CINGUETTANTI “REN-ZI, REN-ZI!’’. IN QUELLA MILANESE I GENITORI FANNO GLI IMBIANCHINI MA RENZI ANNUNCIA CHE SARANNO 10 MILA LE SCUOLE CHE VERRANNO RIPARATE 3. POI SI FA L'EVENTO PRINCIPALE: A DISPETTO DEI SONDAGGISTI CHE GLI DICEVANO DI OCCUPARSI DI EXPO DOPO IL 25 DI MAGGIO, RENZI SE NE OCCUPA SUBITO INCURANTE DI PERDERE VOTI PERCHÉ LO STATO DEVE ESSERE PIÙ FORTE DEI LADRI. ANCHE SE COINCIDONO 4 POI VIA CON GLI IMMANCABILI SINDACI PER CINQUE MINUTI DI FACCIA A FACCIA E STRETTA DI MANO A QUEL CHE RESTA DELLA CLASSE DIRIGENTE IN ATTESA DA UN'ORA E MEZZA 5. E VIA PER NUOVE AVVENTURE POICHÉ CARATTERISTICA FONDAMENTALE DEL "FORMAT RENZI" È LA VELOCITÀ (BEN ACCETTI PICCOLI GRUPPI DI CONTESTATORI, SAI LA DEMOCRAZIA…)

DAGOREPORT

Il "Format Renzi" è andato in onda questa mattina a Milano Expo 2015 sull'onda del celebre motto attribuito a Giulio Cesare imperatore di Roma in tempi di maggiore stabilità politica e sociale di quella attuale: "Veni, vidi, vici". Sono arrivato, ho visto, ho vinto, magari rivisitato in "sono arrivato, il Format ha funzionato, noi e l'Expo speriamo che ce la caviamo".

E' la sintesi del blitz milanese del Presidente del Consiglio, insieme ai ministri indigeni Lupi e Martino di fronte a quel che resta della classe dirigente cittadina pigiata ad ascoltarlo dopo averlo atteso disciplinatamente per quasi un'ora e mezza, al sindaco per mancanza di prove Pisapippa e al presidente della Regione Bobo Maroni con addetta stampa incorporata.

Il Format Renzi non ha deluso - e non poteva deludere in quanto è ormai ben collaudato - ed egli stesso ha provveduto a ricordarne alcuni elementi fondamentali. Eccoli, a futura memoria, perché essi scandiranno tutte le prossime uscite pubbliche del premier fiorentino:

1. Arriva in una città e visita obbligatoria ad una scuola circondato dai marmocchi festanti e cinguettanti "Ren-zi, Ren-zi!". In quella vista stamattina a Milano gli è stata opportunamente illustrata l'iniziativa dei genitori che, armati di pennelli, cazzuole e calce, hanno ridipinto aule e corridoi scrivendo sui muri frasi celebri della letteratura e della poesia. Ovviamente, il tutto all'insegna della collaborazione pubblico-privato e del fatto, davvero incontestabile, che la scuola e' una cosa utile e che il suo governo ne riparerà 10 mila e non mille come voleva fare quel rammollito di Letta Enrico.

2. Partecipazione all'evento per cui si trova nella città in questione, Milano nel caso di specie oggi. Sull'Expo oggettivamente non poteva fare altro di quello che ha fatto, e lo ha fatto molto bene. Si va avanti sparando battute ad effetto: "Lo Stato e' più forte dei ladri" (in realtà talvolta coincidono, ma lo slogan suona molto bene), si è garantisti sempre figurati quando c'è di mezzo il ‘'compagno G''. E si tenta di fermare chi ruba e non le opere. Bene, bravo, bis.

3. Il tocco personale della sua leadership: "Sono qui a dispetto dei sondaggi", poiché - ha raccontato - i sondaggisti gli avevano consigliato di occuparsi di Expo soltanto dopo le elezioni del 25 di maggio, visto che l'evento tra ritardo e tangenti non ha una bella fama cui accostarsi. Ma il premier - eroico - ha tirato dritto, se n'è infischiato, cosa vuoi che siano due punti percentuali in meno di fronte alla sfida di utilizzare l'Expo per dare lavoro ai giovani. Siamo d'accordo, ci mancherebbe, abbasso i sondaggisti pavidi. La nuova frontiera della leadership dunque è: usare i sondaggi ma fare il contrario così si dimostra coraggio che alla fine è "solo grazie sotto pressione" (citazione di anonimo da parte del premier).

4. Gli immancabili sindaci. In una sala a fianco dell'evento Expo ne erano stati radunati una trentina, anche di orientamento politico diverso dal Pd provenienti dalla Lombardia tutta. Il premier li ha arringati e salutati quasi uno per uno. In tutto, cinque minuti.

5. Il tocco familiare. Nella Milano laboriosa della ricostruzione si erano incontrati i suoi nonni, provenienti da regioni diverse e il benessere di quegli anni aveva permesso di crescere bene i figli che poi avrebbero dato vita ai nipoti, tra cui lo stesso premier, brillante esempio di nipote che tutti vorrebbero avere.

6. La velocità e il ritmo. Sono gli ingredienti chiave del Format. Discorso a braccio, completo anche di scuse per il ritardo, saluti personalizzati a tutti, ivi compresi il presidente in carica di Assolombarda, Rocca Gianfelice, e tre ex presidenti di Assolombarda, Benedini Benito, Bracco Diana, Meomartini Alberto, appunto quel che resta della classe dirigente milanese, visto che De Bortoli Ferruccio non c'era e che Veronesi Umberto ha qualche acciacco. E via per una nuova edizione del Format.

PS - Piccoli gruppi di contestatori sono ben accetti, anche rompicojoni isolati. Quest'ultimo e' di solito qualche oppositore e si riconosce dal gergo politico forbito. Infatti a Milano gli grida "abusivo", cioe' premier non eletto, troppo sofisticato per essere un contestatore genuino. Mail Format e' gia' andato via

 

renzi in una scuola di milanoRENZI CONTESTATO A MILANO RENZI CONTESTATO A MILANO MATTEO RENZI A MILANO PER L EXPO FOTO LAPRESSE MATTEO RENZI A MILANO PER L EXPO FOTO LAPRESSE MATTEO RENZI A MILANO PER L EXPO FOTO LAPRESSE MATTEO RENZI A MILANO PER L EXPO FOTO LAPRESSE

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