franceschini bettini

COME SONO LONTANI I TEMPI DELLA SEGRETERIA VELTRONI IN CUI FRANCESCHINI LASCIAVA A BETTINI LA SEDIA ACCANTO AL SEGRETARIO COME IRONICO RICONOSCIMENTO DELLA SUA SUPREMAZIA. DIETRO IL PROGETTO DEL RINNOVO DI CINECITTÀ, IL MINISTRO DELLA CULTURA COLTIVA UN DISEGNO CHE TIENE ASSIEME IL GOVERNISSIMO, IL SINDACO DELLA CAPITALE CON UN OCCHIO AL QUIRINALE. NON E’ UN CASO CHE TRA I MEMBRI DEL CDA DEGLI STUDIOS SPICCHI IL NOME DI BETTINI CHE...

IL CONTRORDINE COMPAGNI DI DARIO

https://www.ilgiornale.it/news/contrordine-compagni-dario.html

 

 

FRANCESCHINI 

Claudio Antonelli per La Verità

 

franceschini bettini

Ma cosa dico Netflix italiana? Di più. Anzi meglio. Più grande. Ci vuole una Hollywood europea per rendere il ministero dei Beni culturali qualcosa che sia all'altezza dell'attuale ministro. Alias Dario Franceschini, il quale non fa mistero alcuno dei suoi sogni e progetti. «L'ipotesi su cui stiamo lavorando è che il gruppo Cdp entri in Cinecittà. Questo consentirà di conferire alla società un'area grande come quella attualmente occupata dagli studios.

 

Un'area di proprietà del gruppo Cdp, che confina con Cinecittà e che consentirebbe di raddoppiarne gli spazi e allo stesso tempo di far entrare un partner industriale, ovvero Cdp o le sue società. Stiamo costruendo le condizioni per un salto di qualità assoluto: una grande operazione industriale per l'Italia e per Roma.

 

goffredo bettini

Non è fuori luogo parlare di Hollywood europea», ha detto Franceschini al Sole 24 Ore, sulle cui colonne ha confermato che nella legge di Bilancio è previsto che l'Istituto Luce, a cui dal 2017 fanno capo gli studios della Capitale, con il nuovo anno si trasformi da srl in spa.

 

«Con questo cambio ci sarebbe l'opportunità di aprire ad altri soggetti pubblici, oltre al ministero dei Beni culturali e a quello dell'Economia», ha aggiunto il ministro piddino vantandosi del fatto di aver fatto inserire in manovra una serie di incentivi per il comparto.

 

«Nella manovra crescono anche gli incentivi fiscali al cinema. Poi ci sono le risorse messe in campo dal 2016 per il tax credit. E il fondo per il cinema, che alimenta i crediti d'imposta, è arrivato a 400 milioni di euro», ha tenuto a precisare. «Quest' anno per far fronte all'emergenza abbiamo aggiunto 150 milioni, così da portare l'aliquota del tax credit dal 30 al 40%.

Giuseppe Conte Fabrizio Palermo

 

Con la legge di Bilancio le risorse del fondo cinema aumentano di 240 milioni, passando a 640 milioni totali l'anno. Questo ci consentirà di mantenere in via strutturale il credito d'imposta al 40%», ha concluso lasciando basiti i poveri ristoratori a cui era stato promesso un credito d'imposta sugli interventi di sanificazione al 60%.

 

E che invece se lo sono visti tagliare al 9% e per il 2021 ulteriormente dimezzare. Lungi da noi lasciare a secco il comparto del cinema, ma andrebbe ricordato che il ministero dei Beni culturali (sempre più ago della bilancia dei giallorossi) è stato quello che ha incassato di più dai decreti Cura Italia e Rilancio: oltre mezzo miliardo di euro. A questo punto però si capisce che a Franceschini il vecchio modello dei fondi a pioggia non garbi più. La sinistra che rappresenta è pronta a fare un salto.

 

dario franceschini con la mascherina 1

Alitalia è ormai considerata perduta. Qualunque sia l'esito dell'ennesimo salvataggio, non sarà più uno spartiacque elettorale, utile a garantire voti alla maggioranza e pure a chi governa Roma. Creare una Hollywood alla periferia romana servirà ad assumere persone e creare indotto. Servirà a creare soprattutto consenso. Il tutto con denaro pubblico. Al momento sono solo 10 milioni per la trasformazione dell'Istituto Luce in spa. Poi, come ha dichiarato Franceschini, ci sono le esenzioni fiscali e i terreni in capo al gruppo Cdp.

 

bettini

Al quale se dovesse entrare verrà chiesto sicuramente di mettere altri contributi. Dai verbali del cda di Cinecittà datato aprile 2020 si evince che approfittando del Covid il ministero aveva già promesso ingenti fondi per ripianare la situazione finanziaria. E per Franceschini ogni promessa è debito. Tenuto conto che già il ritorno degli studios nella disponibilità pubblica avvenuto nel 2017 aveva prodotto qualche polemica. Il ministero era subentrato a Luigi Abete, storico presidente di Bnl e imprenditore omnipresente, salvo poi dover varare l'anno successivo un piano di rilancio da 37 milioni di euro.

 

La novità adesso sta anche nei membri del consiglio di amministrazione degli studios. Spicca infatti il nome di Goffredo Bettini, da mesi il suggeritore degli accordi del governissimo, in vista della stabilità permanente di Giuseppe Conte, e delle future candidature al Colle e pure al Campidoglio. Bettini avrà un ruolo fondamentale nei progetti di Franceschini.

 

antica roma studios di cinecitta

A fine agosto il suggeritore si palesò per dare la linea alla futura alleanza Pd- 5 stelle con il chiaro obiettivo di creare due strade parallele. Una dedicata in toto alla politica nazionale e l'altra a quella del Lazio e di Roma. Più recentemente l'ideologo si è occupato di Forza Italia sdoganando l'ingresso di Silvio Berlusconi nella maggioranza di governo. E portando pure gli azzurri sulla strada degli accordi nazionali. Non per caso.

 

Pezzi dei 5 stelle vanno sostituiti e nel frattempo si dice che Nicola Zingaretti stia facendo fare un sondaggio per capire come andrebbe a finire in caso di candidatura al posto di Virginia Raggi. Tutto si tiene e l'ideologo Bettini sa bene collegare i puntini. Così come il Pd è consapevole che se vuole tornare a regnare in Lazio e pure a Roma non bastano gli accordi politici ci vuole la ciccia di progetti come la Hollywood nostrana. Rigorosamente con denaro pubblico.

dario franceschini con la mascherina 4

cinecitta studios Conte Zingaretticinecitta studios (2)di maio zingaretti conte

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…