LA VERITA’ FA MALE - ‘FRANCIA IN DECLINO’, ESPLODE UN MEZZO CASO DIPLOMATICO PER UN ARTICOLO DI “NEWSWEEK” CHE SCOPRE L’ACQUA CALDA

Anais Ginori per ‘La Repubblica'

La penna è affilata ma a doppio taglio. Con il suo lungo articolo sul declino della Francia, la giornalista di Newsweek Janine di Giovanni ha provocato un mezzo caso diplomatico finito dentro alla conferenza stampa congiunta tra il ministro dell'Economia francese, Pierre Moscovici, e il segretario al Tesoro americano, Jack Lew.

«Sono aperto alle critiche, ma in questo caso stiamo parlando di un articolo infarcito di errori » ha tuonato ieri Moscovici, definito dalla cronista statunitense come uno degli uomini politici «più odiati» di Francia, perché promotore della nuova stangata fiscale sui ricchi.

Nelle complesse e tormentate relazioni transaltantiche si ricorda di molto peggio. L'articolo, apparso sull'edizione online il 3 gennaio, denuncia il preoccupante stato dell'economia francese, appesantita dal debito pubblico e da uno Stato sociale in bancarotta. Niente di così nuovo, neanche per i francesi affetti da "declinismo" molto prima che se ne accorgesse Newsweek.

Ma la giornalista, che pure dice di amare il paese dove vive da dieci anni, si è fatta prendere un po' la mano e ha collezionato una serie di castronerie: le mamme francesi avrebbero a disposizione "pannolini gratis" ma poi dovrebbero sborsare 4 dollari
(quasi 3 euro) per comprare mezzo litro di latte. Per rappresentare la scarsa mentalità capitalista dei transalpini, Di Giovanni sostiene che la parola "entrepreneur", imprenditore, non esiste in francese.

All'inizio dell'articolo si spinge in un parallelo un po' azzardato. Da quando il presidente socialista François Hollande si è insediato all'Eliseo, facendo approvare la tassa al 75% sui redditi più elevati, ci sarebbe stata una fuga di milionari paragonabile a quello che è successo con le ricche famiglie di mercanti ugonotti dopo la revoca dell'editto di Nantes nel 1685.

Forse bastava una risata per chiudere la faccenda. E invece la reazione sciovinista è dilagata in poche ore su social network, trasmissioni tv, fino a scomodare i vertici del governo. La portavoce dell'esecutivo, Najat Vallaud-Belkacem, ha twittato un messaggio invitando «i lettori di Newsweek a visitare la Francia». Moscovici è andato oltre, prendendo spunto dall'incontro con Lew per «rattristarsi» di come sia caduta in basso una rivista che «era un punto di riferimento internazionale».

Il quotidiano Le Monde ha ripreso tutti gli sfondoni e le imprecisioni della giornalista di
Newsweek. Sull'Huffington Post, versione francese, la direttrice Anne Sinclair, ex moglie di Dominique Strauss-Kahn, ha ironizzato: «L'articolo viene da una giornalista ben nota, a quanto pare, per la qualità dei suoi reportage di guerra in Medio Oriente. Ma deve essersi confusa fra Parigi e Beirut, magari dopo un veglione troppo innaffiato da Dom Pérignon rosé o da Château Margaux».

Sommersa dalle critiche, Di Giovanni ha deciso di chiudere il suo profilo Twitter dove il titolo del suo articolo, la "caduta della Francia", è diventato un popolare hashtag "la caduta di Newsweek". Il settimanale fondato nel lontano 1933 ha replicato ieri con una nuova puntata, "La caduta della Francia 2", firmato da un'altra collega, Leah McGrath Goodman.

La giornalista risponde in parte alle inesattezze e accusa "il paese del gallo" di comportarsi "come uno struzzo". La storica testata, in crisi da tempo e che ha cessato le pubblicazioni su carta, è stata acquistata qualche mese fa da un francese, Etienne Uzac, alla guida del gruppo di media online Ibt di New York. "Non voglio commentare l'articolo - ha glissato - perché non interveniamo nella linea editoriale ma mi sembra che si sia aperto un dibattito interessante per la Francia". Il trentenne Uzac dovrebbe rilanciare il settimanale su carta in primavera. Con fiuto per gli affari, forse ha intuito che il "french bashing", bastonare i francesi, è un popolare filone editoriale nella stampa americana.

 

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