TE LO DO IO BATTIATO! - CROCETTA TAGLIA TUTTO PUR DI FARSI PUBBLICITA’
Piero Messina per "l'Espresso"
Le rivoluzioni, si sa, costano care. Non si sottrae alle ferree regole del mercato neanche il "Modello Sicilia" guidato dal presidente Rosario Crocetta, che nonostante i tempi di spending review ha deciso di investire più di tre milioni e mezzo di euro tra pubblicità , consulenze, cerimonie e convegni.
Con un colpo di matita, il governo siciliano, che ancora non ha approvato la legge di bilancio del 2013 e ha soltanto quindici giorni di tempo per evitare la scure del commissariamento da parte del governo centrale (sempre che ve ne sia uno), ha moltiplicato i fondi a disposizione della presidenza per le attività di comunicazione previste per quest'anno. Per mettere a disposizione quel tesoretto da utilizzare nel dorato mondo della pubblicità , sono stati necessari tagli ad altri capitoli del bilancio.
A farne le spese è soprattutto il welfare, con una bella sforbiciata di oltre cinque milioni di euro al settore famiglia, politiche sociali e lavoro. Nei fatti, vengono cancellati anche gran parte dei fondi disponibili per il contrasto alla mafia e per il sostegno alle vittime della criminalità organizzata.
Più di 200 mila euro vengono sottratti al fondo che consentiva all'amministrazione regionale di presentarsi come parte civile nei processi contro la mafia e altri tagli, per un ammontare complessivo di 600 mila euro sono apportati ai contributi per le associazioni antiracket e al fondo che consentiva di erogare finanziamenti alle vittime di richieste estortive. Un vero paradosso per un presidente che è icona del movimento antimafia, che apre nuove polemiche sul fronte del movimento dei familiari della vittime di Cosa Nostra.
Il primo a levare gli scudi contro le misure draconiane di Crocetta è Giovanni Montinaro, il figlio di quell'Antonio Montinaro, caposcorta di Giovanni Falcone, caduto anche lui nell'attentatuni mafioso del 23 maggio del 1992.
A capo dell'associazione "Quarto Savona Quindici", il nome in codice degli angeli custodi del magistrato palermitano, Montinaro junior si dichiara stupito e amareggiato dalle scelte del governo siciliano: "Mi sarei atteso da un presidente che, della lotta a Cosa Nostra ha fatto la sua bandiera, una maggiore sensibilità ed un maggiore rispetto nei confronti dei familiari delle vittime di mafia e nei confronti di chi è morto combattendola.
Apprezzo l'impegno a favore della legalità e contro la mafia del presidente della Regione ma mi aspetto atti concreti in questa direzione da lui, come da tutti. Non capisco perché si aumenti di tanto il capitolo dedicato alla promozione ed alla pubblicità e si tolgano soldi alle vittime di mafia ed anche alle persone bisognose, come ad oggi sembra che sia stato stabilito nel bilancio. Se davvero si vuole combattere la mafia, a qualunque titolo e a qualunque livello, lo si faccia con azioni non con proclami".
Ma a fare le spese degli spot prossimi venturi della presidenza siciliana non saranno soltanto i fondi per il contrasto alla mafia. Per fare cassa e trovare i soldi necessari a promuovere il "modello Sicilia", saranno soppressi anche i contributi per i centri di prima accoglienza per donne vittime di maltrattamenti e l'erogazione dei buoni socio sanitari previsti sino ad ora per le famiglie con anziani non autosufficienti o disabili.
La pianificazione pubblicitaria che il governo siciliano presieduto da Crocetta prevede di operare per quest'anno si basa su due grandi voci di spesa. Per l'advertising vero e proprio saranno messi a disposizione 2 milioni di euro, con un incremento di quasi il 500 per cento rispetto a quanto effettivamente speso l'anno precedente (477 mila euro). Altri 700 mila euro saranno utilizzati per le attività del Cerimoniale.
Si tratta di decisioni di segno opposto a quanto avrebbe consigliato lo stato dei conti della Regione siciliana, alle prese con una voragine di bilancio difficilmente quantificabile, ma che secondo alcune stime supera i 5 miliardi di euro.
I dati sono contenuto nel documento di variazione al bilancio, in cui sono descritte le entrate e le spese previste per il prossimo triennio, che i tecnici guidati dall'assessore all'economia Luca Bianchi, con una mossa un po' a sorpresa, hanno depositato in commissione Bilancio al parlamento siciliano, prima ancora di sottoporre all'esame del parlamento siciliano il documento contabile vero e proprio, che a norma di statuto deve essere approvato entro il 30 aprile di ogni anno.





