manifestazione per il no al referendum sul taglio dei parlamentari

IL FRONTE DEL NO: MAGGIORANZA SU TWITTER, MINORANZA ASSOLUTA NEL PAESE – NANDO PAGNONCELLI TRACCIA IL PROFILO DEL 30% DI ITALIANI CONTRARI AL TAGLIO DEI PARLAMENTARI: SONO STUDENTI O LAUREATI GIOVANI, RESIDENTI NELLE GRANDI CITTÀ E UTILIZZANO MOLTO IL SOCIAL NETWORK DEI CINGUETTII (DOVE IL NO AVREBBE DOVUTO VINCERE CON IL 90%)

 

 

Nando Pagnoncelli per il “Corriere della Sera”

 

manifestazione per il no al referendum sul taglio dei parlamentari

L'esito referendario non ha riservato grandi sorprese, l'affluenza e le scelte degli elettori hanno di fatto confermato le stime pubblicate su questa pagine due settimane prima della consultazione. La netta affermazione del Sì cela alcune differenze di grande interesse: la prima è di tipo territoriale, dato che i favorevoli alla riforma sono più presenti nei comuni di dimensioni medio piccole rispetto ai capoluoghi, nelle periferie rispetto ai centri cittadini, nelle regioni del Centrosud rispetto a quelli del Centronord, con l'eccezione di Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Liguria, dove il No, pur risultando minoritario, ha fatto registrare percentuali decisamente più elevate.

referendum sul taglio dei parlamentari 6

 

Quanto agli elettori dei singoli partiti, considerando gli orientamenti di voto attuali, oltre al prevedibile plebiscito di Sì tra i pentastellati (94,3%) e il No prevalente con il 53,2% tra i sostenitori delle liste minori di centrosinistra (presumibilmente preoccupati per la possibile riduzione dei propri eletti) si registra una quota di contrari alla riforma un po' più elevata tra leghisti (37,5%) e dem (36,9%).

 

LUIGI DI MAIO SORRIDENTE PER IL RISULTATO DEL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI

Nel Paese i Sì raggiungono un consenso più ampio tra gli elettori di 35 e 49 anni (72,9%), tra coloro che hanno la licenza elementare o nessun titolo (74,5%), tra gli operai (76,7%), le casalinghe (75%) e i ceti impiegatizi (74,6%), tra chi si informa esclusivamente (85,1%) o prevalentemente (73,9%) tramite la tv e tra le persone che dichiarano di non utilizzare nessun mezzo di informazione (76%) e tra quelli che si esprimono positivamente sul governo (75%).

 

IL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI BY ALTAN

Il No prevale solo tra gli studenti (51,6%) e ottiene maggiore seguito tra gli elettori più giovani (18 e 34 anni) con il 38,4%, tra i laureati (40,6%), tra gli imprenditori e i ceti dirigenti (40,7%), tra coloro che si informano prevalentemente tramite Internet (41,5) - e, tra i frequentatori dei social network, tra gli utilizzatori di Twitter (41,7%) rispetto a Facebook (32,3%) o Instagram (27,5) - e tra i critici nei confronti del governo (40,8%).

 

Dunque, il referendum ha evidenziato le consuete fratture territoriali e sociali, ma sarebbe semplicistico attribuire il Sì ai ceti popolari e il No ai benestanti. Le analisi, infatti, mostrano un intreccio di motivazioni alla base della scelta di voto: in entrambi gli schieramenti il merito della riforma ha riguardato una minoranza perché, come già ricordato, le competenze in ambito giuridico e istituzionale sono patrimonio di pochi e per la maggioranza degli italiani è risultato arduo capire le implicazioni della riforma.

 

manifestazione per il no al referendum sul taglio dei parlamentari 2

Per i più hanno avuto peso gli aspetti più emotivi e simbolici: la politica continua a essere impopolare (basti pensare che solo il 17% degli italiani dichiara di avere fiducia nei partiti) e il taglio dei parlamentari ha rappresento una ghiotta occasione per esprimere il proprio malessere nei confronti della politica.

 

Ma anche nel fronte del No si è manifestato un voto emotivo, o «di pancia» come si suol dire, una scelta finalizzata a contrastare il populismo, in una sorta di derby tra il populismo del Sì («mandiamoli a casa») e quello del No («fermiamo i populisti»). E infine c'è chi ha votato contro la riforma per ragioni tattiche, con l'obiettivo di mettere in difficoltà il governo nel caso di affermazione del No. Insomma, nonostante la Costituzione sia materia delicata e riguardi tutti i cittadini, ancora una volta è prevalso il tifo da stadio.

referendum sul taglio dei parlamentari referendum sul taglio dei parlamentarireferendum sul taglio dei parlamentari. referendum taglio parlamentariRADICALI PER IL NO AL REFERENDUMEMMA BONINO – NO AL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARImanifestazione per il no al referendum sul taglio dei parlamentari i seggi elettorali al tempo del coronavirusreferendum sul taglio dei parlamentari 2emma bonino al seggio

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...