FUGA PER LA CICORIA – LA CACCIA ALLE COPERTURE PER GLI 80 EURO IN BUSTA PAGA E’ UNA VIA CRUCIS – GIA’ PRONTA L’EXIT STRATEGY CHE VERRA’ NEGATA FINO ALL’ULTIMO: TAGLIO DELL’IRPEF CHE SPARISCE GIA’ A GENNAIO 2015 – PER LA SERIE “CHI HA AVUTO HA AVUTO E CHI HA DATO (IL VOTO) HA DATO”
DAGOREPORT
Ci sono almeno due "verità " che il ministro Padoan e i suoi uomini ai vertici del Tesoro, alle prese con la spasmodica caccia alle coperture per la famosa riduzione dell'Irpef in busta paga, vorrebbero poter dire in qualche modo a Renzie senza scatenare la terza guerra mondiale. La prima è che alla fine i tagli di Cottarelli su cui si sta lavorando sono tagli lineari. Sì, proprio gli odiosi tagli lineari "alla Tremonti", per usare un modo di dire caro al centrosinistra di opposizione. La seconda verità è che forse nel 2015 bisognerebbe rimangiarsi questa storia degli 80 euro di mancia pre-elettorale.
Sì, "mancia pre-elettorale". Dicono proprio così, i tecnici che stanno preparando il Documento economico e finanziario (Def) da mandare il 10 aprile a Bruxelles. Pier Carlo Padoan si sforza di prenderla con filosofia e da bravo economista sa muoversi "in situazione data". E qui, la scelta tutta politica del premier di "ridurre le tasse di 10 miliardi a 10 milioni di cittadini" viene trattata come fosse un fattore esterno da accettare e basta. Al pari degli uragani.
Certo, che si "comprino" così smaccatamente per 80 euro i consensi nella settimana delle Europee non è facile da accettare per nessun tecnico. Ma ormai indietro non si torna, dopo gli annunci di tre settimane fa. Solo che al momento, mentre in via XX Settembre si attendono i contributi dei vari ministeri sui risparmi possibili, emerge con sempre maggior chiarezza che le uniche coperture certe verrebbero dalla spending review di Lurch Cottarelli.
"Alla fine sono tagli lineari, bisogna ammetterlo", spiega un alto funzionario dell'Economia. Che poi anticipa il menu: ci sono parecchi tagli sulla spesa sanitaria (quasi un miliardo di euro), c'è Palazzo Chigi che darà il buon esempio, c'è un forte impatto sul bilancio della Difesa e molta tensione sui tagli del Viminale. Ogni dicastero, poi, sta congelando premi e incentivi per il personale, oltre ai capitoli di spesa relativi alle consulenze esterne.
E se il ministro Lorenzin sta "facendo i compiti" con un'applicazione molto apprezzata da Padoan, dove si prevede che ci sarà da litigare invece è con il Viminale. Angelino Alfano si lamenta per i sacrifici che il Tesoro vorrebbe imporre alle forze di polizia, specie per quanto riguarda il parco macchine e i mezzi in generale. Al momento raccontano che Renzie resiste alle lamentele del capo di Ncd, ma la corda non può essere tirata più di tanto. Anche perché Alfano, sui voti del comparto sicurezza ci conta eccome.
In ogni caso, è ormai evidente che la coperta verrà stirata il più possibile, sperando in un andamento migliore dell'economia italiana nel secondo semestre dell'anno. Ma se poi il pil e i consumi non dovessero reagire agli 80 euro di Renzi in busta paga?
La domanda al Tesoro se la fanno eccome e qualche risposta circola già . In un'eventualità del genere, che ovviamente nessuno al governo si augura, Renzie sarebbe costretto a mettere le mani avanti prima di Natale, parlando agli italiani più o meno così: "L'anno prossimo non siamo sicuri di poter replicare gli sgravi Irpef, del resto preferiamo non dovervi mettere le mani in tasca".
Certo, non è un bel discorso se uno deve andare al voto nel giro di qualche mese. Ma il calcolo del Rottam'attore forse è proprio questo: soldi subito e buon risultato alle Europee; poi un po' di sacrifici, altre riforme e di nuovo con il sorriso stampato in faccia alle politiche del 2018.
RENZI E PADOAN PADOAN FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE COTTARELLI carlo cottarelli