
OH MIA POVERA MADUNINA - L’EX SINDACO DI MILANO, GABRIELE ALBERTINI, SOTTO ACCUSA PER “CALUNNIA AGGRAVATA” AI DANNI DI ROBLEDO: LO AVREBBE INCOLPATO DI UNA SERIE DI REATI IN UN ESPOSTO NEL 2012
Luigi Ferrarella per “Il Corriere della Sera”
La Procura di Brescia contesta all’attuale senatore alfaniano ed ex sindaco pdl di Milano, Gabriele Albertini, l’ipotesi di «calunnia aggravata» ai danni del procuratore aggiunto milanese Alfredo Robledo: stando all’avviso di conclusione delle indagini, lo avrebbe falsamente incolpato di «tutta una serie di reati tra cui abuso d’ufficio e omissione d’atti d’ufficio» (poi esclusi dagli ispettori ministeriali) in un esposto inviato come europarlamentare il 22 ottobre 2012 al Ministero della Giustizia a proposito delle inchieste sugli emendamenti in bianco al Comune di Milano e sulla vendita delle azioni della Serravalle in rapporto alla posizione del ds Filippo Penati.
CAMERA ARDENTE DI GERARDO DAMBROSIO ALFREDO ROBLEDO
Ma l’aspetto più delicato della vicenda è che poggia anche su inedite intercettazioni del 2012 (provenienti dall’inchiesta napoletana su Finmeccanica passata poi per competenza a Busto Arsizio) tra l’allora europarlamentare e due alti magistrati come l’ex presidente (per 9 anni) della Corte d’Appello di Milano, Giuseppe Grechi, e l’ex numero due della Procura generale di Milano e poi prima donna magistrato nominata presidente di Corte d’Appello a Venezia, Manuela Romei Pasetti, che andati da poco in pensione erano appena entrati nel consiglio di vigilanza di Finmeccanica: intercettazioni del luglio 2012 nelle quali «Albertini richiedeva ai due ex magistrati di aiutarlo a tracciare un percorso per poter intraprendere una azione penale e/o disciplinare contro Robledo», e le due ex toghe (qui non indagate) «visionavano la documentazione inerente l’azione disciplinare».
Un po’ per cortesia e un po’ per interesse, se Romei Pasetti il 13 luglio coglie l’occasione per domandare ad Albertini: «Posso inviarti il mio curriculum per la mia nuova vita professionale, legge sulle quota rosa nei Cda? Ma non voglio essere invadente».
«Ricevo volentieri il tuo curriculum — le risponde l’europarlamentare — anche se credo potrei esserti utile soltanto se torno al governo». «Grazie ma non si sa mai, perché so che varie società stanno cercando donne», aggiunge Romei Pasetti.
Busto il 18 marzo stacca le intercettazioni e le trasmette a Brescia, che risulta averle riattivate a settembre: il 28 Albertini spiega a Romei Pasetti che «ho fatto un passo con il mio... chiamiamolo ambasciatore nei riguardi Alfano, che è l’onorevole La Russa». Alfano, ex ministro della Giustizia. Ma La Russa «mi ha un po’ scoraggiato — racconta Albertini — perché mi ha detto che secondo lui ehm... data la situazione e soprattutto per non essere accusato di interferenze nei riguardi della linea del Guardasigilli... secondo lui la trasmissione della documentazione la fa (Alfano, ndr), ma pressioni o interventi...» (non li farà, ndr ).
«Quello è un menarrosto sai, ha paura di esporsi», commenta Romei Pasetti, suggerendo ad Albertini di «chiedere un incontro direttamente al ministro» Severino.
L’11 ottobre 2012 Albertini inoltra a Grechi un sms nel quale il direttore generale del ministero della Giustizia, Luigi Birritteri, gli diceva: «Tutti i documenti sono in mio possesso e sono già in valutazione. Appena l’esame sarà completato le faccio sapere». Pochi giorni, e Albertini informa Romei Pasetti che un imprecisato “lui” gli ha telefonato per avvisarlo che «ci sono elementi sufficienti perché il ministro avvii la procedura, quindi mi ha detto di mandarla al signor ministro e per il tramite del capo di gabinetto», e Romei Pasetti commenta: «Fantastico...intanto è avviata bene». «Grazie cara Emanuela — dice Albertini —, sei stata preziosa».
Ora la difesa, affidata all’avvocato Augusto Colucci, ribatte che «le intercettazioni sono l’ennesima prova che Albertini non voleva calunniare Robledo», giacché «il far esaminare tutta la documentazione a due ex magistrati di notevole calibro e spessore giuridico era perché dessero le loro valutazioni sull’esattezza dell’esposto». Se mai, secondo la difesa «francamente stupisce la quasi concomitanza tra la denuncia presentata da Robledo il 27 marzo 2013 e la nota a Brescia del 18 marzo del pm di Busto, Fusco, che ad abundantiam ricordiamo per 8 anni a Milano con uffici prossimi a quelli di Robledo».
Albertini chiede di essere interrogato presto dai pm Fabio Salamone e Paolo Savio a Brescia, dove ha anche una causa civile con Robledo, perché sostiene che gli ispettori ministeriali si sarebbero limitati a sposare acriticamente le memorie difensive del pm. Per la difesa, ad esempio, l’accesa polemica sull’interrogatorio notturno da parte di Robledo di un funzionario comunale troverebbe linfa in una telefonata registrata da Albertini con questa persona.
Sulla conclusione delle indagini sulla Serravalle, trasmesse dopo anni a Monza, rimarca che «gli stessi ispettori» hanno ravvisato «una inerzia obiettivamente pregiudizievole», a loro avviso «non grave in quanto le risultanze della consulenza tecnica non avrebbero comunque consentito l’utile prosecuzione delle indagini»: ma sul punto obietta che la perizia sul prezzo di vendita della Serravalle lo indicava congruo solo se tra privati, non se tra un ente pubblico e un privato, e ricorda che la Corte dei Conti per questa incongruità contesta (anche a Penati) un danno erariale di 100 milioni.