GABRIELLI SOTTOSEGRETARIATO ALLA PROTEZIONE CIVILE? - SANTADECHE’-RAVETTO-COMI, PREZZEMOLINE PDL IN TV

A cura di Gianluca Di Feo e Primo Di Nicola per "l'Espresso"

1 - DANIELA REGINA DEL VIDEO
S. A. - Instancabile pendolare tra l'Europarlamento e i salotti televisivi, le ripetute ospitate tv sono costate a Lara Comi qualche tirata d'orecchie (celebre la sfuriata incassata
da Massimo Cacciari su La7) e più di un malumore all'interno del suo partito, il Pdl. Eppure, stando ai dati di Geca Italia, laboratorio di indagine sulla comunicazione audiovisiva, non è a lei che spetta il record di minutaggio in tv tra le amazzoni berlusconiane.

Nei mesi di marzo e aprile, la Comi ha totalizzato 4 ore 35 minuti e 53 secondi di tempo di antenna (totale), ripartite in 4 ore 35 minuti di tempo di parola (22 volte in 60 giorni è stata ospite in studio o in collegamento) e in 53 secondi di tempo di notizia (citazioni), distribuite tra i tg e i programmi di informazione Rai, Mediaset, La7, Sky Tg24, Repubblica Tv e Deejay Tv.

Nello stesso periodo Daniela Santanchè si è data molto più da fare: 6 ore 54 minuti e 53 secondi di antenna con 23 ospitate. Più della Comi ha fatto anche Laura Ravetto: 5 ore e 24 minuti in totale, ma con 21 apparizioni (una in meno della Comi). Decisamente staccata Mara Carfagna, che si è dovuta accontentare in tutto di 2 ore e 38 minuti e di appena 8 partecipazioni dirette.

2 - CROCETTA SPEGNE LA LUCE
A. Be. - La Regione siciliana non può più permettersi di pagare 200 milioni
per la bolletta dell'energia elettrica; e in tempi di crisi corre ai ripari invitando i circa 22 mila dipendenti a limitare l'uso degli ascensori e dei condizionatori. Un appello, quello degli uffici retti da Rosario Crocetta, simile a quello lanciato ai venezuelani da Hugo Chávez durante la siccità che colpì il Paese sudamericano qualche anno fa. E allora niente ascensore con una scelta che, si legge nel "manuale per il risparmio energetico", ogni dipendente dovrà rispettare e farà bene pure alla salute. E stop pure alle macchinette del caffè: a meno che chi le fornisce non si accolli il costo dell'energia.

3 - COMISO NON DECOLLA
A. Be. - A Comiso ora l'aeroporto c'è, ma di aerei non se ne vedono. Sindaci e autorità ragusane hanno affollato l'inaugurazione dello scalo sorto nella vecchia base degli euromissili. Un aeroporto piccolo ma dove c'è tutto, con una quarantina di persone al lavoro, tra addetti al check in, alla torre di controllo e pompieri. Il costo per la Regione
è di 300 mila euro al mese. Ma nessun decollo: almeno fino a non prima del 7 agosto, quando dovrebbe partire il Comiso-Ciampino. «Fino a oggi non c'è un contratto con una compagnia aerea», si lamentano alcuni amministratori accusando la Sac, la società che gestisce pure l'aeroporto di Catania, di non portare voli.

4 - MAXI RISARCIMENTI TELECOM: PRONTO? PAGA BONDI
P. D. N. - Dodici milioni 250 mila euro. Per danni morali e d'immagine, oltre a quelli professionali e patrimoniali. È l'ammontare del maxi risarcimento danni chiesto dall'ex segretario generale di Telecom Italia, Vittorio Nola, a Enrico Bondi, che della stessa compagnia telefonica venne nominato amministratore delegato nell'estate del 2001.

La novità spunta dopo che la scorsa settimana il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e il pm Antonio D'Alessio hanno chiesto il processo per l'ex commissario straordinario della Parmalat e alla spending review e, fino a pochi giorni fa, amministratore delegato dell'Ilva. Secondo i magistrati, nell'agosto 2001 Bondi avrebbe dichiarato il falso nell'inchiesta sulla messinscena della finta "cimice" trovata nella sua auto dopo l'insediamento a capo di Telecom e con la quale si pensò potesse essere stato spiato.

Per i pm Robledo e D'Alessio, il supermanager attribuì la responsabilità proprio a Nola e per questo lo licenziò anche se, chiamato a testimoniare, spiegò di averlo avvicendato in una normale operazione di ristrutturazione. Una versione contro la quale Nola si è battuto invano in questi 12 anni, anche se persino l'allora patron di Telecom, Marco Tronchetti Provera, ha ammesso che Bondi lo rimosse proprio perché «ritenuto responsabile della cimice». Adesso la procura di Milano gli dà ragione, consentendogli di chiedere a Bondi il risarcimento milionario e a Telecom di essere reintegrato.

6 - FRANCESCANI AL TRAGUARDO
M. La. - Papa Francesco nomina il suo primo vescovo francescano. È l'aretino Rodolfo Cetoloni, 67 anni, per 13 anni vescovo di Montepulciano, amico, tra gli altri, di Rosy Bindi e del patron di Unicoop Turiddo Campaini, con il quale condivide l'amore e la solidarietà per la Palestina. La nomina di papa Bergoglio ha sorpreso gli ambienti ecclesiali toscani perché per la sede di Grosseto, vacante dal settembre scorso quando monsignor Alessandro Agostinelli è stato trasferito a Prato, era stato fatto il nome del vescovo ausiliare di Firenze Claudio Maniago, accusato di aver protetto don Lelio Cantini, il parroco fiorentino che, fra il 1973 e l'87, avrebbe violentato diciannove ragazze. Una scelta, quella di Cetoloni, che fa esultare gli ambienti cattolici progressisti, ma rappresenta una bocciatura di Maniago. Che le vittime di don Cantini non vogliono in Toscana.

7 - VADE RETRO, GIORNALISTA
T. M. - La Procura di Bologna è off limits per i giornalisti. Il divieto di circolare liberamente per i piani del Palazzo di giustizia è scattato il 18 febbraio scorso, poco dopo il trasferimento degli uffici da piazza Trento e Trieste a via Garibaldi. I giornalisti solo per un'ora possono accomodarsi in una stanzetta chiamata "sala stampa". Qui aspettano Valter Giovannini, il procuratore aggiunto delegato ai rapporti con i giornali.

Il magistrato delegato ai rapporti con la stampa è previsto nell'articolo 5 della riforma Castelli. Ma mentre in altre procure la norma non è stata interpretata in modo così rigido, a Bologna è applicata alla lettera. Una parallela restrizione c'è stata anche per gli avvocati, che ora incontrano i pm solo su appuntamento. A sbloccare la situazione ci sta provando il presidente dell'Ordine dei giornalisti Emilia Romagna, Gerardo Bombonato, che pressato dai colleghi ha inviato la settimana scorsa una lettera al procuratore facendo leva sulla necessità dei cronisti di verificare le notizie.

8 - QUEL GABRIELLI È MOLTO PROTETTO
Mancata la nomina ai vertici della Polizia, dove la scorsa settimana, raccogliendo l'eredità del compianto Antonio Manganelli, è stato nominato Alessandro Pansa, Franco Gabrielli, capo del dipartimento della Protezione civile, ha a questo punto un'unica aspirazione: continuare sì a occuparsi di disgrazie ed emergenze, ma con la carica aggiuntiva di sottosegretario. Per la verità, il nome di Gabrielli era corso anche come possibile sottosegretario con delega ai servizi segreti, ma nella corsa l'ha spuntata
alla fine Marco Minniti che è riuscito a prendere il posto del prefetto Gianni De Gennaro.

Insomma, due occasioni mancate e tanta delusione. Che potrebbe però essere ripagata con il sottosegretariato alla Protezione civile a suo tempo inventato proprio per il predecessore e grande sponsor di Gabrielli, Guido Bertolaso. Fonti governative assicurano che, se si dovesse optare per questa soluzione, grandi difficoltà non dovrebbero essercene, anche perché Gabrielli conta sull'appoggio sicuro del presidente del Consiglio Enrico Letta, suo estimatore e amico
da vecchia data.P. D. N.

 

 

Franco GabrielliL’arrivo a Montecitorio di Daniela SantanchèLaura Ravetto LARA COMI Rosario CrocettaAeroporto di Comiso x ENRICO BONDI

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