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NON SOLO IL CASO GENOVA: DA NORD A SUD, LA TELA CHE IL MOVIMENTO 5 STELLE STA TESSENDO IN VISTA DELLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DELL'11 E 25 GIUGNO MOSTRA STRAPPI E LACERAZIONI CHE RENDONO INQUIETO BEPPEMAO - ECCO LO SCENARIO
Cesare Zapperi per il “Corriere della sera”
A Genova bisogna far fronte ad una causa penale e ad una civile. A Parma, dopo l' addio del sindaco Federico Pizzarotti, ci sono ben tre gruppi che ambiscono a correre sotto le insegne ufficiali e finora non è stata presa alcuna decisione. A Piacenza lo scontro tra il candidato del Meet-up e quello proposto dai consiglieri comunali si è concluso con la vittoria del secondo, ma il fuoco cova ancora sotto la cenere. E a Palermo, il prescelto per sfidare Leoluca Orlando, Ugo Forello, non gode della fiducia (anzi...) del deputato più influente, Riccardo Nuti.
Da Nord a Sud, la tela che il Movimento 5 Stelle sta tessendo in vista delle elezioni amministrative dell' 11 e 25 giugno mostra strappi, lacerazioni, smagliature che, a dispetto dell' ostentata tranquillità, rendono inquiete le giornate di Beppe Grillo e di tutto lo stato maggiore pentastellato.
La causa civile Alessandro Di Battista ieri ha derubricato l' apertura di un fascicolo per diffamazione contro di lui e il fondatore per la querela presentata dalla candidata sindaco genovese (prima votata, poi esclusa) Marika Cassimatis come un «fatto normale». Meno normale, secondo il deputato romano, sarebbe l' atteggiamento del sistema mediatico, definito «spudorato contro il M5S». Ma per i vertici del Movimento l' insidia vera che viene da Genova non è tanto la causa penale quanto l' azione civile con la quale Cassimatis chiede al Tribunale di cassare la nomina del suo avversario Luca Pirondini e di essere rimessa a capo della lista pentastellata. C' è il rischio di un clamoroso ribaltone.
I vertici M5S come arma di difesa contano sul fatto che il simbolo appartiene a un «Movimento 5 Stelle» (scritto con la v minuscola) con sede a Genova, distinto solo formalmente dal «MoVimento 5 Stelle proprio in funzione anti-cause legali, e governato da un direttorio formato da Beppe Grillo, da suo nipote Enrico e dal commercialista Enrico Maria Nadasi.
Questo potrebbe comunque rifiutare alla Cassamatis l' utilizzo delle 5 Stelle. Ma la materia è complessa e forse solo il Tribunale riuscirà a mettere ordine. Di certo c' è che Grillo è sì intervenuto duramente contro Cassimatis ma non è entrato nel dettaglio delle contestazioni. Un atteggiamento che si spiegherebbe con la volontà del fondatore di non alimentare le cause, visto che si stanno moltiplicando.
alessandro di battista autostop
Parma, una lista per tre La situazione, seppur per tutt' altre ragioni, è confusa anche a Parma. Il vuoto lasciato da Pizzarotti, che ha fondato «Effetto Parma», non è stato riempito. In consiglio comunale ci sono due consiglieri che si fregiano del nome M5S. Di recente è stato fondato un nuovo Meet-up, chiamato «Ducato 5 Stelle».
Anche il tentativo di pacificazione di Massimo Bugani, fedelissimo di Grillo, non ha sortito effetti. Risultato? Tre gruppi distinti hanno chiesto alla Casaleggio l' ok a presentarsi come M5S.
A Piacenza, invece, pare tornato il sereno dopo il voto dei giorni scorsi alle Comunarie che ha sancito la vittoria del candidato proposto dai consiglieri comunali uscenti, Andrea Pugni, contro la sfidante proposta dal locale Meet-up, Rosarita Mannina (59 voti a 31). A Padova, invece, Simone Borile ha battuto nettamente Leonardo Forner (108 a 48), in un clima comunque tutt' altro che sereno. Come quello che si respira a Imperia. Qui non si vota a giugno ma gli attivisti locali hanno presentato un esposto alla prefettura per la mancata decadenza del capogruppo M5S, Cara Glorio, rea di troppe assenze in consiglio comunale.