“IL COMUNISMO È FALLITO, IL CAPITALISMO PURE, E CUBA È ANCORA LÌ” - GIANNI MINÀ SCATENATO A “RADIO2”: “ROMA? MOLTI DIMENTICANO CHE SIAMO CON LE BRAGHE IN MANO DA 20 ANNI. L’UNICO SINDACO CHE SE LA STAVA CAVANDO ERA IGNAZIO MARINO. UN’INTERVISTA CON CRISTIANO RONALDO OGGI NON VALE UNA CON IL MARADONA DI IERI. DIEGO È PIÙ COLORITO, ALLEGRO, SPIRITOSO E…”
Gianni Minà è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2nel corso del format I Lunatici, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in onda ogni giorno dall'1.30 alle 6.00 del mattino.
Gianni Minà ha parlato dell'attuale momento politico italiano: "Bisogna avere un po' di onestà intellettuale, cosa che manca in questo momento ai nostri candidati. Ad esempio molti dimenticano che noi a Roma siamo con le braghe in mano da 20 anni. Non è che si può scoprire adesso quello che succede.
L'unico sindaco che la stava cavando era Marino, alla fine l'hanno messo in croce e ora si scopre che forse questo professore era il meno peggio. A livello nazionale non ho un'idea politica precisa, sono un progressista, sono uno di sinistra, ma non frequento nessuna entità, mi paiono fuori tempo. Destra e sinistra però se hai buonafede riesci sempre a riconoscerle, altrimenti è qualunquismo".
Minà, poi, ha parlato di Cuba: "Trump ha tradito tutta l'apertura che era arrivata da Obama. Io ho imparato che le grandi nazioni hanno tutte un modo di fare che prescinde dalle speranze delle piccole nazioni. Cuba ha dato una lezione al mondo occidentale. Il comunismo è fallito, il capitalismo è fallito, e Cuba è ancora lì.
Evidentemente su quello che succedeva a Cuba dovevamo studiare di più e non credere soltanto a quello che scrivevano le agenzie di comunicazione imbeccate dagli Stati Uniti. La rivoluzione aveva in testa una nazione colta, dove tutti avessero il minimo per vivere decorosamente, che è un'altra cosa rispetto ai Paesi dove ci sono milioni di persone che vivono agiatamente ma ce ne sono anche milioni che crepano di fame".
Sul momento storico: "La mia generazione ha avuto fortuna. Ha vissuto i 10 o 15 anni più ricchi di tutto. Di cultura, di inventiva, di speranze e di sogni. Abbiamo visto il miglior cinema, il miglior teatro, la miglior musica. Abbiamo vissuto tutto quello che di bello l'essere umano può essere in grado di regalare. Oggi invece gli uomini puntano a difendere il pochissimo che hanno. Forse sognare non è più alla portata. Di me dicevano che sono ingovernabile. Pensavano di insultarmi, invece per me è un orgoglio".
Su Diego Armando Maradona: "Mi chiedete se un'intervista con il Cristiano Ronaldo di oggi ne valga una con il Diego Armando Maradona di ieri? No! Maradona è più colorito, allegro, spiritoso, qualche volta esageratamente. E' stato vicino a tutti i capi di stato latino americano progressisti degli ultimi decenni.
Per un periodo sembrava che nel continente dovesse prevalere questa via libertaria, poi immagino che le multinazionali che comandano l'economia mondiale non abbiano gradito la presenza di questi personaggi che parlavano, praticandole, di libertà e democrazia. Un aneddoto su Maradona? Subito dopo la semifinale con l'Italia nei mondiali del 1990, eravamo d'accordo che mi avrebbe rilasciato una intervista.
Lui non parlava con i giornalisti, parlava solo con me. L'Italia era fuori, perché Maradona aveva segnato l'ultimo rigore. Lo trovai negli spogliatoi ancora in tenuta da campo. Iniziai a parlarci, tutti gli altri giornalisti si precipitarono verso di noi ma lui disse con tono principesco che aveva un appuntamento con il signor Minà".
GIANNI MINA' MARADONA 1maradona al san carlo gianni mina e maradona