giorgetti meloni tajani salvini

“TAGLIATE LE VOSTRE SPESE O FARÒ LA PARTE DEL CATTIVO” – IL MINISTRO DELL’ECONOMIA GIORGETTI, CHE NON SA COME METTERE INSIEME UNA LEGGE DI BILANCIO CHE OSCILLA TRA I 23 E I 25 MILIARDI, MANDA UN AVVISO AI COLLEGHI MINISTRI, CHIEDENDO UNA SPENDING REVIEW DI ALMENO TRE MILIARDI: “DEVONO FARE QUALCHE SACRIFICIO E RINUNCIARE A PROGRAMMI INUTILI” – IN ALTERNATIVA, PASSERA’ LUI CON L’ACCETTA: UN TAGLIO DEL 5% DEI FONDI SU TUTTI I MINISTERI E VIA – MA LA SUA SPARATA DA “MAESTRINO” FA INCAZZARE TUTTI NEL GOVERNO: “NON DECIDI TU” – IN PRIMIS SALVINI (“DIFENDERÒ IL MIO BUDGET”) CHE POI CONSIGLIA A GIORGETTI DI EVITARE LA PARTE DEL “CATTIVO”: “LA FACCIA DURA LASCIALA A MELONI”

1 - GIORGETTI AI MINISTRI “TAGLIATE LE VOSTRE SPESE O FARÒ LA PARTE DEL CATTIVO”

Estratto dell’articolo di Valentina Conte per “la Repubbica”

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini

Si dice pronto a «vestire la parte del cattivo». Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, dopo i già declamati «sacrifici per tutti», dalle banche ai proprietari di case ristrutturate col Superbonus, mette ora nel mirino i colleghi ministri. «Senza proposte per ridurre la spesa, ci penserò io», dice alla festa del Foglio. «Anche loro devono fare sacrifici, rinunciare a qualche programma, magari totalmente inutile». In gioco ci sono gli aiuti alle famiglie: «Meritano un trattamento migliore perché sostengono più spese, se hanno figli giovani o in età scolare.Speriamo di dare un segnale».

 

Appuntamento a martedì quando il governo approverà il Dpb, il documento programmatico di bilancio, la cornice della manovra da inviare a Bruxelles. Lì potrebbe esserci anche la sorpresa per i colleghi ministri: 3 miliardi di tagli alle spese dei dicasteri anziché i 2,4 miliardi già previsti per il 2025.

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini

La cifra balla. Non si esclude che si possa salire anche oltre i 600 milioni extra. Dipenderà dalle esigenze di copertura di una legge di bilancio che oscilla tra 23 e 25 miliardi. La revisione della spesa pubblica ormai è un sentiero obbligato. Non solo perché rappresenta una riforma del Pnrr. Ma perché lo stesso Psb, il Piano strutturale di bilancio, ruota tutto attorno alla spesa da comprimere e tenere al di sotto del Pil per abbassare deficit e debito. Ecco dunque spiegata la velata minaccia di Giorgetti ai colleghi: «Se non mi dite dove intervenire, faccio io con i tagli lineari». Un 5% su tutti e via.

 

L’indolenza dei ministri accenderà presto casi politici. Non solo Matteo Salvini, vicepremier e capo della Lega nonché ministro di Infrastrutture e Trasporti: «Difenderò il mio budget». Ma anche il ministro della Sanità Orazio Schillaci che vorrebbe 4 miliardi per la sanità, ne otterrà forse la metà.

giancarlo giorgetti e matteo salvini

 

[…] in queste ore i tecnici del ministero dell’Economia lavorano di forbici, oltre che di bilancino sui balzelli da potenziare (come Ires e Irap per banche e imprese). La spending review, la revisione della spesa, impatta molto sui ministeri: in quattro anni, dal 2023 al 2026, devono tagliare 7,6 miliardi (la metà a carico del solo ministero dell’Economia). Molti per ora sono solo tagli sulla carta. Di questo si lamenta Giorgetti. Anche gli enti locali da quest’anno al 2028 devono assicurare 600 milioni all’anno al bilancio dello Stato. Il conto potrebbe salire anche per loro. […]

 

2 - IL GELO DEI COLLEGHI “NON DECIDI TU” E SALVINI: LA FACCIA DURA LASCIALA A MELONI

Estratto dell’articolo di Antonio Fraschilla per “la Repubblica”

 

SALVINI MELONI GIORGETTI 1

Il clima gelido nel governo Meloni dopo la strigliata del ministro Giancarlo Giorgetti trapela dalla reazione del collega Francesco Lollobrigida. Il ministro dell’Agricoltura risponde subito al titolare dell’Economia Giorgetti che parla di “sacrifici da fare” e minaccia i componenti dell’esecutivo sui tagli al bilancio. Ministro Lollobrigida, allora, lei cosa risponde a Giorgetti chiedono i cronisti: «Mah, in realtà non ho sentito il suo intervento, cosa ha detto? I tagli? Ma noi all’Agricoltura siamo pronti, ci sono spese da rivedere, certo». Quindi ridurrà il suo budget e farà tagli? «No, non mi faccia dire cose che non ho detto».

 

valditara locatelli salvini giorgetti calderoli

La risposta a Giorgetti da FdI è già arrivata insomma. In realtà appena battuta dalle agenzie l’uscita del ministro dell’Economia il primo a stopparlo è stato il suo stesso leader di partito, il ministro e vicepremier Matteo Salvini, da Monza: «Sta per cominciare la sessione di bilancio, oggi (ieri, ndr ) incontro il ministro Giorgetti per difendere il mio budget». Come dire, altro che tagli. E a sostenere la linea è il capo partito del ministro, mica uno qualunque.

 

Ma in realtà tutti i ministri sono gelidi nei confronti dell’uscita di Giorgetti e dai toni da “maestrino” utilizzati: «Non siamo allievi suoi e non può fare la parte di chi ci bacchetta in questo modo», sibila un ministro contattato da Repubblica. La linea di tutti comunque è quella della cautela senza nessuna imposizione dall’alto: «Io sono contrario ai tagli lineari, un euro speso per un motivo non è uguale a un euro speso per un altro», dice il ministro dello Sport, il meloniano Andrea Abodi.

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini

I ministri a capo dei dicasteri più ingombranti anche come spesa fanno spallucce. Gelo da parte del ministro della Difesa Guido Crosetto. Sulla richiesta di Giorgetti di fare tagli «se no interverrò io» risponde secco: «Mai sentita». Mentre dalle parti della Difesa si limitano a far notare che non sono arrivate richieste di tagli dal ministero dell’Economia.

 

Anzi, la Difesa ha appena presentato il suo bilancio nella commissione di merito alla Camera e dalla relazione emerge la richiesta urgente di nuove risorse, con un budget crescente per l’acquisto di armi, passato da 6 a 7 miliardi nell’ultimo anno, e con contratti in essere che vanno onorati e che valgono 22 miliardi di euro.

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini

[…] alcuni ministri, a partire da quello interessato alla sanità, sono preoccupati e mettono le mani avanti: «A noi non sono stati chiesti tagli», dicono dal ministero della Salute guidato da Orazio Schillaci, che in realtà dovrebbe avere due miliardi di euro in più rispetto allo scorso anno. Una cifra considerata insufficiente dalle Regioni, che chiedono almeno 4 miliardi in più per far fronte al costo dell’inflazione e assumere camici bianchi.

 

Il ministro dello Sviluppo economico Adolfo Urso, che ha in mano tutti i capitoli sul sostegno alle imprese e alle filiere che valgono miliardi di euro, para il colpo: «Noi daremo, come sempre, le nostre indicazioni in merito ad eventuali tagli per evitare impatti negativi sulle misure efficaci di sostegno alle imprese — dice — non intaccheremo certo le misure a sostegno delle risorse che sono risultate efficaci».

 

tajani giorgetti

La coperta in molti dicasteri è corta e arrivare a pochi giorni dalla manovra di bilancio con richieste così stringenti e “lineari” sui tagli sta creando non poca irritazione nel governo, anche per l’immagine che sta passando: di un ministro, Giorgetti, che vuole salvare il Paese e gli altri no. Ma a Salvini non piace invece l’immagine opposta e altrettanto possibile: quella del suo ministro cattivo e degli altri buoni. I due ieri si sono visti a Milano. Bocche cucite sul confronto, anche se il clima è stato più che sereno. Salvini avrebbe consigliato al ministro di non usare mai la parola “tasse” e di evitare di assumere lui il ruolo del “cattivo” e lasciare l’arduo compito di imporre tagli ad altri: in primis al la premier Meloni.

Ultimi Dagoreport

pier silvio berlusconi marina giorgia meloni sergio mattarella antonio tajani matteo salvini

AZZ! LA DUCETTA CI STA PENSANDO DAVVERO DI PORTARE L’ITALIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026 - PERCHÉ TANTA URGENZA? NON C’ENTRANO SOLO GLI SCAZZI CON IL TRUMPUTINIANO SALVINI, LA CERTEZZA DI AVER RAGGIUNTO, NELLO STESSO TEMPO, L’APICE DEL CONSENSO E IL MASSIMO DISGREGAMENTO DELL'OPPOSIZIONE: MA ANCHE LA CONSAPEVOLEZZA, TRA DAZI E INFLAZIONE, DI UN PROSSIMO FUTURO ECONOMICO ITALIANO MOLTO INCERTO - E PRIMA CHE SOPRAGGIUNGA UN CROLLO DI CONSENSI, MEJO COGLIERE IL MOMENTO PROPIZIO, DA QUI ALLA PRIMAVERA 2026, PER CONSOLIDARE IL GOVERNO (SEMPRE CHE MATTARELLA DECIDA DI SCIOGLIERE LE CAMERE) – ALTRA ROGNA PER GIORGIA E' IL FUTURO DI FORZA ITALIA: I PARLAMENTARI CHE FANNO CAPO A MARINA BERLUSCONI SCALPITANO DA UN PEZZO PER UN GOVERNO PIU' LIBERAL ED EUROPEISTA. MA UN SOSTITUTO DELL'INETTO TAJANI NON SI TROVA (ANNI FA IL CAV. L'AVEVA INDIVIDUATO IN GUIDO CROSETTO) - L'ULTIMO FORTE STIMOLO CHE SPINGE LA PREMIER AD ANDARE AL VOTO NELLA PRIMAVERA 2026 POTREBBE ESSERE ANCHE QUESTO: SAREBBE UN GOVERNO MELONI NEL 2029 A GESTIRE IN PARLAMENTO L'ELEZIONE DEL NUOVO CAPO DELLO STATO (E L'UNDERDOG GIORGIA FRA DUE ANNI FESTEGGERA' QUEL MEZZO SECOLO NECESSARIO PER SALIRE SUL COLLE PIU' ALTO...) 

donald trump giorgia meloni economia recessione

DAGOREPORT – ASPETTANDO L'OPPOSIZIONE DE' NOANTRI (CIAO CORE!), VUOI VEDERE CHE LA PRIMA BOTTA DURISSIMA AL GOVERNO MELONI ARRIVERA' DOMANI, QUANDO L'ECONOMIA ITALIANA SARÀ FATTA A PEZZI DAI DAZI DI TRUMP? - QUALCUNO HA NOTIZIE DEL FAMOSO VIAGGIO DELLA DUCETTA A WASHINGTON PER FAR CAMBIARE IDEA AL TRUMPONE? SAPETE DOVE E' FINITA LA “MERAVIGLIOSA GIORGIA” (COPY TRUMP), "PONTE" TRA USA E UE? SI E' DOVUTA ACCONTENTARE DI ANDARE DA CALENDA! E GLI ELETTORI INIZIANO AD ACCORGERSI DEL BLUFF DA “CAMALEONTE” DELLA PREMIER: FRATELLI D’ITALIA È SCESO AL 26,6%, E IL GRADIMENTO PER LA STATISTA FROM GARBATELLA È CROLLATO AI MINIMI DAL 2022 – IL PNRR A RISCHIO E LA PREOCCUPAZIONE DEL MONDO ECONOMICO-FINANZIARIO ITALIANO...

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO