giorgia meloni media giornalisti stampa

A CHI LA STAMPA? A NOI! – IL COLUMNIST DEL “NEW YORK TIMES” DAVID BRODER DEMOLISCE I GIORNALI E LE TV ITALIANE: “TRA I PRINCIPALI MEDIA ITALIANI, C’È LA TENDENZA A RACCONTARE MELONI PROPRIO NEL MODO IN CUI LEI VUOLE ESSERE RACCONTATA E SI ARRIVA PERSINO A RIPRODURRE PRODOTTI PRECONFEZIONATI” – DANIEL VERDÚ, CORRISPONDENTE DI “EL PAÍS”: “È CURIOSO, IL ‘CORRIERE’ CHIAMA ULTRADESTRA VOX, MA NON MELONI. L’ULTRADESTRA È SEMPRE QUELLA DEGLI ALTRI!” – IL DAGOREPORT SULL’‘INTERVISTA COLLETTIVA” SCODELLATA DALLA DUCETTA

Articoli correlati

E LA DUCETTA SCODELLO L'

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Estratto dell’articolo di Francesca De Benedetti per “Domani”

 

GIORGIA MELONI E I GIORNALISTI

Giorgia Meloni vuole «cambiare la narrazione» – per usare un’espressione cara al suo governo – e raccontare l’estrema destra come pragmatica, moderata, digeribile. La presa della «narrazione» è funzionale alla presa del potere. L’operazione è lampante: l’assalto alla Rai, gli attacchi alla libera informazione, i fastidi per le conferenze stampa. Ciò che non era scontato era la sindrome di Stoccolma.

 

«Il fatto è che, anche tra i principali media italiani, c’è la tendenza a raccontare Giorgia Meloni proprio nel modo in cui lei vuole essere raccontata». Si arriva persino a «riprodurre prodotti preconfezionati»: li chiama così, David Broder, colloquiando con Domani; e parla con cognizione di causa, visto che su Giorgia Meloni ha scritto un libro – Mussolini's Grandchildren – oltre che un urticante editoriale sul New York Times (What’s Happening in Italy Is Scary, and It’s Spreading; Quel che accade in Italia è spaventoso, e dilaga).

 

David Broder - the new york times

Nelle stesse ore in cui Joe Biden si prestava alle foto e alle strette di mano con la premier italiana, Broder metteva in guardia dalla prima pagina: attenzione a non normalizzare l’estrema destra. Attenzione perché «se si racconta che Giorgia Meloni si è convertita da populista a pragmatica si tralascia quel che sta davvero facendo in Italia».

 

Peccato che proprio in Italia si racconti quella versione della storia. Daniel Verdú, che è il corrispondente di El País in Italia, non se ne capacita. Nei giorni delle elezioni spagnole lo ha anche denunciato pubblicamente: «Certo che è curioso, il Corriere chiama ultradestra Vox, ma non Meloni. L’ultradestra è sempre quella degli altri!». E a voce spiega che per lui «far finta che Meloni non condivida un’agenda con Vox è assurdo, definirla centrodestra per me è ridicolo».

 

Daniel Verdu - el pais

Se è vero che in Europa il centrodestra dei popolari – con il grande “normalizzatore” Manfred Weber – ha sfondato il cordone sanitario verso l’estrema destra, non era scontato né inevitabile che oltre alla politica anche una fetta autorevole del mondo dell’informazione assecondasse l’operazione. Il cordone si è rotto anche sui giornali, invece, e gli osservatori esterni se ne accorgono.

 

Mentre Verdú di El País evidenzia le scelte di campo semantiche – l’estrema destra che in Italia viene presentata come moderata, conservatrice o «centrista» – Jacopo Barigazzi di Politico Europe lancia l’allerta sulla mancanza di dialogo.

 

Il 12 agosto Barigazzi da Bruxelles è arrivato a rivolgersi direttamente – su Twitter – al Corriere: «Caro Corriere, potresti per favore smetterla di pubblicare lettere di Meloni, che molto raramente accetta interviste? Lasciare che il potere tratti i giornali come una casella di posta non aiuta la democrazia (e il buon giornalismo)».

 

Jacopo Barigazzi

Che le interviste siano «rare» lo conferma ad esempio Verdú, che attende invano. Che Meloni spedisca lettere, lo si vede anche in frangenti delicati: è con un monologo che ha gestito questioni per lei complesse come l’anniversario della liberazione dal nazifascismo.

 

Broder osserva che «in generale Giorgia Meloni cerca di rilasciare prodotti preconfezionati; lo ha fatto in campagna elettorale e non solo; quando ha parlato ai media internazionali per smentire i rapporti tra il suo partito e il neofascismo, ha rilasciato il video senza possibilità di fare domande; quando è andata in Tunisia, ancora niente domande. Evidentemente fa parte della strategia di comunicazione di Fratelli».

 

CORRIERE DELLA SERA - INTERVISTA GIORGIA MELONI - 14 AGOSTO 2023

Se sulla stampa finiscono le lettere-monologo, sulla tv pubblica dell’èra Meloni capita che vada in onda mezz’ora di video preconfezionato. La messa in onda – senza intermediazione giornalistica – di 27 minuti di “Appunti di Giorgia” (il monologo della premier) ha scatenato la protesta del comitato di redazione di RaiNews24.

 

«Mi sono rivolto al Corriere che è considerato il giornale più autorevole in Italia quando ho visto che l’abbondanza di lettere non corrisponde alle possibilità di dialogo», ricostruisce Barigazzi. Un paio di giorni dopo il suo appello, è comparsa una breve intervista “a media unificati” su Corriere, Repubblica e Stampa.

 

«Rispetto al grande interesse che c’è in Europa nei confronti di Meloni, colpisce che la premier abbia un atteggiamento spesso riluttante a sedersi a un tavolo per confrontarsi a tutto campo. Abituarsi alle lettere vuol dire abituarsi ai monologhi», dice il reporter di Politico Europe. Che nota: «Meloni non è alle prime armi, è una politica navigata: preferire i monologhi stride...».

 

LA STAMPA - INTERVISTA GIORGIA MELONI - 14 AGOSTO 2023

Il corrispondente di El País, Verdú, constata «il rapporto problematico della premier coi giornalisti: è un segno chiarissimo di autoritarismo». Ma anche se il resto del mondo chiama tutto questo «far right, destra estrema», non è detto che lo si legga in Italia.

giorgia meloni con i giornalisti a pompei 2LA REPUBBLICA - INTERVISTA GIORGIA MELONI - 14 AGOSTO 2023giorgia meloni con i giornalisti a pompei 3Daniel Verdu - el pais David Broder - the new york times BATTIBECCO DI GIORGIA MELONI CON I GIORNALISTI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...