GIORNALISTI-CANDIDATI, PIU’ GUAI CHE VOTI - BERSANI SULLA GRATICOLA: LA CAPOLISTA AL SENATO IN CAMPANIA ROSARIA CAPACCHIONE NEL MIRINO DEL PDL DE-COSENTINIZZATO - IMPUTATA, AZZANNA GLI EX COLLEGHI: “ATTENTI CHE QUERELO TUTTI!” - COMICA INTERVISTA AL FATTO TV (VIDEO) - A RADIO 24 SULLA FRASE INCRIMANATA: “MITRA? NON RICORDO, NON LO ESCLUDO” - I GUAI GIUDIZIARI DEL FRATELLO E QUEI MILIARDI SUL SUO CONTO CORRENTE…

Carlo Tarallo per Dagospia

"Sono vittima della macchina del fango! Attenti che querelo!": comincia all'insegna della battaglia per la libertà di informazione (ma quando mai) la campagna elettorale della capolista del Pd al Senato in Campania, Rosaria Capacchione. La giornalista-candidata/nominata in Parlamento (senza passare dalle primarie) è imputata per calunnia ai danni di un pubblico ufficiale a Santa Maria Capua Vetere ed è nel mirino del Pdl de-cosentinizzato.

Per l'accusa avrebbe tentato (invano) di screditare il luogotenente della Guardia di Finanza Luigi Papale, che indagava sul fratello. Rimasta in silenzio fino al giorno della presentazione delle liste, ieri alla presenza di Enrico Letta e Guglielmo Epifani, gli altri condottieri delle liste sinistrate, ha dato la sua versione alla Tv del Fatto Quotidiano.

"Macchina del fango" "Cose alla Mino Pecorelli" "Intercettazioni illegali": la Capacchione, ormai dall'altra parte della barricata, ripete i mantra di tutti gli indagati e imputati nei confronti dei giornalisti, minaccia querele e concede una chicca: "Chi rilancerà quelle cose andrà a rispondere in Procura di perchè è in possesso di materiale che non esiste!".
Ma come si può essere in possesso di qualcosa che non esiste? Ah saperlo....

VIDEO INTERVISTA CAPACCHIONE
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/01/22/impresentabili-capacchione-al-pdl-ho-comprato-cappotto-color-fango/217839/

2- ROSARIA CAPACCHIONE: 'MIE INTERCETTAZIONI ‘SUL MITRA'? NON SO, NON LO ESCLUDO'
da Radio 24

"Non ricordo di avere mai utilizzato queste parole ma non lo escludo". Così Rosaria Capacchione, capolista al Senato per il Pd, ospite di "24 Mattino" su Radio 24 ha risposto alla domanda se esistano intercettazioni in cui lei, parlando con il fratello, dice "A quel finanziere bisognerebbe andare a prenderlo con il mitra"


3-I MISTERIOSI GIRI DI SOLDI DELL'EROINA PD ANTICAMORRA
Peppe Rinaldi per Libero

I reati non sono tutti uguali altrimenti le pene non sarebbero diverse tra loro. C'è, però, un certo «soggettivismo» nell'interpretarne l'importanza, soprattutto se sei del Pd e fai discendere le valutazioni dagli umori generali e dal «sentiment» delle procure.
Prendiamo il caso delle liste in Campania del Pd. C'erano alcuni candidati «opachi», si doveva decidere se tenerli in gioco o farli fuori. In tre casi i probiviri hanno optato per un drastico taglio, in uno solo hanno tenuto la barra ferma. Nei primi si parlava di concorso in abuso d'ufficio e robette varie, nel secondo c'è un processo per calunnia giunto alle battute finali.

Stiamo parlando della «opaca» (appunto) faccenda della capolista al Senato, la giornalista del Mattino Rosaria Capacchione. Storia intricata, per molti versi ambigua, sicuramente figlia di tempi in cui l'etichetta di «anticamorra» sembra offrire garanzie migliori di qualsiasi faldone processuale: la Capacchione, si sa, è sotto scorta per minacce subite dai Casalesi. La scorsa settimana c'era l'ultima udienza del processo ma, per il «legittimo impedimento» del difensore, è stato differito all'1 marzo, ad urne chiuse. Ma cosa successe in quel 2004 tanto da esporre l'ennesima icona dell'antimafia al calvario di un processo tanto insidioso?

Rosaria ha un fratello, Salvatore, che fa il costruttore. Già negli anni '80 si trovò al centro di una bancarotta per una lottizzazione a Ponticelli di Napoli. Numerosi risparmiatori finirono con un pugno di mosche in mano dopo aver pagato alloggi in cooperativa. Un groviglio di scatole cinesi, società di varia natura, miliardi di lire e milioni di euro che vorticavano furiosamente, indussero i magistrati ad emettere mandato di cattura per Salvatore, con relativo sequestro dei beni. Due procure vi hanno lavorato oltre a S. Maria Capua Vetere: Perugia e Roma, dove il processo è rimpallato per il coinvolgimento di alcuni magistrati della Fallimentare.

In base all'inchiesta fatta dalla Gazzetta di Caserta, che da anni segue il caso, Salvatore avrebbe fatto transitare sui conti di Rosaria molto denaro, verosimilmente per sfuggire alle ganasce giudiziarie. Tracce del passaggio dei soldi, tra il '95 e il 2001, sono state trovate presso la Banca di Roma a Frasso Telesino, la Banca Popolare di Castrovillari e Corigliano Calabro, l'Ambroveneto di Napoli e la Bnl di Caserta. Il volume, tra assegni e contanti, ammonterebbe a 5 miliardi di lire. Chi svolgeva le indagini in loco era il maresciallo della Finanza Luigi Papale, che aveva ricostruito tutto il dossier su Capacchione.

Un giorno la sorella riferisce al comandante della Gdf, il maggiore Capriello, che il suo sottoposto era stato corrotto da imprenditori rivali di Salvatore, la famiglia Coppola, per il tramite di tale Antonio Acconcia: lo scopo era incastrare suo fratello per agevolare le mire dei Coppola sull'area dismessa della Saint Gobain. Il maggiore, dinanzi ad un'evidente notitia criminis, che peraltro riguardava un suo uomo, relazionò alla magistratura, che passò ai raggi X il maresciallo. Non fu trovato nulla, manco un centesimo, non c'era stato alcun rapporto con i Coppola né con altri.

Di qui la denuncia per calunnia, reato grave perché presuppone non solo l'offesa del singolo, ma la consapevolezza di dar notizie false facendo aprire un procedimento giudiziario in danno di un innocente. In alcune intercettazioni sono emersi sfoghi pesanti tra Rosaria e il fratello, dove addirittura si parlerebbe di «andare a prendere quel maresciallo con il mitra», così come dalle indagini sarebbero pure emersi - secondo il racconto della Gazzetta - fax di smentite alle notizie dal giornale pubblicate partiti dalla redazione del Mattino firmati da Salvatore.

Il quale viene arrestato una seconda volta (insieme ad un sodale di Zagaria) per una vicenda analoga a quella di Ponticelli. La prima bancarotta è già prescritta, la seconda pare vi sia vicina. Rosaria, ascoltata in procura il 26 aprile del 2011, non ha negato di aver detto quelle cose ma di averlo fatto così, tanto per dire qualcosa dinanzi ad un caffè, non immaginandone le conseguenze infernali. Ma per il Pd sembra più grave la strada asfaltata contestata a Crisafulli in Sicilia che non questo materiale, oggettivamente incandescente.

 

rosaria capacchione rosaria capacchione ROSARIA CAPACCHIONERosar a Capacchione SANDRO RUOTOLO CAPACCHIONE LETTA EPIFANI AMENDOLA

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…