NUOVO GIORNO, NUOVO AVVERTIMENTO DI BIDEN A NETANYAHU – L'HOBBY PREFERITO DEL PRESIDENTE AMERICANO ORMAI È PRENDERE LE DISTANZE DAL PREMIER ISRAELIANO. AI GIORNALISTI CHE GLI CHIEDEVANO DEL FUTURO INCONTRO CON “BIBI”, “SLEEPY JOE” HA RISPOSTO: “NON HO IN PROGRAMMA NESSUN INCONTRO, VEDREMO QUEL CHE SUCCEDE” – “LA SOFFERENZA DEL POPOLO PALESTINESE È IN CIMA AI MIEI PENSIERI”. IN REALTÀ A ESSERE IN CIMA AI SUOI PENSIERI C’È LA RIELEZIONE, A RISCHIO PER L’INSOFFERENZA DEGLI ARABI AMERICANI…
1. BIDEN, 'NUOVE TRUPPE USA IN POLONIA? NON SERVONO'
(ANSA) - Joe Biden non ritiene necessario aumentare il numero di soldati americani in Polonia. "Non c'è bisogno di nuove truppe al confine polacco", ha detto il presidente americano ai giornalisti al seguito.
2. BIDEN, 'NON HO IN PROGRAMMA NESSUN INCONTRO CON NETANYAHU'
(ANSA) - Joe Biden non ha in programma nessun incontro con Benjamin Netanyahu. Lo ha detto lo stesso presidente americano ai giornalisti al seguito. A chi gli chiedeva se intendesse pianificarlo, Biden ha risposto: "Vedremo quel che succede".
3. MO: LAPID,'GOVERNO ISRAELE CERCA SCONTRO CON USA PER MOTIVI POLITICA INTERNA'
gaza distrutta dai bombardamenti israeliani
(Adnkronos) - "La lotta tra i nostri governi non è necessaria, è destinata alla politica interna". E' quanto ha detto, parlando di Stati Uniti e Israele, Yair Lapid, il leader dell'opposizione israeliana, intervendo, con un video, ad un Forum dell'American Israel Public Affair Committee, la conferenza dell'Aipac che celebra l'alleanza di ferro tra Israele e Usa, accusando in modo non tanto velato il governo di estrema destra di Benjamin Netanyahu di scontrarsi con Washington per motivi di politica interna.
"Qui abbiamo persone, al più alto livello - ha aggiunto riferendosi quindi al governo israeliano - che pensano erroneamente che questo li aiuterà con la loro base politica. Questo è stupido e siete autorizzati a dirlo ad alta voce. Questo non è quello che pensano gli israeliani". Lapid ha inoltre esortato gli amici americani "non ha difendere il governo, ma a difendere Israele".
Le parole di Lapid sembrano riecheggiare, riporta il Times of Israel, quelle pronunciate nei giorni scorsi da Joe Biden che ha detto che le politiche di Netanyahu su Gaza danneggiano invece di aiutare Israele.
"E' difficile difendere una politica quando non sei sicuro di capirla, quando non sei sicuro che ve ne sia una", ha detto ancora criticando il governo israeliano, evitando però di entrare nelle questioni che maggiormente dividono Biden e Netanyahu, la minacciata offensiva a Gaza e la soluzione dei due stati. Lapid si è limitato a lodare gli Usa per il fatto "di spingere il dibattito sui day after" a Gaza. "E' essenziale", ha detto senza elaborare.
La conferenza, che continuerà fino a domani a porte chiuse, vede la partecipazione di circa 1600 leader ed attivisti dell'Aipac e prevede l'intervento dei quattro leader del Congresso, lo Speaker Mike Johnson e il leader della minoranza dem alla Camera Hakeem Jeffires, il leader della maggioranza dem al Senato, Chuck Schumer e quello della minoranza repubblciana Mitch McConnell.
aiuti umanitari lanciati sulla striscia di gaza da un aereo militare giordano
4. BIDEN IN ANSIA PER GAZA BIBI: «COSÌ NON CI AIUTA» COLPO AI CAPI DI HAMAS
Estratto dell’articolo di Valeria Robecco per “il Giornale”
Joe Biden e Benjamin Netanyahu sono sempre più distanti. Dopo le frecciatine che si sono scambiati nel fine settimana, il presidente americano è tornato ieri a parlare della guerra a Gaza, sottolineando che «la sofferenza del popolo palestinese è in cima ai miei pensieri».
carro armato israeliano a gaza
«Il mese sacro del Ramadan è un’occasione di riflessione e rinnovamento, ma quest’anno arriva in un momento di immenso dolore - ha detto - La guerra ha inflitto terribili sofferenze al popolo palestinese. Sono state uccise più di 30.000 persone, la maggior parte delle quali civili, tra cui migliaia di bambini».
Dopo le parole di Biden su una eventuale offensiva israeliana a Rafah, che oltrepasserebbe una «linea rossa», il premier israeliano ha ribadito l’intenzione di inviare le forze dello Stato ebraico nella città a sud di Gaza, dove si sono rifugiati oltre un milione di palestinesi. «Andremo lì. Sapete, ho una linea rossa. Sapete qual è la linea rossa? Il 7 ottobre non si ripeterà», ha detto in un’intervista al gruppo tedesco Axel Springer.
Quindi, alla domanda se procederà anche senza il sostegno degli Stati Uniti, Netanyahu ha risposto: «Sì. Preferiremmo avere questo supporto». Quanto alle divergenze: il disaccordo percepito tra Usa e Israele «non aiuta a sconfiggere Hamas», ha spiegato a Fox News. La spaccatura sulla strategia di Israele a Rafah, comunque, è solo l’ultimo segnale di una distanza sempre più ampia tra Biden e Netanyahu.
La visione dell’amministrazione Usa per una pace a lungo termine include una tempistica precisa per la creazione di uno Stato palestinese, mentre il leader di Tel Aviv ha ribadito ad Axel Springer che «non vogliamo vedere uno Stato palestinese». Inoltre, in un video diffuso sui social, il premier ha promesso che «siamo diretti verso una vittoria assoluta», e «lungo la strada di questa vittoria abbiamo già eliminato il numero 4 di Hamas. I numeri 3, 2 e 1 sono i prossimi. Arriveremo a loro».
JOE BIDEN SI FA IL SEGNO DELLA CROCE DAVANTI A NETANYAHU
Il n.4 è, secondo i media israeliani, Saleh al-Arouri, e questa pare la prima rivendicazione israeliana della sua uccisione, avvenuta a gennaio a Beirut. Mentre il n.3 di cui Bibi non ha confermato l’uccisione è Marwan Issa, che sarebbe morto sabato. […]