giovanni toti esce dagli arresti domiciliari

“LE ACCUSE E LA CARCERAZIONE SONO STATE UN ECCESSO” - GIOVANNI TOTI, DOPO LA REVOCA DEI DOMICILIARI, SI SFOGA: “NON CE L’HO CON LA MAGISTRATURA, CE L’HO CON LA POLITICA CHE HA DATO STRUMENTI E LEGGI CHE HANNO ROTTO L’EQUILIBRIO TRA I POTERI. SONO CONVINTO DI NON AVER COMMESSO ALCUN REATO, LORO PENSANO IL CONTRARIO. LA POLITICA HA ABBASSATO TALMENTE TANTO LE DIFESE IMMUNITARIE CHE OGGI LA GIUSTIZIA SI È ARROGATA UNA SORTA DI GIUDIZIO MORALE SULLA POLITICA - IL TRATTAMENTO CHE SPINELLI HA AVUTO DA ME È STATO LO STESSO DI TUTTI GLI IMPRENDITORI. GLI INCONTRI CON LUI IN BARCA? FA PARTE DEL MORALISMO DI CERTA POLITICA ITALIANA CHE FREQUENTA LE BARCHE PERÒ PUNTA IL DITO CONTRO GLI ALTRI. L’INTERVENTO PER IL TERMINAL RINFUSE? SPINELLI MI HA FINANZIATO NEI 6 ANNI PRECEDENTI..."

Estratto dell’articolo di Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”

 

GIOVANNI TOTI ESCE DAGLI ARRESTI DOMICILIARI

A Giovanni Toti è stata appena notificata la revoca degli arresti domiciliari che ha trascorso nella villetta familiare di Ameglia. Il suo cellulare squilla in continuazione.

 

Come sono stati questi tre mesi?

«Non voglio drammatizzare oltre misura […] Il posto è gradevole, la famiglia mi ha coccolato, ma ritengo francamente che le accuse, la tempistica, la dinamica e la carcerazione siano state un eccesso».

 

Chi l’ha chiamata?

«Il presidente Mediaset Fedele Confalonieri. Ho parlato con tanti, Crosetto, Donzelli, Lupi. C’è un lungo elenco».

 

GIOVANNI TOTI ESCE DAGLI ARRESTI DOMICILIARI

E Salvini?

«Certo, e l’ho ringraziato per la sua vicinanza».

 

Quando il 7 maggio le hanno notificato i domiciliari cosa ha provato?

«Ho preso la cosa con la fatalità con cui prendi un incidente. Sai che ti è capitato e cerchi di superarlo».

 

E in questi tre mesi?

«Un profondo senso di ingiustizia e un po’ di impotenza, anche quella di un sistema politico che si è fatto mettere molto in subordine dal sistema giudiziario».

GIOVANNI TOTI ESCE DAGLI ARRESTI DOMICILIARI

 

Non sarebbe stato meglio che con Aldo Spinelli avesse un rapporto meno familiare di quello che emerge dall’ inchiesta?

«Le intercettazioni dimostrano solo un pezzettino della scena. Ho trovato uno spaccato della mia vita costruito, montato, indirizzato e analizzato sul rapporto con un’unica persona, ma il trattamento che Spinelli ha avuto da me è stato lo stesso di tutti gli imprenditori della Liguria ai quali abbiamo sempre dato attenzione perché crediamo nell’impresa, che poi finanziassero i miei comitati oppure no, non aveva importanza».

 

Ha molto colpito che andasse a trovare Spinelli in barca. Lo faceva con tutti?

GIOVANNI TOTI E GIACOMO GIAMPEDRONE

«Questo fa parte del moralismo di certa politica italiana che frequenta le barche però punta il dito contro gli altri. Ho incontrato gli imprenditori ovunque».

 

Ma è accusato di aver favorito solo Spinelli.

«La narrazione è la seguente: io ho davanti come presidente due imprenditori. Uno è un finanziatore dei miei comitati elettorali da sempre, l’altro non mi ha mai dato un soldo. Entrambi hanno una pratica legittima pendente negli uffici regionali e chiedono un interessamento della politica per un celere disbrigo. Se alzo il telefono e sollecito per il mio finanziatore sono corrotto, se lo faccio per l’altro ho fatto un atto di indirizzo politico. C’è qualcosa che non torna».

GIANLUIGI APONTE GIOVANNI TOTI

 

La Procura di Genova, ad esempio, mette il finanziamento in relazione diretta all’intervento per il terminal Rinfuse.

«Spinelli mi ha finanziato nei sei anni precedenti in cui non risultano interventi e ha continuato dopo. La pratica era legittima ed è stata approvata dall’Autorità portuale comunque».

 

Però ci sono anche alcune altre pratiche.

«Tutti atti legittimi istruiti dagli uffici e approvati da un comitato dell’Autorità sovrano. I finanziamenti sono tracciati. Il resto vuol dire valutare e giudicare la politica».

PAGO - ALDO SPINELLI MEME BY EMILIANO CARLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA

 

Anche soldi legittimi per una pratica legittima, sono corruzione se legati a un accordo.

«Non c’era alcun accordo, nessun do ut des . Io non ce l’ho con la magistratura, ce l’ho con la politica che ha dato strumenti e leggi che hanno rotto l’equilibrio tra i poteri. […] penso che i magistrati facciano il loro dovere. Dopodiché, penso che alcuni interpretino le norme in un modo che non condivido. Io sono convinto di non aver commesso alcun reato, loro pensano il contrario. La politica non si rende conto di aver abbassato talmente tanto le difese immunitarie e che oggi la giustizia si è arrogata una sorta di giudizio morale sulla politica. […]».

MARCO BUCCI - ALDO SPINELLI - GIANLUIGI APONTE - GIOVANNI TOTI

 

[…] si è dimesso. Scelta politica o strategia nel procedimento?

«Proseguendo il braccio di ferro con la magistratura di Genova avremmo di fatto paralizzato la presidenza della Regione. […]».

 

Ci sarà alle elezioni?

giovanni toti 5

«Ci sarà una lista civica, con o senza il nome Toti. Io non mi candido». […]

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...