gabriele cagliari craxi

GIUSTIZIA E’ SFATTA – UN LIBRO DEL FIGLIO RACCONTA IL SUICIDIO IN CARCERE DI GABRIELE CAGLIARI: ILLUSO DA FABIO DI PASQUALE SULLA CONCESSIONE DEGLI ARRESTI DOMICILIARI – IL CANILE DI SAN VITTORE ED IL PARROCO CHE SI RIFIUTA DI CELEBRARE IL FUNERALE

 

Stefano Zurlo per il Giornale

 

GABRIELE CAGLIARI LETTERE

Ventuno giugno 1993. Gabriele Cagliari scrive dal carcere di San Vittore alla moglie Bruna: «Comincia l' estate, oggi è il primo giorno. Ho passato qui l' intera primavera e alcuni giorni di inverno. Chi l' avrebbe mai detto?». L' epilogo è vicino e, col senno di poi, quel punto di domanda sgomento sembra già scandagliare la vertigine dell' abisso.

 

antonio di pietro magistrato

L' ex presidente dell' Eni, travolto dal ciclone Mani pulite, sta meditando la scelta irrevocabile. Il 5 luglio, dopo altre due settimane di supplizio, si rivolge ai figli Stefano e Silvano con parole definitive. Il suicidio è stato stabilito e lui sa che i ragazzi leggeranno dopo. Dopo aver asciugato, se mai ci riusciranno, le lacrime. Dopo le polemiche e tutto il resto. «In una lunga lettera a voi tutti e che ho indirizzato alla mamma - è la comunicazione struggente e lucidissima, animata da una sovrumana forza di volontà - ho spiegato le ragioni di questo mio andarmene. Non me la sono più sentita di sopportare ancora a lungo questa vergogna e questa tortura, mirata a distruggere l' anima».

 

Storia di mio padre Libro di Stefano Cagliari

Parla di se al passato, l' amico di Bettino Craxi. È solo questione di giorni. La goccia che fa traboccare il vaso arriva nel filone Eni-Sai, parallelo a Mani pulite. Il pubblico ministero Fabio De Pasquale, almeno secondo l' avvocato Vittorio D' Aiello, promette un parere positivo sugli arresti domiciliari, ma poi si arrocca sul no. È finita, anche se il giudice deve ancora pronunciarsi. Gabriele Cagliari ha esaurito la pazienza e le energie e pensa che quel gesto di ribellione sia l' unico modo per preservare la propria dignità.

 

La mattina del 20 luglio si chiude in bagno bloccando la porta con un pezzo di legno, infila la testa in un sacchetto di plastica, lo lega intorno al collo con un laccio di scarpe e si uccide in quel modo cosi crudele e fragoroso. Venticinque anni dopo, Stefano Cagliari prova a rielaborare quelle ferite, personali e di un intero Paese, in un libro misurato e sofferto, ma senza nemmeno una goccia di rancore, scritto con Costanza Rizzacasa d' Orsogna: Storia di mio padre (Longanesi, pagg. 264, euro 18,80).

 

FABIO DE PASQUALE

Dentro c' è la ricostruzione, sommessa e mai urlata ma attenta al dettaglio, di quei mesi drammatici del terribile Novantatrè. Un padre chiuso per 134 giorni nel «canile di San Vittore», come lui lo chiama senza sconti nelle sue missive. E una famiglia un tempo potente precipitata nell' angoscia, frastornata, colpita da una successione inarrestabile di lutti. Non solo. Il volume propone la corrispondenza, in buona parte inedita, partita dal carcere o spedite da casa al detenuto.

 

C' è insomma, la progressione di una tragedia sullo sfondo di un Paese lacerato e incattivito che ha smarrito la propria anima nel tentativo di purificarsi. Perfino il funerale diventa un problema: «Il parroco della chiesa di San Babila non c' era, il vice si rifiutò e cosi il vicario di Carlo Maria Martini all' Arcivescovado». Allora il cardinale che è in Francia chiama il cappellano di San Vittore, don Luigi Melesi, e lo prega di celebrare la funzione al posto suo. Ma quel momento di pietà viene sconvolto e funestato: «La chiesa era gremita, la gente si accalcava fuori. Arrivò la notizia del suicidio di Raul Gardini, ci guardammo. Era tutto più grande di noi».

 

GABRIELE CAGLIARI 2

Un quarto di secolo dopo, questo testo abbraccia l' umanità, allora calpestata. E fa un passo decisivo sulla strada di una pacificazione che non sia solo la spugna del tempo. La prefazione, sorprendente, porta la firma autorevole di Gherardo Colombo, uno dei magistrati del Pool che chiesero l' arresto di Cagliari. E Colombo, senza rinnegare nulla, con toni altrettanto sobri, compone una critica del sistema giudiziario, peraltro abbandonato nel 2007.

 

GABRIELE CAGLIARI RAUL GARDINI

Dunque, in qualche modo fa autocritica: «Il magistrato si concentra sulle esigenze della giustizia - termine che inserisco fra molte virgolette - ma cosi facendo, non si rende conto delle conseguenze che i suoi atti producono su coloro che le investigazioni subiscono». Schiacciati in celle anguste, esposti alla gogna feroce - il '93 diventa un calco dell' originale 1793 giacobino- con interrogatori diluiti sul calendario con il contagocce, oggi per fortuna meno di allora. «Bisogna riconoscere - ammette ora Colombo -la persona. Vedere il volto dell' altro». Allora, e non solo allora, andò in un altro modo.

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…