MI FACCIO GIUSTIZIA – ORLANDO PREPARA LA RIFORMA PIÙ PERICOLOSA, QUELLA DELLA GIUSTIZIA – CI SARÀ UNA STRETTA ALLA PUBBLICAZIONE DELLE INTERCETTAZIONI E UN INTERVENTO, MA LEGGERO LEGGERO, SULLA RESPONSABILITÀ DEI GIUDICI
Liana Milella per “La Repubblica”
Una deadline, quella del 20 agosto, che costringerà via Arenula alle tappe forzate. Scelte, come quella sulla stretta al ricorso in appello, alla prescrizione bloccata dopo la sentenza di primo grado, alle intercettazioni non pubblicabili, alla concussione, che toglierebbero il sonno anche a un orso in letargo.
Un confronto, quello con Forza Italia e inevitabilmente con Berlusconi, destinato a trasformare il dibattito sulla giustizia in un’arena. Non può che essere caldo l’agosto del Guardasigilli Andrea Orlando che, come sempre, misura i toni e cerca di tenerli al minimo, pur se intorno a lui c’è grande agitazione, anche per le nomine di uffici importanti, come il Dipartimento delle carceri e l’ispettorato, scoperti ormai da un paio di mesi.
MINISTERO GIUSTIZIA Via Arenula
I 12 punti della riforma — sommariamente discussi a palazzo Chigi, nel consiglio dei ministri del 30 giugno, ma ufficializzati dal premier Renzi e da Orlando in conferenza stampa — dovranno diventare altrettanti articolati, pronti a settembre per il consiglio dei ministri e per il dibattito in Parlamento.
Le novità sono presto dette. È probabile che lo stesso Orlando cominci ad annunciarle mercoledì prossimo alle 12 quando, nella famosa stanza che fu di Togliatti, incontrerà i capigruppo parlamentari della maggioranza, in vista del confronto politicamente più delicato, quello con le opposizioni e in particolare con Forza Italia.
Il governo sta studiando una formula morbida per la responsabilità civile dei giudici, i cui contenuti dovrebbero essere messi online già questa settimana, in modo da escludere quella diretta (votata alla Camera anche da Forza Italia su emendamento del leghista Pini), mantenere la formula del «dolo e colpa grave», garantire «la libera interpretazione della legge», ma eliminare del tutto il filtro del tribunale che finora ha di fatto bloccato i ricorsi.
Poi il tema caldo della riforma del processo penale, per cui si sta pensando di ridurre le griglie per il ricorso in appello, senza eliminare la possibilità, ma limitandolo ai casi effettivamente necessari. Nella logica di accorciare i tempi del processo, si lavora anche a un intervento sui poteri dei gup, i giudici dell’udienza preliminare che ormai molto spesso dura quanto un intero grado del giudizio.
Sulla prescrizione l’orientamento che sta prevalendo tra i tecnici del Guardasigilli è di fermare l’orologio alla sentenza di primo grado. La stretta sulle intercettazioni riguarderà l’impossibilità di pubblicare quelle di persone non indagate. Delusione invece per chi si aspettava una marcia indietro sulla concussione per riunificare il reato diviso in due dall’ex Guardasigilli Severino. È praticamente certo che resta tutto com’è adesso.
Per ora, nella sua road map, Orlando vuole assicurarsi che la maggioranza sarà compatta nell’attendere il governo pur in presenza di provvedimenti in discussione da tempo tra Camera e Senato, come la responsabilità civile e le norme su falso in bilancio e riciclaggio. Quanto a Berlusconi, Orlando non lo nomina neppure.
Rifugge dalla polemica su una trattativa che potrebbe vedere dall’altra parte del tavolo un condannato definitivo. Con questa realtà dovrà fare i conti, ma al momento inutile chiedergli se per la riforma della giustizia si andrà a un nuovo patto del Nazareno. Per ora l’emergenza di Orlando è quella di completare i suoi 12 punti e poi di mettere al più presto online anche gli articolati.