FURBETTI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI! - LO SCANDALO DEGLI AFFARI LOSCHI DEL GENERO DI JUAN CARLOS RISCHIA DI FAR SPROFONDARE LA SEMPRE MENO POPOLARE MONARCHIA SPAGNOLA: FATTURE FALSE E BILANCI TRUCCATI PER IL MARITO DELL’INFANTA CRISTINA CHE RISCHIA FINO A 15 ANNI DI CARCERE - I TEDESCHI SCUOIANO VIVO IL CAPO DI STATO WULFF PER I RAPPORTI CON L’AMICO IMPRENDITORE: MA A LORO BASTA POCO: UN PRESTITO A TASSO AGEVOLATO E UN UPGRADE DALLA SECONDA ALLA PRIMA CLASSE SU UN VOLO DI LINEA. ORA NON POTRÀ PIÙ “FUNGERE DA ISTANZA MORALE DEL PAESE”…

1 - LA PECORA NERA REALE DI SPAGNA
Alessandro Oppes per il "Fatto quotidiano"

È come avere "un figlio un po' tonto": gli si può volere più o meno bene, "ma non per questo smette di essere tuo figlio". Sorprende la rozzezza della metafora, soprattutto perché pronunciata da un diplomatico di grande esperienza, seppure insediatosi da meno di 3 mesi nel delicatissimo ruolo di capo della Casa Reale. Le parole dell'ambasciatore Rafael Spottorno sono però il sintomo dell'enorme imbarazzo - e allo stesso tempo dello stato confusionale - in cui si trova la monarchia spagnola di fronte all'implacabile stillicidio di notizie sul "caso Urdangarin", lo scandalo finanziario che, insieme al genero di re Juan Carlos, rischia di affossare per sempre la Corona.

Solo un mese dopo la pubblicazione sulla stampa delle prime informazioni sul presunto arricchimento illecito del Duca di Palma, la Zarzuela si è decisa a intervenire stabilendo che d'ora in poi Iñaki Urdangarin, marito della Infanta Cristina, sarà escluso da tutti gli atti ufficiali della famiglia Borbone.

"Il suo comportamento non sembra esemplare", ha ammesso con una certa cautela il portavoce reale di fronte alla valanga di documenti in mano alla magistratura dai quali risulterebbe che l'ex olimpionico di pallamano, utilizzando fatture false e gonfiate e avvalendosi di bilanci truccati, avrebbe deviato fondi pubblici ottenuti dai governi delle Baleari e della Comunità Valenciana nelle casse di diverse imprese, alcune delle quali create in società con la moglie, figlia minore del re.

La posizione della stessa Cristina viene esaminata attentamente dalla procura anti-corruzione di Palma di Maiorca, anche se fino a questo momento non sembrano esserci indizi del fatto che le possa essere imputato qualche reato. Neppure a Palazzo, tuttavia, sono pronti a mettere la mano sul fuoco, tanto che, a un giornalista che lo interrogava sull'eventualità di provvedimenti punitivi contro la Infanta, il capo della Casa Reale ha risposto con un generico: "Si vedrà".

Quanto a Urdangarin, la sua situazione processuale si complica giorno dopo giorno e, secondo il quotidiano El País, dovrebbe essere formalmente imputato prima della fine di gennaio. Frode alla pubblica amministrazione, prevaricazione, falso in atto pubblico, malversazione: sono solo alcuni dei reati dei quali potrebbe essere accusato per i traffici compiuti soprattutto attraverso il suo Instituto Nóos, una società che in teoria doveva essere "senza fine di lucro".

Il duca di Palma rischierebbe una pena fino a quindici anni di carcere. E a quel punto anche le residue prudenze della Corona non potrebbero che essere spazzate via. Il re cerca comunque di correre ai ripari prima che sia troppo tardi. Due giorni fa ha lanciato un'attesa operazione trasparenza (che negli anni scorsi era stata più volte richiesta, invano, dalla sinistra parlamentare di Izquierda Unida): prima della fine di dicembre verranno pubblicati i conti della Casa Reale, con tutti i dettagli sull'utilizzo degli 8,4 milioni di euro che il bilancio dello Stato mette a disposizione del sovrano.

È solo un primo passo, e rischia di essere insufficiente dopo che la rivista Forbes ha attribuito a Juan Carlos una fortuna di un miliardo e 790 milioni di euro. Alla fine, chi rischia di risultare pregiudicato da questa situazione è il principe Felipe. Più colto e preparato, ma molto meno carismatico rispetto al padre, l'erede potrebbe veder sfumare il sogno di accedere al trono. I sondaggi danno già la monarchia in netto calo di popolarità. E, per la prima volta, c'è una parola che viene ripetuta quotidianamente e senza imbarazzi sulla stampa: repubblica.

2 - GERMANIA, WULFF NEI GUAI HA MENTITO SU UN PRESTITO
Alessandro Alviani per "la Stampa"

Doveva essere un prestito privato a condizioni di favore. E invece Christian Wulff si è dimenticato di calcolare gli interessi politici, che gli vengono presentati solo ora, gettando pesanti ombre sul suo futuro. Ieri il presidente tedesco è stato travolto da una storia che risale al 2008, quando era governatore della Bassa Sassonia e ottenne un prestito dalla consorte del suo amico e testimone di nozze Egon Geerkens, un imprenditore del settore immobiliare.

Cinquecentomila euro a un tasso del 4%, un trattamento che, secondo il settimanale «Stern», gli permise di risparmiare 6.600 euro l'anno rispetto alle condizioni delle banche. Con quei soldi il politico della Cdu comprò una casa da 415.000 euro, pagando 1.666 euro di interessi al mese.

Nulla di sorprendente, non fosse che, nel febbraio 2010, poco prima della sua elezione a presidente, i Verdi avanzarono un'interrogazione parlamentare in Bassa Sassonia per chiarire i rapporti tra il governatore e Geerkens. Proprio in quei giorni era emerso che Wulff e la sua seconda moglie Bettina avevano trascorso il Natale 2009 nella villa in Florida di Geerkens. Per raggiungerla la coppia aveva preso un volo Air Berlin, viaggiando in prima classe pur avendo prenotato due biglietti di seconda, uno scandalo presto rientrato.

Esistono rapporti d'affari tra Wulff e Geerkens?, chiesero i Verdi. No, negli ultimi dieci anni non ci sono stati affari, rispose Wulff. Risposta falsa, ha mentito al parlamento, nota la «Bild». Risposta corretta, ribatte il portavoce del presidente: il prestito non arrivò da Geerkens, bensì da sua moglie. Risposta corretta formalmente, ma politicamente dubbia, reagisce la stampa tedesca: ora non potrà più fungere da istanza morale del Paese, scrive la «Süddeutsche Zeitung». Il diretto interessato, in viaggio all'estero, tace.

Dovrà spiegare perché, poco dopo l'interrogazione dei Verdi, annullò il contratto di prestito stretto con la moglie di Geerkens, valido fino al 2013, e lo sostituì con un prestito della BW Bank. L'opposizione chiede chiarezza. E a Berlino circolano già i primi nomi di successori a presidente tedesco, a cominciare dal ministro delle Finanze Schäuble.

 

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