COSA PUÒ ANDARE STORTO SE HAI CRIMI COME REGGENTE? TUTTO! - GLI AVVOCATI HANNO FATTO SAPERE A BEPPE GRILLO E GIUSEPPE CONTE CHE, PER EVITARE LA SOSPENSIONE DEI VERTICI DEL MOVIMENTO, BASTAVA PRESENTARE UN’ISTANZA DI REVOCA. ERA TUTTO SCRITTO NEL REGOLAMENTO DEL 2018, MA VITO CRIMI NON SE NE ERA ACCORTO - “L’ELEVATO” PROVA A FARE IL SIMPATICO: “ABBIAMO FATTO UNA RIUNIONE ANTIBIOTICA PER RIPRISTINARE IL SISTEMA IMMUNITARIO DEL MOVIMENTO, QUINDI STATE TRANQUILLI”, E SI FA FOTOGRAFARE A BRACCETTO CON CONTE. MA PRIMA DI PEPPINIELLO HA VOLUTO PARLARE CON DI MAIO E RAGGI - ORA CHE SUCCEDE? NON SI ESCLUDE DI VOTARE UN NUOVO COMITATO DI GARANZIA, MA BISOGNEREBBE USARE ROUSSEAU. E CASALEGGIO VENDERÀ CARA LA PELLE
1 - RICORSO IN TRIBUNALE E NIENTE COMITATO LA MOSSA DI GRILLO PER USCIRE DALL'ANGOLO
Federico Capurso per "la Stampa"
La soluzione era sotto gli occhi di tutti, da sempre, ma Vito Crimi, l'ex capo politico reggente dei Cinque stelle, non se ne era accorto. Un documento, il regolamento del 2018, avrebbe reso possibile «la presentazione immediata di una istanza di revoca della sospensione cautelativa al tribunale di Napoli», fanno sapere gli avvocati a Beppe Grillo e Giuseppe Conte, che li ascoltano increduli, seduti nello studio del notaio Luca Amato.
L'ex premier è furioso. Crimi non aveva capito - fanno sapere fonti M5S - che con quel documento si sarebbe potuta evitare la sospensione cautelativa dello Statuto e il conseguente azzeramento dei vertici grillini. Insomma, probabilmente si sarebbe potuto evitare il caos. Anche Grillo è sconcertato.
La prenderebbe con ironia, se non si fosse dovuto precipitare a Roma per trovare una soluzione a un groviglio che sembrava inestricabile. Tanto complicato da costringerlo persino a rivedere le liturgie che finora lo avevano sempre accompagnato nei suoi viaggi nella Capitale.
A partire dalla scelta del quartier generale dove incontrare i big del partito: non più l'hotel Forum, a due passi da Montecitorio, ma l'hotel Parco dei Principi, nel cuore di Roma Nord, dove la densità di studi notarili e di avvocati rendeva più semplice l'organizzazione di incontri che hanno poco a che fare con la politica e molto più con i tribunali. Il Garante ha voluto ascoltare soprattutto loro, gli avvocati, per trovare una soluzione lampo che potesse dare ossigeno ai Cinque stelle.
«Le delibere sono valide, alla luce del regolamento del 2018», gli hanno spiegato i legali del Movimento. Quel regolamento, nei loro ragionamenti, certifica la «piena regolarità» delle votazioni passate e si confida, quindi, che il giudice possa revocare la sospensione. Scartata, dunque, l'ipotesi di nominare un nuovo Comitato di garanzia (lo stesso di cui facevano parte Luigi Di Maio, Virginia Raggi e Roberto Fico), di far indire al Comitato non appena insediato un voto per lo statuto di Giuseppe Conte e, successivamente, un altro voto per la sua elezione a presidente del partito.
Questa mossa - hanno avvertito i legali - avrebbe avuto un rischio e cioè quello, in vista delle sentenza del tribunale di Napoli prevista per il 1° marzo, di riconoscere di fatto le ragioni di chi aveva presentato ricorso. Un'ammissione di colpevolezza, quindi, prima ancora che ci fosse stata la sentenza. La strada di eleggere un comitato di Garanzia, però non è archiviata. È un'uscita di sicurezza sempre in piedi, se la richiesta di revoca della sospensione dovesse essere respinta.
Ma è una strada complicata, perché si dovrebbe tornare con ogni probabilità a bussare alla porta di Davide Casaleggio per chiedergli di usare Rousseau. Conte avrebbe preferito evitare lo smacco politico di un ritorno alla piattaforma di Casaleggio, «ma aggirare Rousseau porterebbe al rischio di un ulteriore ricorso», gli hanno detto gli avvocati. Messi in guardia - per assurdo - anche da Lorenzo Borrè, l'avvocato della parte avversa, quella dei ricorrenti di Napoli che hanno provocato il terremoto.
BEPPE GRILLO DAVIDE CASALEGGIO
Non è però solo una questione politica e di forma, ma anche di soldi. Casaleggio avrebbe chiesto 30 mila euro per far votare il nuovo Comitato di garanzia sulla sua piattaforma. E sempre su Rousseau si sarebbe dovuto votare il nuovo statuto. La cifra, dunque, sarebbe potuta salire a 60mila euro. Non solo. Il figlio del cofondatore M5S chiedeva anche che venisse saldato un arretrato.
Riguarda una votazione che Grillo aveva indetto lo scorso luglio, durante lo scontro con Conte per la leadership, quando con un post sul blog annunciò di voler dare vita a un Direttorio di 5 membri a cui affidare la guida del partito. Poi la votazione non si tenne più, perché i pontieri riuscirono a ricucire lo strappo con Conte, ma Casaleggio ora rivendica il lavoro preparatorio fatto e mai pagato.
La trasferta romana di Grillo è servita però anche a riannodare i fili lacerati del partito. Ha visto Luigi Di Maio e i due hanno convenuto sulla necessità di ritrovare una «compattezza interna» e di fare squadra con Conte, sempre che ci sia una disponibilità anche da parte sua. Grillo però chiede anche di non logorare il leader e di remare tutti nella stessa direzione.
Lo ha fatto presente a Di Maio come anche alla capogruppo in Senato Mariolina Castellone e a Virginia Raggi, incontrata più tardi. Una processione silenziosa, uno alla volta alla corte del fondatore, come chiesto da Roberto Fico, assente per un'influenza. «Non vediamoci tutti insieme solo per fare una foto da pubblicare sui social», è il ragionamento espresso dal presidente della Camera a Grillo, «altrimenti non risolveremo nessun problema».-
2 - GRILLO A ROMA INCONTRA TUTTI E DÀ UNA POSSIBILITÀ A CONTE: RIPRISTINIAMO IL MOVIMENTO
Emanuele Buzzi per il "Corriere della Sera"
«Abbiamo fatto una riunione antibiotica per ripristinare il sistema immunitario del Movimento, quindi state tranquilli». Sono le dieci e mezza passate quando Beppe Grillo si concede a telecamere e fotografi a braccetto di Giuseppe Conte. È l'immagine plastica - sostengono i contiani - di un asse forte tra il garante e il presidente dei Cinque Stelle.
LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE
Dopo centocinquanta minuti di discussione c'è l'accordo su come tentare di dipanare la matassa politico-legale in cui si trovano i Cinque Stelle dopo l'ordinanza di Napoli. In realtà, a Roma, come da copione, il garante si riprende almeno dal punto di vista dell'immagine le redini del Movimento.
Grillo tenta di stare lontano dalle luci dei riflettori - opta per un altro hotel, il Parco dei Principi, al posto del consueto Forum e, in seguito, si sposta negli uffici del notaio Luca Amato - ma mette in fila una serie di incontri con i big Cinque Stelle per sondare umori e prospettive. L'unico assente è Roberto Fico, bloccato da un'influenza. Il fondatore dei Cinque Stelle vede anzitutto Luigi Di Maio, al centro delle tensioni con Giuseppe Conte dopo le votazioni per il Quirinale.
Grillo sa che l'unità del Movimento è centrale per la sua tenuta sulla lunga distanza e ribadisce che è fondamentale rafforzare l'intesa tra l'ex premier e il ministro, sottolineando anche che Di Maio ha un ruolo fondamentale per i Cinque Stelle. Il garante dispensa così un assist a entrambi per la mediazione e smorza le voci delle sirene centriste verso Di Maio.
L'incontro tra i primi due capi politici della storia M5S dura quasi due ore. Il titolare della Farnesina mette in chiaro che debba prevalere nel Movimento il primato della politica, che bisogna ripartire dai territori e dai temi e che non è il momento delle divisioni. «Ora tutti compatti», dice Di Maio. A seguire Grillo cerca di tastare il terreno dei gruppi parlamentari: vuole sondare equilibri e umori.
Trascorre tre quarti d'ora con i capigruppo, Davide Crippa e Mariolina Castellone, e altrettanti minuti con l'ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, da sempre molto vicina al garante, che preferisce non rilasciare dichiarazioni al termine del faccia a faccia. Durante gli incontri si diffonde la voce di una nuova accelerazione dei contiani, che preferirebbero un passo immediato o quasi sul nuovo statuto per poter incoronare di nuovo Conte presidente.
giuseppe conte dopo l incontro con beppe grillo
I legali del garante e dell'ex premier si stanno sentendo da giorni per trovare una exit strategy. Nelle ore precedenti al summit sembrava esserci stato un avvicinamento tra le parti sulla necessità di individuare in primis un nuovo comitato di garanzia, che possa poi (grazie ai poteri che ha secondo il vecchio statuto) far partire l'iter per ristabilire leader e nuove norme del Movimento. Con queste premesse si arriva all'incontro serale tra Grillo e Conte (con legali al seguito).
Un vertice fiume che si conclude con Grillo che asseconda, almeno in questa prima fase, le istanze di Conte. E i Cinque Stelle che parlano di una intesa tra i legali: «Le delibere sono valide alla luce del regolamento del 2018: si chiederà immediatamente al tribunale di Napoli la revoca (della sospensiva delle cariche, ndr ) sulla base di questo documento che certifica la piena regolarità, offrendo al giudice della causa la possibilità di prendere atto della validità e quindi efficacia delle delibere contestate».
E concludono: «Si confida che gli elementi emersi consentano di poter ottenere una tempestiva revoca». Il passaggio, però, trova già le prime contromosse dell'avvocato Lorenzo Borré, che ha ottenuto il congelamento dei vertici M5S. «La revoca può essere richiesta solo su circostanze e fatti sopravvenuti. La questione del regolamento "ritrovato" non è un fatto sopravvenuto.
Né è comunque rilevante perché l'ordinanza è stata emessa anche sul presupposto della mancanza del quorum (senza considerare che l'ordinanza non ha esaminato gli altri motivi di impugnazione perché assorbiti da quello relativo al mancato raggiungimento del quorum)». Poi Borré, sottolineando come una eventuale revoca sia comunque soggetta a reclamo, precisa: «L'esistenza di un eventuale regolamento approvato su richiesta del capo politico non è idonea a legittimare l'esclusione dal voto adottata nella vigenza di uno statuto che consente tale esclusione solo a fronte di un regolamento adottato su richiesta del comitato direttivo».
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