CHI GOVERNERA’ LA GERMANIA? NELLA CDU SI FA STRADA L’IDEA DI UN PATTO COI VERDI (MA SENZA L’SPD). IL VINCITORE ANNUNCIATO, IL CRISTIANO DEMOCRATICO FRIEDRICH MERZ, VORREBBE EVITARE L’ENNESIMA "GROSSE KOALITION" CON I SOCIALDEMOCRATICI. MA TUTTO DIPENDERÀ DAI NUMERI DEL VOTO DEL 23 FEBBRAIO – IL CONVITATO DI PIETRA? L’ESTREMA DESTRA DELL’AFD CHE VIAGGIA AL 20% DEI CONSENSI, MA NON HA POSSIBILITÀ DI CONDIZIONARE IL PROSSIMO GOVERNO…
Mara Gergolet per il Corriere della Sera - Estratti
Il giorno dopo, meno di 24 ore dopo la sfiducia a Olaf Scholz, i tre principali partiti tedeschi quasi in contemporanea presentano il proprio programma. Lo fanno di buona mattina, quasi a mostrare come la politica tedesca — quella che avrà possibilità e ambizioni di governo — sia una pratica ristretta a un terzetto: la Cdu (al 31% nei sondaggi), la Spd (17%) e i Verdi (13%).
Chi governerà la Germania dipenderà in ultima analisi dalla combinazione dei risultati elettorali. Per essere più precisi: potrà la Cdu (i cristiano-democratici), che si appresta a tornare al governo dopo il breve esilio seguito alla fine dell’era Merkel, scegliere tra due partner? O sarà invece costretta a riformare una grande coalizione con la Spd, perché i numeri non consentiranno altre maggioranze? L’elezione del 23 febbraio — dove il vincitore è preannunciato, e porta il nome del leader della Cdu, Friedrich
Merz — si gioca quasi tutta su questo dilemma.
Ieri mattina, Friedrich Merz e l’alleato bavarese Markus Söder, grande capo della Csu, hanno presentato il programma. In 79 pagine spiegano la «controproposta al Semaforo fallito», invocano il «cambiamento politico» e una «inversione di fondo». Tre modi per indicare che la Cdu/Csu a guida Merz sarà più conservatrice di quella di Angela Merkel. Centrale sarà per Merz il rilancio economico, che punterà sugli sgravi fiscali alle aziende: Merz è più liberista degli altri capi della Cdu, ha anche scritto un libro, Osare più capitalismo .
Ma siccome Merz insiste che la Schuldenbremse (il freno al debito) non si tocca e che il bilancio dello Stato deve essere in pareggio, molti economisti hanno già cominciato a domandarsi come farà a far quadrare il cerchio. Più lineare invece il programma sulla sicurezza: qui ha prevalso nettamente la politica della Csu, che da anni vuole ridurre l’immigrazione e riprendere il controllo dei confini. In sostanza, rovesciare la Willkommenskultur (la cultura dell’accoglienza) di Angela Merkel. E ieri Markus Söder, che ha il dono della sintesi efficace, l’ha spiegato così: “È tornato — ha detto — il law and order”.
Può questo programma coesistere con la Spd e anche con i Verdi, che lanciano l’idea di un «fondo per la Germania» che spinga grandi investimenti pubblici e privati? Si negozierà dopo il voto, quel che i numeri consentiranno.
Ma se nelle dichiarazioni ufficiali la Csu bavarese ritiene un’alleanza con i Verdi innaturale e continua ad attaccarli, in privato molti nella Cdu la ritengono preferibile a quella con la Spd. Più moderna, perfettamente compatibile sulla politica estera (filo-Usa, anti-russa): però con il grosso scoglio dei temi sociali.
Esiste, ovviamente, il convitato di pietra di queste elezioni: l’estrema destra dell’Afd.
Ma per quanto il partito abbia radicalizzato e cambiato la politica tedesca, importando tesi dalle quali la Germania si credeva immune, è bene ricordare che il suo impatto resta limitato. Viaggia in seconda posizione, al 20% dei consensi, ma non ha nessuna possibilità di condizionare il prossimo governo.
Friedrich Merz olaf scholz al bundestag
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