tsipras renzi merkel

GREXIT – “CON LA GRECIA SIAMO SULL’ORLO DEL BARATRO”, RIPETONO TUTTI I NEGOZIATORI EUROPEI – E TRA I LEADER, MERKEL COMPRESA, SI COMINCIA A DIRE CHE TSIPRAS HA PRESO IN GIRO TUTTI E NON È AFFIDABILE – ACCORDO ORMAI APPESO A UN FILO

 

Alberto D’Argenio per “la Repubblica

 

tsipras   renzi   merkel tsipras renzi merkel

Nei corridoi di Bruxelles si sente mormorare una sola frase: «Con la Grecia siamo sull’orlo del baratro». Lo ripetono funzionari e sherpa. Se lo dicevano i leader a margine del summit europeo, lo ripetono i ministri delle Finanze alla vigilia dell’Eurogruppo di oggi. Secondo molti l’ultima spiaggia prima del default greco, inevitabile il primo luglio. Eppure a Bruxelles non c’è tensione, si avverte una calma surreale, quasi rassegnazione. Ma c’è anche chi prepara a un clamoroso tempo supplementare dei negoziati.

 

Già, perché in pochi pensano che i ministri oggi riusciranno a trovare un accordo per salvare la Grecia. Oltre ai numeri in campo ci sono i caratteri, i risentimenti, le paure e la rabbia dei protagonisti di un negoziato bloccato da mesi. In molti raccontano che ieri la Merkel nei conciliaboli con i colleghi esprimesse commenti durissimi nei confronti di Tsipras.

 

E la Cancelliera è colei che più di tutti vuole salvare Atene. Come Draghi e Juncker, a loro volta stanchi del governo greco accusato da tutti di cambiare continuamente le carte in tavola salvo poi addossare la colpa sugli europei. Per non parlare dell’Fmi di Christine Lagarde. Nella discussione a Ventotto di giovedì sera alcuni leader sono stati durissimi.

tsipras renzi merkeltsipras renzi merkel

 

Come il premier spagnolo Rajoy, il Taoiseach Enda Kenny e il portoghese Coelho, accomunati dall’aver fatto i sacrifici chiesti dalla Troika e di non voler concedere nulla a Tsipras per non dar fiato ai populisti dei loro paesi. Il bulgaro Borisov ha rudemente ricordato «che da noi le pensioni sono più basse che in Grecia». Intransigenti pure l’olandese Rutte e il finlandese Spila.

 

Anche chi sostiene la Grecia, come Renzi e Hollande, è spazientito dal suo atteggiamento. Insomma, spiega un diplomatico, «Atene ha stancato tutti». Ma alla domanda posta nel chiuso del summit dall’austriaco Faymann su cosa succederà se oggi i ministri non troveranno un accordo, nessuno ha voluto o saputo rispondere.

merkel tsiprasmerkel tsipras

 

All’Eurogruppo si fronteggiano Schaeuble, secondo molti convinto che il Grexit farebbe bene e il greco Varoufakis, sfiduciato e mal sopportato dagli altri ministri. Per questo difficile sperare oggi nell’accordo che salverebbe Atene fino all’autunno. Oltretutto in molti pensano che la partita non sia più a chi cerca di tenere duro fino all’ultimo per strappare un accordo migliore, ma a chi scaricherà sull’altro la colpa del default. Se dunque sarà ancora fumata nera, gli scenari sono due.

luis de guindos e yanis varoufakisluis de guindos e yanis varoufakis

 

Primo, non ci sono le condizioni minime per proseguire i negoziati e i ministri si riuniscono anche domenica per prepararsi al Grexit. Se invece si dovessero registrare le condizioni per trattare ancora, proseguirà il lavoro tecnico in attesa che martedì tornino i leader a Bruxelles per chiudere. Ma per evitare che nel frattempo i mercati spazzino ogni speranza decretando da loro il default scatterebbe un piano molto rischioso.

 

lagarde  varoufakislagarde varoufakis

Per evitare il bank run, la corsa agli sportelli, le banche greche verrebbero chiuse e si lascerebbero in funzione solo i bancomat con un massimo di 200 euro di prelievo al giorno. La Grecia verrebbe sigillata con il blocco dei capitali, l’Fmi dovrebbe spostare il termine dei pagamenti di Atene e la Bce dovrebbe trovare il modo di versare ancora liquidità d’emergenza (Ela) a un Paese ormai fuori programma di salvataggio. Ai primi di luglio l’accordo dovrebbe essere votato dai Parlamenti di Atene, Berlino e di altre sei capitali e sperare che nel frattempo lo scudo regga.

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…