di maio di battista

GRILLINI CON LA PUZZA SOTTO IL NASO: NON SI MISCHIANO NEI TALK SHOW – SOLO COMPARSATE TV SOLIPSISTICHE – MA I CONDUTTORI LI CERCANO UGUALMENTE ED I PEONES M5S CEDONO ALLE LUSINGHE – PURE RENZI E LA BOSCHI NON VOGLIONO CONTRADDITTORIO CON ALTRI POLITICI

 

1. COSI’ FAN TUTTI…

 

Annalisa Cuzzocrea per la Repubblica

 

BEPPE GRILLO E IL PDBEPPE GRILLO E IL PD

In principio era il divieto assoluto, «la televisione è morta », «il talk è il vostro punto G» (detto da Beppe Grillo sul blog alla consigliera comunale Federica Salsi, rea di essere andata ospite a Ballarò). Poi sono venuti i ripensamenti e - come racconta Alessandro Di Battista nel libro "A testa in su" - «Fui io a convincere Gianroberto Casaleggio a riprendere ad andare, come M5S, in tv. Lui chiamò Di Maio e disse che ci aveva riflettuto, che era una persona capace di cambiare idea».

 

Da lì in poi, la centrale operativa della comunicazione a 5 stelle ha preso a lavorare a pieno ritmo. Il perno è il capo ufficio stampa Rocco Casalino: è lui a decidere chi va dove, e a quali condizioni. È lui a trattare direttamente coi programmi. A lamentarsi se qualcosa non è andato bene, a proporre ai talk minori i volti da premiare o da lanciare. «Ma è quello che fanno da sempre gli uffici stampa dei partiti - racconta chi ha lavorato a lungo nelle redazioni politiche la verità è che le condizioni le pongono tutti. La battaglia è gestirle ».

ROCCO CASALINO E ALTRI MASCHIONI ROCCO CASALINO E ALTRI MASCHIONI

 

«Il diktat della comunicazione grillina suona così - scriveva la deputata pd Alessia Morani su Facebook due giorni fa - nessun confronto con quelli del Pd, facciamo interviste da soli con i giornalisti». Ma, racconta Gerardo Greco, che su Rai3 conduce Agorà, «in realtà ormai si sono sciolti. Da noi i parlamentari M5S vengono anche col contraddittorio politico, quasi sempre del Pd. Solo per Di Maio, che considerano il loro candidato premier di fatto, chiedono che sia solo».

 

È finito, almeno per i parlamentari "minori", il tempo dei collegamenti solitari, spesso in esterna, senza "contaminazioni" col salotto televisivo. «Mentre i 5 stelle si sono spostati su un' apertura, il Pd ha chiuso progressivamente », racconta più d' uno. «Renzi, Maria Elena Boschi, molti ministri, rifiutano qualsiasi offerta».

maria elena boschi a porta a porta  2maria elena boschi a porta a porta 2

 

Così, le accuse giornaliere dei parlamentari dem non scalfiscono i conduttori. «Ma come fanno a dire che invitiamo i 5 stelle senza contraddittorio?», chiede Bianca Berlinguer. «A Cartabianca Luigi Di Maio ha fatto un confronto sull' Europa con Ferruccio De Bortoli, che è un filoeuropeista molto esperto. Il duello non deve necessariamente essere con un altro politico per essere tale». E racconta: «Gli M5S non chiedono più garanzie degli altri. Il fatto è che mettono in campo i loro leader ».

 

Una spiegazione analoga filtra da DiMartedì: «Noi invitiamo solo i personaggi del momento. Se non vengono i leader non siamo costretti a prendere chiunque. La formula è uguale per tutti e non ci facciamo dettare le scalette da nessuno».

 

DI MAIO DE BORTOLIDI MAIO DE BORTOLI

«I politici devono pensare alle leggi, non a dare pagelle ai talk», esorta Corrado Formigli, conduttore di Piazzapulita. «E più sono vicini al partito di governo, più dovrebbero astenersi dal farlo. Ho polemizzato con Di Maio quando ha fatto le liste di proscrizione su chi aveva fatto inchieste che lo riguardavano. E con il pd Michele Anzaldi quando attaccava Massimo Giannini e Bianca Berlinguer. I politici non devono sentirsi né direttori né editori, dovrebbero pensare a far funzionare la macchina pubblica. Questo vale per tutti, anche per i 5 stelle».

 

2. IL DIKTAT DI DI MAIO SULLE INTERVISTE TV

Corrado Formigli Corrado Formigli

 

Sebastiano Messina per la Repubblica

 

Corteggiati come star del cinema e accolti in studio come grandi personaggi del nostro tempo, i grillini Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista sono diventati i protagonisti immancabili di ogni talk show, dall' alba a mezzanotte.

 

Se non c' è l' uno c' è l' altro. E se, accendendo la tv, vedete inquadrato uno dei due, ormai sapete già che accanto a loro non c' è nessun politico, nessun parlamentare, nessun ministro. Solo loro e il conduttore, o tutt' al più un paio di autorevoli giornalisti che con la loro presenza confermano l' importanza dell' ospite grillino, che sta al centro della scena e si gode gli applausi che in qualche talk show scattano a comando appena lui tira fuori dal suo repertorio una battuta a effetto contro la kasta. Non deve temere le contestazioni di un avversario politico, ma solo le proprie gaffe: come è capitato l' altra sera a Di Maio, che a Carta Bianca ha citato «il defunto psicologo Gallini», riuscendo a sbagliare sia la professione che il cognome di uno dei più celebri sociologi italiani, Luciano Gallino.

 

DI MAIO DI BATTISTADI MAIO DI BATTISTA

Non sono i soli, certo, a essere intervistati così. Ma sono gli unici a essere intervistati solo così. Gli esponenti degli altri partiti partecipano ai dibattiti, loro no. Loro non si mescolano agli altri. Non discutono con gli altri. Non si siedono neppure accanto agli altri. Segnando con la loro assenza la loro differenza, la loro incompatibilità. La loro diversità, ormai quasi antropologica.

 

Le ragioni le spiegò Beppe Grillo sul suo blog l' 8 maggio di cinque anni fa. «Partecipare ai talk show fa perdere voti e credibilità non solo ai presenti, ma all' intero Movimento, perché lì il dibattito avviene con conduttori di lungo corso e con le mummie solidificate dei partiti. C' è l' omologazione con il passato». E fu ancora più chiaro il 31 ottobre 2012, quando andò su tutte le furie per la partecipazione a "Ballarò" della consigliera bolognese Federica Salsi (che si era permessa di ammettere l' esistenza di «un reale problema di democrazia interna » nel M5S).

Federica SalsiFederica Salsi

 

Mai partecipare a un dibattito televisivo, scrisse allora Grillo. Perché quando sei lì, «seduto in poltroncine a schiera, accomunato ai falsari della verità, agli imbonitori di partito, ai diffamatori di professione, devastato dagli applausi a comando di claque prezzolate (...) rispondi per i quattro minuti che ti sono concessi a domande preconfezionate poste da manichini al servizio dei partiti, pretoriani dell' informazione ».

 

Questa è la sua tesi, e non l' ha cambiata neppure dopo essere andato nel salotto di Bruno Vespa, per le Europee del 2014. Anzi, sei mesi dopo, dal palco della kermesse grillina al Circo Massimo, l' ex comico decretò nientemeno che la morte del talk show: «È finito, noi non ci andremo mai più».

 

Oggi, due anni e mezzo dopo, Grillo e i suoi continuano a parlare di «censura». Ma la verità, l' amara verità, è che hanno vinto loro. In tutte le tv e tutti i talk show gli ospiti grillini sono stati nettamente separati dagli esponenti di tutti gli altri partiti, come se fossero una specie politica a parte.

beppe grillo da vespa a porta a portabeppe grillo da vespa a porta a porta

 

E se nessuno può vietare ai Cinquestelle di perseguire una strategia mediatica che si è rivelata straordinariamente efficace, la vera domanda è: perché la tv italiana, compresa la Rai, si è piegata al diktat di un partito, riconoscendogli ogni sera sul video quella diversità che è diventata bandiera e arma di lotta politica, producendo voti e consensi? «Perché altrimenti loro non vengono, e noi dobbiamo dare voce a tutti» mi rispose tempo fa un noto conduttore di talk show.

FLORIS 6FLORIS 6

 

Entrambe le cose sono vere. Eppure neanche nel nome della par condicio può esserci un palcoscenico speciale riservato a un solo partito, mentre tutti gli altri - «le mummie solidificate», i «falsari della verità», gli «imbonitori di partito» - discutono e litigano in platea. In una democrazia sana - e in una televisione libera - può davvero esserci qualcuno più uguale degli altri? È questa la domanda a cui le tv italiane - a cominciare dalla Rai - dovrebbero finalmente dare una risposta.

 

Ultimi Dagoreport

friedrich merz ursula von der leyen manfred weber giorgia meloni

DAGOREPORT - DA IERI SERA, CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO DEI NAZI DI AFD NELLE FILE DELL’OPPOSIZIONE, TUTTO È CAMBIATO - E DAVANTI A UN’EUROPA DI NUOVO IN PIEDI, DOPO IL KNOCKOUT SUBITO DAL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, PER LA ‘DUCETTA’ SI PREPARANO GIORNI ALL’INSEGNA DELLE INVERSIONI A U – OGGI L’ITALIA HA VOTATO CON L'EUROPA LA RISOLUZIONE SULL'INTEGRITÀ TERRITORIALE DI KIEV, CONTRO GLI STATI UNITI – CAPITA L’ARIA NUOVA CHE TIRA, SULLE AGENZIE È SBUCATA UNA NOTA FIRMATA DAL “GENIO” DI FAZZOLARI, CHE AVRÀ FATTO RIZZARE I PELI DI TRUMP E PUTIN MESSI INSIEME: “LA VOGLIA DI LIBERTÀ DEL POPOLO UCRAINO CHE È STATA PIÙ FORTE DELLE MIRE NEO IMPERIALI DELLE ÉLITE RUSSE” - CERTO, SE NON AVESSE DAVANTI QUELL’ANIMALE FERITO, E QUINDI DAVVERO PERICOLOSO, DI MATTEO SALVINI, LA STATISTA DELLA GARBATELLA FAREBBE L’EUROPEISTA, MAGARI ALL’ITALIANA, CON UNA MANINA APPOGGIATA SUL TRUMPONE – MA ANCHE IN CASA, C’È MARETTA. OGGI IL VICEMINISTRO DEGLI ESTERI E COORDINATORE NAZIONALE DELLA DIREZIONE DI FDI, EDMONDO CIRIELLI, HA IMPLORATO MERZ DI FARE IL GOVERNO CON I POST-NAZI DI AFD…

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

A LUME DI CANDELA - “QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…