GRILLO CADENTE, DIASPORA AL DENTE - C’E’ BOCCHINO (FABRIZIO) ALLA GUIDA DEI “FINIANI” A 5 STELLE!

Tommaso Ciriaco per Repubblica

La guerra di nervi è ormai cronica. E i "ribelli" vogliono accelerare per dare uno strattone al Movimento. Tra due settimane, infatti, nascerà ufficialmente il primo intergruppo con Pd e Sel. A fare da "padrino" al battesimo dell'iniziativa potrebbe essere Stefano Rodotà.

Ormai quindi è solo questione di tempo. Ma la frattura nel Movimento ci sarà. E sarà dolorosa. Per aprire un varco serve però un grimaldello. L'idea dei dissidenti è appunto quella di edificare un ponte di dialogo. Sui temi concreti e nonostante Grillo. All'intergruppo sta lavorando anche il deputato di Sel Giulio Marcon: «Hanno aderito in ottanta, trenta sono grillini. A breve lo ufficializzeremo».

I convocati si confronteranno sulla "Pace e sul disarmo". È solo un inizio, ma sta già provocando un terremoto. Non tutti i cinquestelle che ne fanno parte, naturalmente, sono malpancisti. Né l'obiettivo va oltre il pacifismo e la battaglia parlamentare della mozione sugli F35.

Ma la macchina è partita e lo schema può replicarsi all'infinito: «Io aderirò - spiega ad esempio Adriano Zaccagnini - Il nostro spirito, fin dall'inizio, è stato quello di lavorare su temi comuni. Altri possibili intergruppi? Sulla legge elettorale, sulla revisione del sistema bancario. E poi ancora, sulle carceri e sull'idea di una amnistia per i reati di droga o politici». E sulla Tav, naturalmente.

Identificata la minaccia, il quartier generale di Grillo ha già attivato la procedura d'emergenza. L'assemblea grillina potrebbe "vietare" l'adesione ad altri intergruppi. Le "scomuniche" sono pronte, così come l'elenco dei ribelli. Ma la speranza è che siano i dissidenti a togliere il disturbo. Il problema è che il malumore quasi tracima. I numeri più accreditati parlano di una trentina di deputati e una quindicina di senatori. Da Turco a Tacconi, Pisano e Rizzetto, fino ai senatori Bocchino e Campanella.

Zaccagnini non pensa che il confronto attivato in nome degli intergruppi sia incompatibile con il M5S. E, comunque, «accetto il rischio, lo metto in conto. Può essere che Grillo non sia d'accordo, che vogliano mantenere compatto il gruppo. Ma non ha senso, perché io voglio lavorare per il bene del Paese».

Come lui, si moltiplicano i distinguo. Sentite Lorenzo Battista: «Il post di Grillo di oggi (ieri, ndr)? Non capisco perché la stampa gli dia eco. Le cose che dice lui non sono la posizione del M5S». E ancora, sul "rischio intergruppo": «Basta con la storia delle espulsioni! ».

Tommaso Currò, altro dissidente di primo piano, si infuria in Transatlantico: «Io non me ne vado. Il movimento non ha una paternità. È di chi lo vive!». Già la prossima settimana i "pontieri" di Pd e Sel potrebbero incontrarsi con i dissidenti, riservatamente.

Anche Pippo Civati tesse la tela e domenica potrebbe andare a Bologna per incontrare - così spiega - Stefano Rodotà. Il giurista, inoltre, potrebbe essere anche ospite d'onore della conferenza stampa che ufficializzerà l'intergruppo sulla pace, fra due settimane. «Vogliamo invitarlo spiega Marcon - e vogliamo continuare a collaborare con il movimento. Come abbiamo fatto finora».

Altri malpancisti riversano il disagio su Facebook. Scrive Walter Rizzetto: «La cosa più interessante di oggi è la non replica di Rodotà. Comunque vada, stima». E Currò: «Troppo spesso ho dovuto mordermi la lingua». Ma il più amaro di tutti è il senatore Fabrizio Bocchino: «Oggi, se incontrassi Rodotà per strada, forse non avrei neanche il coraggio di guardarlo in faccia».

 

BEPPE GRILLO A MONTECITORIO SFERZA I GRILLINI grillin article DITO MEDIO DI GASPARRI AI GRILLINI PAOLO BERNINI GRILLINOPRESIDIO GRILLINO PER LA FORMAZIONE DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI

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