venezuela guaido'

GUAIDO’ AI VINTI - COSÌ L' INGEGNERE FIGLIO DI UN PILOTA HA PICCONATO LA DOTTRINA CHAVISTA - I QUARTIERI OPERAI DI CARACAS, SERBATOIO DI CONSENSI DEL "SOCIALISMO DEMOCRATICO", RIDOTTI ALLO SFINIMENTO DALLA CRISI HANNO APPOGGIATO LA SVOLTA DEL PRESIDENTE DELL' ASSEMBLEA NAZIONALE VENEZUELANA

VENEZUELA GUAIDO'

Alfredo Spalla per il Messaggero

 

L' auto proclamazione di Guiadó - che sulla carta ha comunque carattere provvisorio - accelera l' ormai inesorabile declino del chavismo, protagonista di un regime dittatoriale in cui le istituzioni sono svuotate del proprio significato. Il Parlamento, che dal 2015 soffre l' ostilità del governo Maduro, si è appellato agli articoli 233, 333 e 350 della Costituzione, secondo cui, in caso di assenza prolungata del Capo di Stato, i poteri dell' esecutivo sono automaticamente trasferiti al Presidente dell' Assemblea Nazionale.

 

Da parte sua, la dirigenza chavista, basandosi su una decisione del 2016 del Tribunal Supremo, organo piegato alle esigenze della maggioranza, non riconosce la legittimità del Parlamento venezuelano. Della dottrina di Hugo Chavez, castrista e guevarista, non resta granché nel paese. Tanto che anche i quartieri operai di Caracas, serbatoio di consensi del «socialismo democratico», ridotti allo sfinimento da una crisi economica senza fine, si sono schierati col giovane ingegnere industriale di 35 anni che ha preso il potere ieri.

VENEZUELA 9

 

In realtà all' inizio dell' anno, non erano tante le persone nello stesso Venezuela che avevano sentito parlare di Juan Guaidò. Due settimane dopo, il giovane parlamentare e presidente dell' Assemblea Nazionale venezuelana è emerso come leader dell' opposizione al governo di Nicolas Maduro, fino ad arrivare a ieri, giorno in cui si è autoproclamato ed ha giurato come «presidente incaricato» del Paese sudamericano, assumendo ad interim i poteri dell' esecutivo.

VENEZUELA PROTESTE 5

 

LA CRISI ECONOMICA In un clima di forte crisi economica e sociale interna e di rapporti internazionali, con decine di Paesi che hanno dichiarato illegittimo il secondo mandato di Maduro iniziato il 10 gennaio, Juan Guaidò ha colmato un vuoto, ed è diventato una figura chiave per l' opposizione nel Paese. Classe 1983, figlio di una insegnante e di un pilota di aerei di linea, Guaidò è cresciuto in una famiglia di classe media insieme ad altri sette fratelli. Ha vissuto sulla propria pelle il disastro naturale conosciuto come la «tragedia di Vargas» nel 1999, che ha lasciato la sua famiglia temporaneamente senza casa, e che secondo i suoi colleghi ha influenzato le sue opinioni politiche, data la risposta giudicata inefficace fornita dal governo guidato allora da Hugo Chavez.

VENEZUELA PROTESTE 2

 

Diventato ingegnere industriale nel 2007, Guaidò si è fatto le ossa nei movimenti di protesta studenteschi negli anni 2000. Nel 2015 è stato eletto parlamentare per l' Assemblea Nazionale venezuelana per il partito oppositore Volontà Popolare, ed è diventato presidente del Parlamento nel dicembre 2018. Poco dopo la nomina, l' Assemblea nazionale costituente, controllata dai sostenitori di Maduro, ha minacciato Guaidò e altri con una indagine per tradimento.

 

juan guaido' 7

IL RUOLO DI LOPEZ L' architetto dell' ascesa di Guaidò come leader dell' opposizione venezuelana è Leopoldo Lopez, il più popolare leader oppositore in Venezuela, attualmente agli arresti domiciliari e considerato dagli oppositori del governo un prigioniero politico. Lopez ha lavorato dietro le quinte per il suo partito Volontà Popolare per ottenere la presidenza del Parlamento, per poi affidarla a Guaidò, suo fedele accolito dal 2014. L' ascesa di Guaidò ha registrato una brusca accelerazione l' 11 gennaio scorso, quando ha chiamato il Paese ad una «mobilitazione di massa» contro il governo di Nicolas Maduro per ieri, candidandosi a sostituirlo provvisoriamente ad interim, e a convocare nuove elezioni.

MADURO VENEZUELAVENEZUELA 9juan guaido' 6juan guaido' 5juan guaido' 4juan guaido' 1VENEZUELA PROTESTA 1VENEZUELA 10

 

juan guaido' 2juan guaido' 3

Ultimi Dagoreport

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?