DI CHE MALE SOFFRE LA GUARDIA DI FINANZA? NEL 2013, IMBARCATI 140 CONSULENTI TRA CUI MEDICI, VETERINARI E ASSISTENTI SANITARI

Stefano Sansonetti per La Notizia

Di che male soffre la Guardia di finanza? In effetti sembra che qualcosa non vada per il verso giusto nel Corpo guidato da Saverio Capolupo. Le Fiamme Gialle hanno bisogno di curarsi. E per farlo, da inizio 2013, hanno imbarcato la bellezza di 140 consulenti-collaboratori. Escludendo qualche caso isolato, i beneficiari di questa ingente mole di incarichi sono medici, veterinari e assistenti sanitari. Tutti professionisti esterni, naturalmente, ben disposti ad accorrere al "capezzale" dei vari comandi regionali della Gdf.

Perché, non c'è dubbio, le Fiamme Gialle devono poter disporre di medici per le esigenze di un Corpo che, nonostante i vari tagli subiti, rimane numericamente piuttosto consistente. Ma per fare tutto questo la struttura di Capolupo deve andare a pescare personale sanitario all'esterno, spendendo ovviamente un bel po' di soldi. E non è la prima volta. Nel 2012, tanto per dirne una, le collaborazioni attivate dalle Fiamme Gialle per gli stessi motivi sono state 210. Ora siamo a metà 2013, e se il trend dovesse essere confermato, alla fine dell'anno quest'ultima soglia potrebbe essere superata. Si vedrà.

L'assalto dei camici bianchi
Il valore delle consulenze è variabile. Ma i gettoni possono arrivare anche oltre i 50 mila euro l'anno. Dalla griglia degli incarichi riferiti al 2013, per esempio, spunta fuori che 55 mila euro sono stati pagati alla società Sintesi quale "consulente in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro" nella zona di Pratica di Mare. Altri 45 mila euro, invece, sono stati assegnati al dottor Mario Sanna in qualità di "dirigente del servizio sanitario del comando regionale del Veneto".

Ancora, 30 mila euro sono finiti nelle tasche di Luciana Cecchetti, imbarcata come "consulente civile per assistenza sanitaria alla scuola di polizia tributaria di Ostia". Ci sono poi consulenze in materia di "sorveglianza sanitaria", come quella elargita alla società Meditek Tecnologia Medica per un'attività di svolgere a favore di tutta una serie di istituti di istruzione e ispettorati dell'universo Fiamme Gialle. Il tutto con un compenso di 24 mila euro.

Nella lista, come detto, ci sono anche decine di veterinari. Praticamente tutti, come si può facilmente comprendere, vengono presi dalla Guardia di finanza per le unità cinofile utilizzate nelle varie operazioni. Sempre nel settore sanitario, però, ci muoviamo. Certo la lista è davvero lunga, se soltanto si pensa che al momento nel 2013 siamo arrivati complessivamente a 140 collaborazioni, alle quali si affiancano le 210 attribuite nel 2012. Tutto questo non può non spingere a chiedersi perché il Corpo debba rivolgersi all'esterno, e non magari a professionisti inseriti nei propri ranghi.

La spiegazione della Gdf
Naturalmente La Notizia ha posto la questione al Corpo, che ha fornito la sua versione. In pratica questa massiccia iniezione di personale sanitario esterno è dovuta al fatto che le Fiamme Gialle non ne hanno uno loro. La questione ha un suo profilo storico, nel senso che anni fa i medici che lavoravano per la Gdf provenivano direttamente dall'Esercito. A un certo punto, complici tagli subiti nel corso del tempo, la "trasfusione" di camici bianchi dall'Esercito alle Fiamme Gialle si è interrotta. Costringendo quindi il Corpo a fare incetta di consulenze.

Ma sulla questione, assicurano dal Comando generale, è in atto un'operazione di riequilibrio. Nel senso che ormai già da qualche anno la Gdf sta provvedendo ad assumere "medici-finanzieri" che dovrebbero consentire al Corpo di rivolgersi sempre di meno all'esterno. E di mettere a segno, così, ulteriori risparmi di spesa. Perché non c'è dubbio, un apparto con 56 mila dipendenti ha assoluta necessità di assicurarsi servizi sanitari. Ma forse assegnare 350 incarichi in un anno e mezzo è un po' troppo.

 

 

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