LA GUERRA È ALLE PORTE DELL’EUROPA, RISCHIAMO DI RIMANERE ALLA CANNA DEL GAS, E LA POLITICA ITALIANA CHE FA? LITIGA SUL CATASTO - DRAGHI DA BRUXELLES RASSICURA CHE “NESSUNO PAGHERÀ PIÙ TASSE”, MA NON CONVINCE LA SUA MAGGIORANZA. E OGGI SI RISCHIA UN NUOVO AGGUATO DEL CENTRODESTRA: IN COMMISSIONE FINANZE ALLA CAMERA SI VOTERÀ UNA PROPOSTA DEGLI EX GRILLINI PER ABOLIRE L'INTEGRAZIONE TRA RENDITE E VALORI DI MERCATO - L'ALTRO FRONTE DI SCONTRO È IL CODICE DEGLI APPALTI, POI C’È LA QUESTIONE BALNEARI…
Luca Monticelli per “la Stampa”
Il clima nella maggioranza resta teso: le fibrillazioni sul catasto non si placano e oggi è atteso un nuovo round in Parlamento. Sembrano sciolti i nodi sul Codice degli appalti, ma venti di crisi soffiano sui balneari, visto che la settimana prossima entrerà nel vivo la discussione sul ddl Concorrenza.
«Nessuno pagherà più tasse», è il concetto che il premier Mario Draghi ripete in modo conciso davanti alle telecamere, al termine dell'incontro con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Il presidente del Consiglio è visibilmente stizzito, non solo perché il tema del catasto lo insegue fino a Bruxelles, dove è andato per un focus sull'energia in un momento delicatissimo a livello internazionale, ma perché la stessa frase l'aveva già pronunciata il 5 ottobre scorso a Palazzo Chigi.
Quel giorno il Consiglio dei ministri aveva approvato la delega fiscale, dopo una lunga mediazione che era servita a mettere d'accordo tutti i partiti della maggioranza. E la stessa frase è stata ribadita la settimana scorsa ai deputati di Forza Italia e Lega, autori di un emendamento che intendeva cancellare la revisione del catasto pensata dall'esecutivo sulla base del valore di mercato degli immobili.
La misura contenuta nella delega vuole aggiornare gli estimi creando maggiore equità, ed evitare, come invece succede oggi, di avere case di pregio nei centri delle grandi città con rendite catastali (ovvero il riferimento su cui calcolare l'Imu o l'Isee) inferiori a quelle delle abitazioni in periferia o in provincia.
Proprio per raggiungere l'intesa politica, a ottobre, si decise di realizzare solo una fotografia della situazione italiana, mettendo a disposizione i nuovi dati a partire dal 1° gennaio 2026, rinviando la scelta, di applicarli o meno, all'esecutivo in carica tra quattro anni. Un intervento «senza alcun impatto tributario», recitava il comunicato del Consiglio dei ministri. Ma Lega, Forza Italia e Coraggio Italia hanno cambiato idea e insieme ai gruppi di opposizione di Giorgia Meloni e degli ex M5S hanno tentato di far saltare la misura sul catasto.
matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 3
Giovedì scorso il governo ha respinto il loro emendamento per un solo voto, grazie alla formazione centrista di Maurizio Lupi che ha votato con il centrosinistra, sottraendo il Paese a una crisi politica minacciata dallo stesso governo. Oggi però si replica: in commissione Finanze alla Camera si voterà una proposta degli ex pentastellati per abolire l'integrazione tra rendite e valori di mercato. Il richiamo di Draghi di ieri arriva dopo il rilancio di Matteo Salvini, che nel fine settimana aveva spronato i suoi parlamentari a continuare a opporsi alla riforma del catasto, considerata alla stregua di una tassa patrimoniale.
meme del presepe con matteo salvini giorgia meloni silvio berlusconi
Il segretario leghista ha messo sul tavolo pure la flat tax e ora esige un accordo complessivo su tutta la delega. Il braccio di ferro, però, pare risolversi a vantaggio di Palazzo Chigi: Forza Italia è orientata ad astenersi o a non partecipare al voto sull'emendamento degli ex Cinque stelle. L'altro fronte di scontro è il Codice degli appalti, e qui a puntare i piedi è tutta la maggioranza, non solo il Carroccio. Ieri è stata una giornata di riunioni in Senato per superare lo stallo, domani è fissato l'approdo in aula della delega sui contratti, ma è plausibile che slitti.
Gli emendamenti considerati «imprescindibili» dalla maggioranza, su cui il governo ha accettato le riformulazioni proposte, riguardano diversi temi. C'è il via libera alla questione dell'aggiornamento dei prezzi che scatterà per condizioni «oggettive» - come l'inflazione e i costi dei materiali - e non «eccezionali», come invece stabiliva la legge. Accolta la richiesta di favorire le micro-imprese locali per mantenere gli appalti sui territori e lo stop al sorteggio delle imprese invitate a presentare le offerte. L'esecutivo non arretra sui decreti attuativi: sarà il Consiglio di Stato a scriverli.
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