giorgetti draghi

“HANNO PROVATO A DARE UNA BOTTA A DRAGHI”, GUERRA IN CDM SUL SUPER GREEN PASS AL LAVORO - GIORGETTI FA ASSE CON I 5 STELLE PER BLOCCARE I “RIGORISTI” SPERANZA E BRUNETTA. DRAGHI, “MOLTO DETERMINATO” SULLA VIA DEL VACCINO OBBLIGATORIO, MEDIA MA ANNUNCIA CHE PRESTO ARRIVERÀ L’ESTENSIONE DEL GREEN PASS RAFFORZATO A TUTTI I LAVORATORI. QUANDO? IL 5 GENNAIO, È LA DATA SEGNATA IN ROSSO NELLE AGENDE DI PALAZZO CHIGI – L'INTESA LEGA-M5s E' UN INDIZIO NELLA PARTITA DEL COLLE?

GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI

Monica Guerzoni per corriere.it

La giornata nera dei 98 mila contagi cambia di segno alle sette della sera, quando Giancarlo Giorgetti, arrivato a Montecitorio per il voto di fiducia, consegna a un giornalista i «dubbi» della Lega sul green pass rafforzato per i lavoratori. «Ne discuteremo nel prossimo Consiglio dei ministri» frena il responsabile dello Sviluppo, reduce da una (tesa) cabina di regia politica a Palazzo Chigi.

 

E rivela che lo stop alla misura più estrema di contenimento del virus — che sta a cuore ai ministri rigoristi Speranza e Brunetta e che Draghi sostiene con molta convinzione — è stato possibile grazie all’asse con la squadra di Conte. «Non siamo stati solo noi, anche i 5 Stelle...». Ecco l’indizio lasciato cadere da Giorgetti. Parole che diversi deputati, non senza malizia, incrociano con la partita del Quirinale che agita trasversalmente i partiti.

 

MARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTI

Vorrebbe dire che nemmeno il dramma della pandemia è tenuto al riparo da quelle strategie e alleanze che si fanno e si disfano in vista della partita cruciale di fine gennaio. Ma se alcune fonti accreditano «uno scontro molto duro», sia in cabina di regia che in Consiglio dei ministri, dai piani alti della Lega piovono smentite: nessuna tensione, si è discusso solo del merito. Andiamo al merito, allora. Dietro al sipario del confronto sulle quarantene, è sull’obbligo vaccinale che si discute e si litiga fino a tarda sera. «Abbiamo fatto la guerra», dirà un esponente del fronte rigorista, che include Pd, Forza Italia, Leu e Italia Viva.

 

L’arma finale

giancarlo giorgetti mario draghi stefano patuanelli

Il presidente del Consiglio e il ministro della Salute, Roberto Speranza, guardano ai numeri dei contagiati e dei morti e pensano che il momento dell’«arma finale» sia arrivato. Serve una stretta, bisogna convincere (o costringere) i no vax a porgere il braccio e la gran parte degli irriducibili è nella fascia di lavoratori tra i 40 e i 50 anni. Quando il premier e i capi delegazione entrano in cabina di regia la proposta di Speranza, sostenuta energicamente da Brunetta, è l’estensione a tutto il mondo del lavoro, qualcosa come 25 milioni di persone, del «pass» rilasciato solo a immunizzati e guariti.

 

Ma è subito chiaro che la maggioranza non regge. Serve ancora qualche giorno (e qualche decina di migliaia di contagiati), perché tutte le forze che sostengono il governo digeriscano la stretta. Persino un fan come Brunetta pone una questione, sfidando Lega e M5S: «Mi avete bloccato il super green pass per i dipendenti pubblici e ora lo volete solo per la PA? O tutti i lavoratori, o nessuno».

 

La Lega fa muro

roberto speranza mezzora in piu 3

La Lega minaccia strappi e alza muri. Matteo Salvini è contrario all’obbligo, così Giancarlo Giorgetti porta in cabina di regia un «no» che chiude a ogni mediazione. Il premier Mario Draghi, descritto come «molto determinato» sulla via del vaccino obbligatorio, più volte prende la parola per contrastare il capodelegazione leghista: «Comprendo le vostre perplessità, ma l’estensione del green pass rafforzato a tutti i lavoratori è necessaria e la faremo molto presto».

 

Quando? Il 5 gennaio, è la data segnata in rosso nelle agende di Palazzo Chigi. Giorgetti dà un colpo al cerchio (Draghi) e uno alla botte (Salvini). Riesce a fermare, per qualche giorno, l’estensione del green pass ai lavoratori, ma propone di ridurre al 50% la capienza degli stadi: «Non possiamo chiudere in casa i non vaccinati e lasciare gli stadi pieni». Il mandato di Enrico Letta è la linea del rigore assoluto. Dario Franceschini spinge per l’obbligo vaccinale per tutti gli italiani. Andrea Orlando, soddisfatto per l’estensione delle mascherine Ffp2, chiede di «calmierare i prezzi». E Mariastella Gelmini, Forza Italia, porta la posizione delle regioni a sostegno del green pass rafforzato per tutti i lavoratori.

 

Il Cdm

RENATO BRUNETTA MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO - PRIMA PAGINA IL FATTO QUOTIDIANO 8 DICEMBRE 2021

Finita la travagliata cabina di regia, la Lega prova a lasciare fuori dal Consiglio dei ministri l’obbligo di certificato «2G», che esclude i tamponi. «L’estensione del green pass rafforzato non sarà sul tavolo», è la voce che arriva da chi si oppone alla misura. Ma il ministro Renato Brunetta, che nel certificato per tutti i lavoratori crede moltissimo, si batte per riaprire il confronto. «Ce la faremo, almeno per alcuni settori...», sospira entrando in Cdm il ministro della Pubblica amministrazione. Il resto lo fanno Draghi, Speranza, Franceschini e gli altri ministri del Pd che volevano andare ancora oltre, fino a chiedere a tutti i lavoratori italiani il certificato che non si ottiene con il tampone, ma solo con guarigione e vaccino.

 

Il M5S e l’obbligo

Patuanelli, capodelegazione del M5S, si mette di traverso: «Qual è la ratio di distinguere tra lavoratori e disoccupati? Non siamo contrari al green pass rafforzato, ma dobbiamo fare le cose con raziocinio. Forse a questo punto conviene ragionare sull’obbligo vaccinale». Il diversamente rigorista Patuanelli ha dubbi sul vaccino obbligatorio per i dipendenti pubblici.

 

giancarlo giorgetti dario franceschini foto di bacco

E Giorgetti chiede che i ragionamenti sull’obbligo vadano «di pari passo con una assunzione di responsabilità da parte dello Stato». Vuol dire che se si deciderà di imporre il super green pass a tutti i lavoratori bisognerà togliere la liberatoria che viene fatta firmare al momento dell’iniezione e «prevedere un capitolo di spesa per gli indenizzi».

 

Draghi prende tempo

Alla fine anche il capo del governo concorda sulla necessità di «prendersi ancora qualche giorno», perché la decisione non è ancora matura. Il suo timore non è tanto imporre il super certificato alla pubblica amministrazione, quanto bloccare alcune filiere del lavoro privato, dall’agricoltura all’edilizia. «Serve un approfondimento», è la conclusione di Draghi. Il quale alla fine, a decreto approvato, stempera la tensione: «Abbiamo portato a termine molte cose buone, faccio i miei migliori auguri a tutti voi e alle vostre famiglie».

 

Il lockdown dei no vax

dario franceschini foto di bacco

«Hanno provato a dare una botta a Draghi», è la sintesi brutale di un parlamentare dem. Ma i ministri, a cose fatte, ce l’hanno messa tutta per stemperare e smussare. «Non è andata così male», si consola chi spingeva per l’obbligo. Per dirla con un sostenitore della linea dura, la sostanza del nuovo decreto che impone il super green pass anche sugli autobus, sui treni e sugli aerei «è il lockdown dei non vaccinati».

Ultimi Dagoreport

friedrich merz ursula von der leyen manfred weber giorgia meloni

DAGOREPORT - DA IERI SERA, CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO DEI NAZI DI AFD NELLE FILE DELL’OPPOSIZIONE, TUTTO È CAMBIATO - E DAVANTI A UN’EUROPA DI NUOVO IN PIEDI, DOPO IL KNOCKOUT SUBITO DAL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, PER LA ‘DUCETTA’ SI PREPARANO GIORNI ALL’INSEGNA DELLE INVERSIONI A U – OGGI L’ITALIA HA VOTATO CON L'EUROPA LA RISOLUZIONE SULL'INTEGRITÀ TERRITORIALE DI KIEV, CONTRO GLI STATI UNITI – CAPITA L’ARIA NUOVA CHE TIRA, SULLE AGENZIE È SBUCATA UNA NOTA FIRMATA DAL “GENIO” DI FAZZOLARI, CHE AVRÀ FATTO RIZZARE I PELI DI TRUMP E PUTIN MESSI INSIEME: “LA VOGLIA DI LIBERTÀ DEL POPOLO UCRAINO CHE È STATA PIÙ FORTE DELLE MIRE NEO IMPERIALI DELLE ÉLITE RUSSE” - CERTO, SE NON AVESSE DAVANTI QUELL’ANIMALE FERITO, E QUINDI DAVVERO PERICOLOSO, DI MATTEO SALVINI, LA STATISTA DELLA GARBATELLA FAREBBE L’EUROPEISTA, MAGARI ALL’ITALIANA, CON UNA MANINA APPOGGIATA SUL TRUMPONE – MA ANCHE IN CASA, C’È MARETTA. OGGI IL VICEMINISTRO DEGLI ESTERI E COORDINATORE NAZIONALE DELLA DIREZIONE DI FDI, EDMONDO CIRIELLI, HA IMPLORATO MERZ DI FARE IL GOVERNO CON I POST-NAZI DI AFD…

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

A LUME DI CANDELA - “QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…