moro berlinguer compromesso storico

''HO VISTO LA VALIGIA CON I NOMI DELLE BR LEGATE AL KGB'' - PAOLO GUZZANTI APRE GLI ARCHIVI SU COSA FECERO I SERVIZI RUSSI QUANDO BERLINGUER E ALDO MORO PROVARONO A STACCARE IL PCI DA MOSCA CON IL COMPROMESSO STORICO: ''PERCHÉ SALVINI NON CHIEDE AL SUO AMICO ORBAN DI CONSEGNARCI QUESTI DOCUMENTI? I LEGAMI DEL TERRORISMO ITALIANO, LE COPERTURE DI FIANCHEGGIATORI, ESECUTORI E COMPLICI DEL DELITTO MORO, SONO A BUDAPEST. FRAGALA', L'UNICO CHE CHIESE DI APPROFONDIRE, FU UCCISO...''

 

1 - IO HO VISTO LA VALIGIA VERDE COI NOMI DELLE BR LEGATE AL KGB

Paolo Guzzanti per “il Giornale

 

«Venga a Budapest e troverà tutte le risposte che cerca» mi aveva scritto nell' estate del 2005 il procuratore generale di Budapest per posta diplomatica. E mi dette un assaggio: il terrorista venezuelano Ilich Ramirez Sanchez, detto Carlos lo Sciacallo - mi disse - fu trapiantato dal Kgb sovietico a Budapest negli anni Ottanta e gli ungheresi furono costretti a sopportarlo mentre scorrazzava per la città con i suoi pistoleros, protetto dalla Stasi tedesca. Quando Carlos andava in missione terroristica in Europa occidentale, mi spiegò ancora il magistrato, gli ungheresi furono autorizzati a fotografare i documenti che si trovavano nelle abitazioni della banda: «Dovevamo consegnare tutto, ma abbiamo fatto le copie: venga a Budapest e saprà tutto sui rapporti fra terrorismo e Kgb».

 

paolo guzzanti

La Commissione bicamerale Mitrokhin di cui ero Presidente stava per chiudere i battenti avendo ultimato i suoi compiti ma, insieme al deputato Enzo Fragalà (uno squisito dandy e intellettuale palermitano) riuscimmo a vincere le resistenze delle sinistre e ottenere una rogatoria internazionale. Ci presentammo dunque a Budapest dove la Commissione fu ricevuta in un palazzo di stile sovietico-babilonese.

 

Aleggiava ancora l' odore inconfondibile dei Paesi comunisti: varechina e scarpe vecchie, the perfect mix. Fummo accolti sontuosamente con tè, pasticcini, discorsi e grandi applausi per la ritrovata democrazia. Poi il procuratore si schiarì la voce e ci presentò un giovane maggiore in uniforme dal nome impronunciabile il quale issò sul tavolo una grande valigia di cuoio verde dagli angoli lisi. La aprì e mostrò il contenuto: pacchi di fogli ingialliti, contenitori di dossier a soffietto con la costa cartonata e disse: «Qui troverete tutto: nomi e cognomi, foto, date e recapiti degli uomini delle Brigate Rosse eterodirette dalla Stasi e dal Kgb e tutto ciò che abbiamo raccolto in questi anni». Mi sembrava di sognare. Chiesi: «Anche ciò che riguarda il rapimento e la morte di Moro?». Certo, disse. Tutto.

 

VASILI MITROKHIN

Troppo bello per essere vero. Infatti, ecco la postilla avvelenata: «Purtroppo non siamo liberi di consegnarvi questo materiale senza il permesso di quelli del piano di sopra». E chi sono quelli del piano di sopra? «Noi abbiamo un trattato con la Federazione Russa come ogni Paese dell' ex Patto di Varsavia e non siamo proprietari dei documenti di quell' epoca. Ma entro una settimana spediremo tutto per valigia diplomatica».

 

La fine è nota. Non arrivò nulla perché gli amici del piano di sopra dissero di no. Andai a protestare col un certo generale Ollo, l' uomo del collegamento con i Paesi della Nato, e quello allargò le braccia. Non possiamo farci nulla. Fine dell' illusione. Il tesoro restò sepolto. Pochi mesi dopo finì la legislatura e dunque anche la Commissione Mitrokhin. Non vorrei sembrare patetico con questo ricordo.

 

Vorrei invece pronunciare un atto d' accusa. Non contro i russi o gli ungheresi, ma contro coloro che in Italia ebbero le informazioni che ho appena riferito (atti ufficiali di una rogatoria internazionale) che una Commissione del Parlamento raccolse con le stesse funzioni di un magistrato. Invece, tutti zitti.

 

Come mai, pur avendo la notizia del tesoro contenente i legami del terrorismo italiano con i servizi segreti dell' Est, comprese le coperture di fiancheggiatori, esecutori e complici di delitti come la cattura, interrogatorio ed esecuzione di Aldo Moro, nessuno delle varie Commissioni e processi Moro Ter, Quater, Quinque e così via, abbia fatto un salto sulla sedia gridando che si doveva a tutti i costi recuperare il materiale di Budapest? Soltanto l' onorevole Enzo Fragalà, anima di quella rogatoria, insorse contro gli insabbiatori ma fu barbaramente assassinato a bastonate sotto la porta del suo studio il 23 febbraio 2010.

enzo fragala

 

A questi ed altri eventi ho pensato leggendo gli eccellenti interventi ieri e l' altro ieri sul Giornale sul tema del terrorismo dopo il caso Battisti firmati da Alessandro Gnocchi e del mio ex consulente Gianni Donno, storico ed accademico. E vedo che ancora una volta si torna sulla segretezza di alcuni documenti e all' invocazione al governo affinché imponga di aprire la gabbia in cui la colomba della verità è imprigionata. Questo nobile impulso può essere, se preso da solo, alquanto fuorviante perché l' esperienza di investigatore storico mi suggerisce che la «ciccia» sia altrove che non in un armadio blindato.

 

Ogni Commissione parlamentare ha infatti diritto di ottenere documenti, non importa quanto riservati, segreti o segretissimi, da tutte le agenzie ed enti dello Stato come magistratura, servizi segreti, polizie e carabinieri. Questi enti, a norma di legge, consegnano documenti su cui è scritto riservato, segreto o segretissimo e restano proprietari di questa classifica («classified» è la parola inglese per segretato).

 

Il Parlamento è autorizzato a leggere, ma non a riprodurre. Un consulente di Commissione può apprendere ma non può svelare l' originale. Io ho personalmente letto centinaia di documenti segretissimi (e come me ogni commissario) e posso garantire che dentro c' è soltanto burocrazia. Direte: dunque sarebbe tutto pulito? No, al contrario.

 

Berlinguer Moro

Tutto è molto più sporco di quanto si immagini. Solo che il marcio è nascosto molto meglio. Un solo esempio: la mia Commissione deve moltissimo a un servitore dello Stato, militare e galantuomo (che non nomino per non arrecargli ulteriori danni) il quale ci spiegò a tutti e quaranta senatori e deputati che un documento si nasconde dandogli un nome diverso o cambiando la sua collocazione. Per la mia esperienza, i documenti ci sono, basta cercarli e i famosi «misteri italiani» sono tutti risolvibili. Ho trovato un documento della Stasi tedesca (il servizio segreto della DDR) che apparteneva a un magistrato illustre, ma era illeggibile per le righe nere della censura.

 

Dandomi da fare ottenni lo stesso documento da una fonte diversa e appresi così che proprio il terrorista Ilich Ramirez Sanchez detto Carlos lo Sciacallo, dava conto ai suoi referenti tedeschi e russi di essere l' attentatore del cosiddetto «treno di Natale» del 1983, per cui furono condannati dei neofascisti. Qualcuno ha forse fiatato? Nulla.

 

Quando con la Commissione andammo a Parigi per un' altra rogatoria presso la Procura, non soltanto scoprii che il parquet dei magistrati inquirenti d' Oltralpe funziona, ma feci amicizia con il «Giovanni Falcone francese», ovvero Jean-Louis Bruguière, colui che ha stroncato le attività di Carlos e dei suoi affiliati terroristi arabi, il quale mi disse: «So da un ufficiale del Kgb che l' attentato al Papa del 13 maggio 1981 fu organizzato dal servizio segreto militare Gru sovietico che aveva assoluto bisogno di garantirsi lo spazio di manovra di una Polonia sgombra dal Papa e da Solidarnosc».

matteo salvini viktor orban 3

 

Con Fragalà organizzammo e facemmo votare una analisi medico legale computerizzata delle foto dell' attentato in piazza San Pietro e scoprimmo attraverso i periti che l' uomo che era accanto ad Ali Agca mentre sparava al Papa era il signor Antonov, cioè il capo del servizio segreto bulgaro e referente delle forze armate sovietiche.

 

Le sinistre della Commissione, profondamente irritate, chiesero un secondo expertise di loro scelta, che però confermò senza esitazione il primo e fu questa la svolta e anche l' inizio della fine della più delicata e maltrattata inchiesta che il Parlamento abbia avviato e poi con poco coraggio seppellito. L' accesso ai documenti è dunque molto importante e va sostenuto, ma senza nutrire illusioni superflue sulla localizzazione del tesoro. Il tesoro, vi assicuro, è in genere altrove.

 

 

 

2 - COSÌ FU BLOCCATO DA EST IL «COMPROMESSO STORICO»

Paolo Guzzanti per “il Giornale

 

Intanto, sono grato anch' io al ministro Salvini per i suoi propositi e, visto che è amico del premier ungherese Viktor Orbán, mi permetto di suggerirgli di chiedere a quel leader di recuperare la promessa valigia di cuoio verde e farmela recapitare o almeno invitarmi a Budapest per esaminarla. Sarebbe l' ora che l' Italia reclamasse ciò che fa parte della sua storia. In questo articolo vorrei spiegare, specialmente a chi è più giovane e non sa, per quale motivo il dossier Mitrokhin che tutti i Paesi occidentali ricevettero dagli inglesi, soltanto in Italia diventò una vicenda furiosa e scalmanata, conclusa da un bel po' di morti, sfuggiti all' attenzione dei giornalisti eroici.

matteo salvini viktor orban 2

 

Il fatto: quando gli inglesi annunciarono per via diplomatica negli anni Novanta di voler distribuire ai Paesi alleati le schede di loro interesse redatte dal maggiore Vasilij Mitrokhin, in Italia e soltanto in Italia successe il finimondo in casa comunista, divisa verticalmente fra l' ala americana (Giorgio Napolitano era da tempo uno stimato amico di Henry Kissinger) e quella pro-sovietica capeggiata da Armando Cossutta. Il comunismo sovietico era già crollato e avevano proposto nel 2000 una commissione parlamentare d' inchiesta che non andò in porto, io fui eletto nel 2001 in Senato come giornalista esperto dei fatti e l' anno successivo, varata faticosamente la legge, fui dichiarato presidente eletto da un lividissimo Giulio Andreotti che mi fu contro da subito e per sempre.

 

Il terrorismo rosso (e in parte nero) era già finito da oltre dieci anni e il presidente emerito Francesco Cossiga era già andato in pellegrinaggio nelle carceri per visitare i brigatisti e certificarli come «bravi ragazzi che avevano un po' esagerato» o anche «boys scout della rivoluzione». Quando ero un redattore del quotidiano socialista Avanti!, negli anni Sessanta, fui personalmente avvicinato da uomini del Kgb un po' troppo entusiasti dei miei articoli, anche perché i sovietici preferivano reclutare fra socialisti e democristiani per non esporre gli iscritti al Pci.

 

Quando interrogammo nella commissione Mitrokhin l' ex capo della Rezidentura sovietica a Roma, Leonid Kolosov, quello raccontò un sacco di balle, ma era certamente sincero quando disse che davanti alla sua porta «c' era la fila» degli informatori che odiavano l' America e volevano collaborare con i russi. Ma sui reali informatori e agenti di influenza non indagò nessuno perché era considerata un' attività poco amichevole nei confronti del Pci il cui segretario, Enrico Berlinguer, aveva del resto fallito nel tentativo di sottrarre il suo partito ai finanziamenti di Mosca (vedi L' Oro di Mosca del nostro Valerio Riva).

berlusconi orban

 

Berlinguer aveva tentato di installare una nuova ideologia: quella del comunista geneticamente ariano del bene che guarda più a Santa Maria Goretti che a Lenin. Il Kgb sosteneva allora anche gli estremisti di destra e qualsiasi gruppo eversivo in Europa. Pochi si sono presi la briga di leggere un testo fondamentale: A Cardboard Castle? An Inside Story of the Warsaw Pact 1955-1991. Il grosso tomo, 720 pagine, contiene tutti i verbali delle riunioni del Patto di Varsavia (l' anti-Nato del blocco sovietico) da cui si può vedere come, fino al 1991, l' Est progettasse ogni anno una nuova invasione dell' Europa occidentale anche con atomiche tattiche sull' Italia, col pretesto di reagire preventivamente a un imminente attacco della Nato.

 

Il progetto era politico oltre che militare: l' Europa tecnologica sarebbe stata resa irrecuperabile agli Stati uniti con una guerra lampo che sigillava porti e aeroporti e sarebbe stata aggregata al sistema sovietico, come spiegò Vladimir Bukowskij in EURSS. Unione europea delle Repubbliche Socialiste Sovietiche nel 2007 quando a suo parere il progetto politico era ancora in svolgimento.

PUTIN KGB

 

Questo piano aveva bisogno di una continua pressione terroristica in Occidente (Francia e Italia con la banda Carlos e i suoi agenti interni, la Frazione Armata Rossa in Germania, l' appoggio all' Ira irlandese e all' Eta basca, per azioni di infiltrazione). In Italia il progetto del Compromesso storico era stata benedetto dalla Cia americana (vedi Maurizio Molinari L' Italia vista dalla Cia con i documenti originali) con la garanzia di Aldo Moro nelle vesti di Presidente della Repubblica (si dovette estromettere con una falsa campagna mediatica l' innocente presidente Giovanni Leone sulla base di documenti americani fatti apparire ad hoc) e il senso strategico era di distaccare per sempre il Pci dall' Unione Sovietica e portarlo al governo dopo aver scatenato la famosa operazione «Clean Hands» (Mani Pulite) che avrebbe decapitato la corrotta Prima repubblica per far posto ai comunisti italiani.

 

Tutto ciò è narrato per filo e per segno con tutti i documenti in The Italian Guillotine: Operation Clean Hands and the Overthrow of Italy' s First Repubblic scritto in inglese da Stanton H. Burnett e Luca Mantovani, un libro che, curiosamente, nessun editore italiano ha avuto il fegato di pubblicare. La reazione sovietica non si fece aspettare: dopo un primo tentativo fallito di uccidere Berlinguer mandato da Cossutta a visitare la Bulgaria, con la consolidata tattica del camion che sbuca all' improvviso (morì l' autista di Berlinguer il quale rimase lievemente ferito e fu subito fatto riportare in Italia dai corpi speciali, mandati da Cossiga). Poi arrivò la strage di Via Fani, dove tutti furono uccisi da una sola arma e un solo killer e la neutralizzazione del garante del Compromesso destinato al Quirinale.

 

L' operazione era politicamente ovvia. Attendiamo da Orbàn le carte. Il Compromesso storico fallì, il Pci tornò ad elemosinare la sua paghetta al Cremlino anche se l' operazione mani pulite portò realmente alla ghigliottina la prima Repubblica e certamente Achille Occhetto, leader del rinominato partito comunista, avrebbe vinto con la sua Gioiosa macchina da guerra se l' imprenditore Silvio Berlusconi non si fosse messo di traverso costruendo il bipolarismo impossibile e battendo il vecchio piano degli anni Settanta. Ciò accadde dopo la fine della Guerra fredda, ma l' apparato di sostegno a tutte le forme di terrorismo in funzione tattica era rimasto funzionante. Il mea culpa dello scrittore francese Daniel Pennac, ipocrita e conformista anche se avverte rossore sulle guance, è esemplare.

LUBJANKA MOSCA KGB

 

Quando nel 1999 a dieci anni dalla caduta del Muro di Berlino, per iniziativa di Berlusconi, organizzammo un grande convegno internazionale di cui fui il chairman, conobbi un uomo dagli enormi baffi rossicci furibondo e aggressivo. Era Lech Walesa, l' elettricista cattolico che aveva organizzato, insieme al papa polacco Karol Wojtyla, il sindacato Solidarnosc che aveva conquistato le piazze polacche, occupato il Paese e paralizzato le manovre militari sovietiche. Walesa parlava soltanto polacco e una ragazza mesta e gentile traduceva con sbalorditiva rapidità: «Che diavolo vi è venuto in mentre di celebrare la caduta del Muro di Berlino decisa da Gorbaciov? Siamo noi, i polacchi, che abbiamo fatto cadere il sistema, noi del Paese da cui doveva partire la guerra, noi destinati al sacrificio, noi polacchi che ci siamo ribellati e abbiamo vinto. Altro che muro! altro che Berlino!».

 

Aveva perfettamente ragione. Il Muro venne giù quando Gorbaciov lo decise d' accordo con il presidente Reagan che pronunciò lo storico invito: «Mister Gorbaciov, tear down this wall!». La nostra storia, quella della contiguità culturale e militare fra terroristi alla Cesare Battisti e sistema sovietico è però ancora tutta da raccontare e da rivelare, almeno per le nuove generazioni che si affacciano al mondo fresche e pulite e che chiedono il sacrosanto rispetto della verità.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA Ad ALMASRI), VENGONO EFFETTUATOI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…