
LA RESA DI HOLLANDE - IL PRESIDENTE FRANCESE RINUNCIA A CORRERE DI NUOVO PER L’ELISEO: “LO FACCIO PER IL BENE DEL PAESE”. NO, LO FA DOPO I SONDAGGI CATASTROFICI CHE LO INCHIODAVANO AL 7,5 PER CENTO - IL PREMIER VALLS PRONTO A DIMETTERSI PER CANDIDARSI ALLE PRIMARIE
Stefano Montefiori per il Corriere della Sera
Quando alle 20 il presidente della Repubblica François Hollande è apparso in diretta tv, neanche i suoi consiglieri più vicini sapevano che cosa avrebbe detto ai francesi. Nel pomeriggio aveva chiesto all' improvviso che venisse organizzata la trasmissione nel palazzo dell' Eliseo ma non si è consultato con nessuno, fedele a un comportamento che ha sempre tenuto in questi quasi cinque anni: sentire molti pareri, alla fine decidere da solo.
L' annuncio che il presidente si sarebbe rivolto ai francesi è arrivato neppure un' ora prima, ed è apparso chiaro che Hollande aveva finalmente preso la sua decisione. Ma quale? Si sarebbe candidato alle elezioni presidenziali della prossima primavera, con il rischio di una sconfitta umiliante, o avrebbe rinunciato a un secondo mandato all' Eliseo?
Appena appare davanti alla telecamera, alle 20 in punto, Hollande ha un' espressione scossa, dura. È visibilmente emozionato.
Poi si scioglie facendo il bilancio del suo quinquennio, rivendicando «i progressi» che a suo giudizio sono stati compiuti. Per esempio, ricorda di avere fatto della lotta alla disoccupazione la sua priorità, sottolineando che «dall' inizio dell' anno i senza lavoro sono diminuiti». Hollande aveva dichiarato in passato che si sarebbe candidato per un secondo mandato solo se fosse riuscito a invertire la tendenza della disoccupazione: condizione soddisfatta.
Poi il presidente evoca i momenti tragici delle guerre, dal Mali alla Siria, e della lotta al terrorismo. «Ho preso le misure necessarie, senza mai rimettere in discussione le nostre libertà». Hollande ammette un solo rimpianto: avere proposto la revoca della nazionalità per i terroristi, «una misura che pensavo potesse unirci e che invece ci ha diviso».
I
l presidente parla alla prima persona singolare: non vuole coinvolgere né i suoi collaboratori né il governo di Manuel Valls. Si assume tutto il carico delle decisioni prese e a questo punto del discorso, forte di un bilancio che lui dipinge non così disastroso, lo si direbbe pronto a tentare. Ma poi pronuncia la frase decisiva: «L' esercizio del potere non mi ha mai fatto perdere la lucidità, né su di me né sulla situazione politica».
È il segno che il presidente si arrende ai sondaggi catastrofici (era dato al quinto posto con il 7,5%), alle divisioni della sinistra, all' insofferenza del suo primo ministro Valls che gli chiede da giorni di farsi da parte per lasciare qualche speranza alla gauche.
«Non posso rassegnarmi alla dispersione della sinistra, al la sua esplosione. Non sono animato che dall' interesse superiore del Paese, che in più di quattro anni e mezzo ho servito con onestà. Oggi sono cosciente dei rischi che farebbe correre un' iniziativa, la mia, che non riuscirebbe a unire molte forze. Quindi ho deciso di non essere candidato all' elezione presidenziale, al rinnovo del mio mandato».
È un discorso pieno di dignità, e un evento senza precedenti nella storia della Quinta Repubblica francese. Prima di Hollande, tutti i presidenti tranne Pompidou (morto mentre era ancora in carica) si erano ricandidati. Tre hanno svolto due mandati consecutivi: De Gaulle, Mitterrand e Chirac, e due non sono riusciti a farsi rieleggere: Giscard e Sarkozy.
Ora si contano le ore che mancano alle dimissioni di Manuel Valls da primo ministro, e alla sua candidatura alle primarie della sinistra del prossimo gennaio.