giorgia meloni autonomia premierato

DAGOREPORT - SOTTO GLI OMBRELLONI, I CAPOCCIONI DEI PALAZZI ROMANI SI RIMBALZANO LA DOMANDINA: “QUANTO DURA IL GOVERNO MELONI?”. LA VOCE PREVALENTE TRA COLORO CHE NE HANNO VISTE DI TUTTI I COLORI E DOLORI, È CHE LA DUCETTA POTREBBE MANGIARE IL PANETTONE 2024 MA DIFFICILMENTE ASSAGGERÀ LA COLOMBA PASQUALE 2025 - ALLA RIPRESA SETTEMBRINA, I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE (FINANZIARIA, PNRR, PATTO DI STABILITÀ, MES, ETC.) ED INIZIERÀ UNA VIA TRUCIS PER IL GOVERNO MELONI CHE HA COME GOLGOTA IL REFERENDUM SULL'AUTONOMIA - L’ESITO È SCONTATO (SONDAGGI: I CONTRARI DAL 65 AL 75%) E LA MELONA, CAPITA L’ANTIFONA, SI È PREMURATA DI AVVERTIRE CHE NON SE NE ANDREBBE SE LO PERDESSE - MA CHE FARÀ SALVINI DAVANTI AL FALLIMENTO DELLA LEGGE-SIMBOLO DELLA LEGA? HA DUE STRADE: COME GIORGIA, POTREBBE DIRE: PAZIENZA, CI INCHINIAMO AL VOTO DEL POPOLO SOVRANO. OPPURE: VISTO LO STATO DI FIBRILLAZIONE DEL CARROCCIO, L’ALTRA VIA POTREBBE ESSERE UN PAPEETE N° 2: L’ADDIO ALL’ALLEANZA DI GOVERNO, CON LE CONSEGUENTI DIMISSIONI DI "IO SO' GIORGIA". A QUEL PUNTO SERGIO MATTARELLA POTREBBE SCIOGLIERE LE CAMERE...

giorgia meloni al mare foto oggi

DAGOREPORT

Sotto gli ombrelloni o alla fine dello stillicidio di telefonate di Ferragosto, tra una freddura e una frittura (“Questo non è caldo… è cattiveria!”; “Si sta come nel forno con le patate”, etc.), tra i capoccioni dei Palazzi romani decolla immancabile la domandina: “Secondo te, quanto dura il governo Meloni?”.

 

Ebbene la voce prevalente tra coloro che ne hanno viste di tutti i colori e dolori, è che la Ducetta potrebbe mangiare il panettone 2024 ma difficilmente assaggerà la colomba pasquale 2025.

 

Alla ripresa settembrina, come scritto più volte, con la presentazione della Finanziaria i nodi arriveranno al pettine ed inizierà una interminabile Via Trucis. Per il governo Ducioni non basterà, infatti, il “tesoretto” derivante da inaspettate entrate fiscali per coprire i mille buchi (cuneo fiscale, pensioni, Superbonus, etc.) che minacciano di intaccare il consenso popolare di cui ancora gode Fratelli d’Italia.

 

Altro calcio in culo in preparazione è rappresentato dal voto in autunno in tre regioni (Umbria, Emilia-Romagna e Liguria), dove il “campolargo” della sinistra rischia davvero di fare bottino pieno.

 

salvini papeete

Così, tra smorfie e moine da attrice di borgata, inizieranno a cadere le tante simulazioni del Camaleonte del Colle Oppio: in primis, quella di essere una leader liberal-conservatrice.

 

Infatti, del tutto ignara di cultura del potere e priva di una classe dirigente all’altezza, più che governare, in questi due anni di governo, la Melona è stata capace solo di fare l’opposizione all’opposizione.

 

Del resto, il Grande Balzo da via della Scrofa a Palazzo Chigi di Fratelli d’Italia avvenne grazie alla scelta, unico partito, di tenersi fuori dalla maggioranza del governo Draghi, risucchiando così la mega bolla del Papeete di Salvini (“Voglio pieni poteri!”) e anche una buona quota di voti arrabbiati di elettori grillini, proponendosi come Partito della Provvidenza, ultima occasione di cambiamento dopo i fallimenti di Lega e Movimento 5 Stelle.

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN AL G7

 

La crescente stizza degli euro-poteri per l’ex “Regina della destra europea”, così tremante davanti alle caldane vannicciane di Salvini da perdere il controllo degli otoliti bocciando Ursula sia in Consiglio Europeo come premier, sia in Commissione come leader di Fratelli d’Italia, farà sì che la "Nazione", come la chiama lei, non avrà un Commissario UE di prima fascia, né sconti sul Pnrr (come avuti da Francia e Germania), né aperture per riconfigurare il nuovo Patto di Stabilità.

 

Ma l’incazzatura dei poteri al comando dell’Unione Europea (Macron, Scholz, Tusk, Sanchez) verso l’unico stato che non ha ratificato il Mes, ora fa scopa anche con l’irritazione degli americani dopo che a Borgo Egnazia “Io so’ Giorgia”, presidente di turno del G7, ha confuso le apparenze e il cerimoniale con la realtà, pensando di trasformare il suo ego nell’ago della bilancia del summit, col risultato di scontentare tutti ed essere considerata da tutti velleitaria e, soprattutto, inaffidabile.

CHARLES MICHEL - RISHI SUNAK - JUSTIN TRUDEAU - URSULA VON DER LEYEN - JOE BIDEN GIORGIA MELONI - G7 BORGO EGNAZIA

E soprattutto sul futuro prossimo di Meloni sta l’orizzonte, che potrebbe negare la colomba pasquale 2025 e far cadere Il governo prima della fine della legislatura 2027, del referendum abrogativo dell’Autonomia differenziata, legge simbolo di quello che resta della Lega di Salvini.

 

E dato che trovare una maggioranza dei due terzi in Parlamento è una sfida quasi impossibile, il referendum, previsto in primavera, sarà inevitabile.  

RACCOLTA FIRME CONTRO L AUTONOMIA DIFFERENZIATA

 

Secondo gli ultimi sondaggi riservati, la percentuale di italiani pronti ad abrogare l’Autonomia tocca una forchetta che va dal 65 al 75%. Dato che non deve sorprendere visto che, oltre ai partiti di opposizione, è contraria Forza Italia, che raccoglie gran parte dei suoi voti in Sicilia, Calabra e Campania, dove la norma di Calderoli è vista come il fumo agli occhi, ma anche quella parte di Fratelli d’Italia di stampo statalista.

giorgia meloni 12

 

Quindi l’esito del referendum costituzionale è scontato, e la Meloni che nella conferenza stampa di fine 2023 aveva ammesso il baratto con Salvini ("L'autonomia si tiene perfettamente con il premierato"), una volta capita l’antifona, la Giovanna d’Orco della Garbatella si è premurata di travestirsi da orsolina e di avvertire che non se ne andrebbe se lo perdesse.

 

PATRIZIA SCURTI E ALFREDO MANTOVANO ALLA CONFERENZA STAMPA DI FINE ANNO DI GIORGIA MELONI

Davanti alla minaccia di una tale fine ingloriosa del governo Due-Meloni, il sottosegretario Alfredo Mantovano si è arrampicato così sugli specchi: “La premier ha fatto un discorso chiaro. Ha detto che questa riforma è uno dei punti più qualificanti del programma con il quale il centrodestra si è presentato agli elettori e ha avuto il consenso e la fiducia. Ci sono tanti altri punti del programma e il grado di apprezzamento del governo in carica da parte degli elettori sarà espresso sulla base dello sforzo e dei risultati di realizzazione dell'intero programma, quindi anche su questa voce specifica, ma non c'è un rapporto di causa effetto: se perde il referendum il governo va a casa. Non è mai stato presentato in questi termini”.

PROTESTA DELLE OPPOSIZIONI CONTRO IL DDL AUTONOMIA

 

Quindi sappiamo che, anche in caso di sconfitta, a differenza di Renzi, Meloni non se ne va da Palazzo Chigi. Ma che farà Salvini davanti alla bocciatura delle legge-simbolo del Carroccio?

 

Il Capitone ha due strade. Come la sua premier, potrebbe spalancare le braccia e dire: pazienza, ci inchiniamo al voto del popolo sovrano. Oppure: visto lo stato di fibrillazione della Lega, l’altra via di Salvini potrebbe portarlo verso a un Papeete numero 2: l’addio all’alleanza di governo e con le conseguenti dimissioni del premier.

mattarella meloni mantovano

A quel punto Sergio Mattarella, prima di sciogliere le Camere, dall’alto del Colle aspetterà di vedere se la Ducetta riuscirà a rimettere in piedi una maggioranza di governo.

 

Altrimenti, in caso di voto anticipato, per Fratelli d’Italia sarebbe un disastro: si presenterebbe senza la coalizione di centro destra e quindi senza premio di maggioranza mentre per l’opposizione il campolargo si trasformerebbe in una “gioiosa macchina da guerra”.

matteo salvini e giovanni toti con la vocalist aryfashion al papeete agosto 2016

 

 

 

protesta dei sindaci contro la riforma dell autonomia differenziata elly schlein convegno contro l autonomia a napoli alfredo mantovano giancarlo giorgetti raffaele fitto autonomia differenziata 1giorgia meloni in bikini al mare foto novella 2000

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen donald trump xi jinping cina unione europea stati uniti

FLASH! - COME REAGIRE ALLA TERZA GUERRA MONDIALE DI TRUMP? PIU’ CHE UNA WEB-TAX SULLE BIG TECH, PER METTERE IN GINOCCHIO IL DAZISTA DELLA CASA BIANCA, FACENDO RITORNARE DI COLPO LE ROTELLE AL LORO POSTO, SAREBBE SUFFICIENTE LA VENDITA DEL 10% DEI TITOLI DEL TESORO AMERICANO IN POSSESSO DI CINA E UNIONE EUROPEA (AL 2024 PECHINO NE DETENEVA 768 MILIARDI, MENTRE I 27 PAESI UE NE HANNO IN PANCIA OLTRE DUEMILA MILIARDI) – DI TALE MOSSA MORTALE, CONFERMATA A DAGOSPIA DA FONTI AUTOREVOLI, NE STANNO DISCUTENDO NELLA MASSIMA RISERVATEZZA GLI EMISSARI DEL DRAGONE DI XI JINPING E GLI SHERPA DEI CAPOCCIONI DI BRUXELLES (COME DICONO A QUARTICCIOLO: ‘’EXTREME EVILS, EXTREME REMEDIES…’’)

donald trump matteo salvini giuseppe conte vladimir putin

DAGOREPORT – ALLEGRIA! RICICCIA L’ALLEANZA DEGLI OPPOSTI POPULISMI: SALVINI E CONTE - SABATO SCORSO, I GEMELLI DIVERSI SI SONO RITROVATI IN PIAZZA A SBANDIERARE LE COMUNI POSIZIONI TRUMPUTINIANE CHE DESTABILIZZANO SIA LA MAGGIORANZA DI GOVERNO CHE L’OPPOSIZIONE - IL LORO RUOLO DI GUASTATORI NEI RISPETTIVI SCHIERAMENTI FA GODERE TRUMP, CHE HA PRESO DUE PICCIONI CON LA SUA FAVA: CONDIZIONA IL GOVERNO MELONI E SPACCA IL PD DI ELLY SCHLEIN – SFANCULATO BEPPE GRILLO, ANNIENTATO LO ZOCCOLO DURO PENTASTELLATO, AL POSTO DELL'ELEVATO", COME "IDEOLOGO", CONTE HA MARCO TRAVAGLIO - IL RUOLO DI CASALINO NEL SUCCESSO DELLA MANIFESTAZIONE ANTI-RIARMO DI SABATO... - VIDEO 

giorgia meloni donald trump economia recessione dazi

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI VOLERÀ FINALMENTE NEGLI STATI UNITI PER IL TANTO AGOGNATO FACCIA A FACCIA CON TRUMP: MA COSA ANDRÀ A FARE? SOPRATTUTTO: QUALE RISULTATO OTTERRÀ? -L’UNICO SPAZIO CHE OGGI HA A DISPOSIZIONE LA THATCHER DELLA GARBATELLA È IL PERIMETRO STABILITO DA KAISER URSULA CON MACRON E MERZ, CHE SI RIASSUME IN TRE PUNTI: DIALOGO, REAZIONE E DIVERSIFICAZIONE DEI MERCATI - L'EVENTUALITA' CHE, DOPO OCCHIONI E MOINE MELONIANE, IL TRUMPONE RINCULI DAL 20% A ZERO DAZI E' DA ESCLUDERE: IL TYCOON BANCAROTTIERE PERDEREBBE LA FACCIA - MA L'UNDERDOG NON PUO' TRATTARE NEMMENO UN DIMEZZAMENTO DELLE TARIFFE RECIPROCHE AL 10% PERCHE' LA NEGOZIAZIONE DEVE PASSARE PER BRUXELLES – LA DUCETTA PUÒ SOLO PROVARE A ESERCITARE UNA MORAL SUASION SUL SUO AMICO TRUMP E FARSI SCATTARE QUALCHE FOTO PER FAR ROSICARE DI INVIDIA MATTEO SALVINI - VIDEO

vespa meloni berlusconi

DAGOREPORT - VABBE’, HA GIRATO LA BOA DEGLI 80 ANNI, MA QUALCOSA DI GRAVE STA STRAVOLGENDO I NEURONI DI "GIORGIA" VESPA, GIA' BRUNO - IL GIORNALISTA ABRUZZESE, PUPILLO PER DECENNI DEL MODERATISMO DEMOCRISTO DEL CONTERRANEO GIANNI LETTA, CHE ORMAI NE PARLA MALISSIMO CON TUTTI, HA FATTO SOBBALZARE PERFINO QUELLO SCAFATISSIMO NAVIGATORE DEL POTERE ROMANO CHE È GIANMARCO CHIOCCI – IL DIRETTORE DEL TG1, PRIMO REFERENTE DELLA DUCETTA IN RAI, E’ RIMASTO BASITO DAVANTI ALL’”EDITORIALE” DEL VESPONE A "CINQUE MINUTI": "DAZI? PER IL CONSUMATORE ITALIANO NON CAMBIA NULLA; SE LA PIZZA A NEW YORK PASSERÀ DA 21 A 24 EURO NON SARÀ UN PROBLEMA". MA HA TOCCATO IL FONDO QUANDO HA RIVELATO CHI È IL VERO COLPEVOLE DELLA GUERRA COMMERCIALE CHE STA MANDANDO A PICCO L’ECONOMIA MONDIALE: È TUTTA COLPA DELL’EUROPA CON “GLI STUPIDISSIMI DAZI SUL WHISKEY AMERICANO’’ - VIDEO

tulsi gabbard donald trump laura loomer timothy haugh

DAGOREPORT - È ORA D’ALLACCIARSI LE CINTURE. L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE E' NEL PANICO TOTALE: SU CONSIGLIO DI UNA MAGA-INFLUENCER, LA PROCACE LAURA LOOMER, GIOVEDI' TRUMP HA CACCIATO SU DUE PIEDI IL GENERALE TIMOTHY HAUGH, DIRETTORE DELLA NATIONAL SECURITY AGENCY - LA NSA È LA PRINCIPALE AGENZIA DI CYBERSPIONAGGIO DEGLI STATI UNITI (CON 32 MILA DIPENDENTI, È QUASI IL 50% PIÙ GRANDE DELLA CIA) - LA CACCIATA DI HAUGH AVVIENE DOPO LA DECAPITAZIONE DEI CAPI DEI SERVIZI SEGRETI DI CIA E DI FBI, CHE TRUMP CONSIDERA IL CUORE DI QUEL DEEP STATE CHE, SECONDO LUI, LO PERSEGUITA FIN DALL’ELEZIONE PRESIDENZIALE PERDUTA CONTRO BIDEN NEL 2020 – UNA EPURAZIONE MAI VISTA NELLA TRANSIZIONE DA UN PRESIDENTE ALL’ALTRO CHE STA ALLARMANDO L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE. CON TRUMP CHE SI FA INTORTARE DA INFLUENCER BONAZZE, E FLIRTA CON PUTIN, CONDIVIDERE INFORMAZIONI RISERVATE CON WASHINGTON, DIVENTA UN ENORME RISCHIO - (E C’È CHI, TRA GLI 007 BUTTATI FUORI A CALCI DA ''KING DONALD'', CHE PUÒ VENDICARSI METTENDO A DISPOSIZIONE CIÒ CHE SA…)

elon musk donald trump matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - LE “DUE STAFFE” NON REGGONO PIÙ. IL CAMALEONTISMO DI GIORGIA MELONI NON PUÒ PIÙ PERMETTERSI DI SGARRARE CON MACRON, MERZ, URSULA, CHE GIÀ EVITANO DI CONDIVIDERE I LORO PIANI PER NON CORRERE IL RISCHIO CHE GIORGIA SPIFFERI TUTTO A TRUMP. UN BLITZ ALLA CASA BIANCA PRIMA DEL CONSIGLIO EUROPEO, PREVISTO PRIMA DI PASQUA, SAREBBE LA SUA FINE -  UNA RECESSIONE PROVOCATA DALL’AMICO DAZISTA TRAVOLGEREBBE FRATELLI D’ITALIA, MENTRE IL SUO GOVERNO VIVE SOTTO SCACCO DEL TRUMPUTINIANO SALVINI,

IMPEGNATISSIMO NEL SUO OBIETTIVO DI STRAPPARE 4/5 PUNTI AGLI ‘’USURPATORI’’ DELLA FIAMMA (INTANTO LE HA “STRAPPATO” ELON MUSK AL CONGRESSO LEGHISTA A FIRENZE) - UN CARROCCIO FORTIFICATO DAI MEZZI ILLIMITATI DELLA "TESLA DI MINCHIA" POTREBBE FAR SALTARE IN ARIA IL GOVERNO MELONI, MA VUOLE ESSERE LEI A SCEGLIERE IL MOMENTO DEL “VAFFA” (PRIMAVERA 2026). MA PRIMA, A OTTOBRE, CI SONO LE REGIONALI DOVE RISCHIA DI BUSCARE UNA SONORA SCOPPOLA…