letta di maio conte

“DI MAIO HA MESSO CONTE CON LE SPALLE AL MURO: ORA NON PUÒ PERMETTERSI DI INDOSSARE I PANNI DELL'ANTI-ATLANTISTA” - I DEM STANNO CON LUIGINO MA SI TAPPANO LA BOCCA PER NON ESASPERARE LA SITUAZIONE A RIDOSSO DEI BALLOTTAGGI E SOPRATTUTTO PER EVITARE “PAZZIE” DEI CONTIANI, PRONTI “A FARE ASSE CON SALVINI SU POSIZIONI FILO-MOSCA” – IL PD VOTERÀ SÌ ALL'INGRESSO DELLA DELEGAZIONE 5S (DI CUI FA PARTE ANCHE IL FILO-PUTIN GIANLUCA FERRARA) NEL GRUPPO SOCIALISTA ALL'ASSEMBLEA PARLAMENTARE DEL CONSIGLIO D'EUROPA…

Laura Cesaretti per “il Giornale”

 

ENRICO LETTA

Tutti zitti, ci sono i ballottaggi. Mentre nei Cinque Stelle va in scena la sanguinosa resa dei conti tra il governativo e filo-atlantico Luigi Di Maio e il perdente «pacifista» (con tanti saluti all'Ucraina) Giuseppe Conte, nel Pd ci si affanna a gettare acqua sul fuoco, invitando al silenzio parlamentari e dirigenti. «Non dobbiamo intervenire nel loro scontro interno, si rischia di esasperare la situazione».

 

C'è il voto di domenica 26 giugno, che vede Pd e M5s alleati in molte città. E c'è la paura, spiega chi in Parlamento sta seguendo la trattativa sulla risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni di Mario Draghi alla vigilia del Consiglio Ue, che la durezza dei giudizi espressi dal ministro degli Esteri sulla ambigua linea di Conte «spinga i contiani a fare pazzie» e a «fare asse con Salvini su posizioni filo-Mosca».

 

luigi di maio 3

In verità, Di Maio è intervenuto anche per evitare che le «pazzie» si compiano, e per avvertire l'ex premier grillino che uno strappo «contro i nostri alleati storici» porterebbe a conseguenze disastrose per l'unità del movimento: mercoledì un gruppo di senatori grillini era pronto a presentare una mozione autonoma per chiedere lo stop agli aiuti all'Ucraina. «Di Maio ha messo Conte con le spalle al muro: ora non può permettersi di indossare i panni dell'anti-atlantista», osserva un senatore dem.

 

di maio conte

Tanto meno mentre Mario Draghi, con la storica missione a Kyev a fianco di Macron e Scholz, dimostra di saper esercitare una leadership europea e allineare gli alleati Ue sul sostegno fermo a Zelensky e sull'ingresso dell'Ucraina in Europa. E infatti Conte, con sprezzo del ridicolo, si è precipitato ad attribuirsi il merito di un viaggio «auspicato da noi M5s», mentre Enrico Letta auspica che il Parlamento si limiti ad approvare una risoluzione che dica «semplicemente che si sostiene l'iniziativa del premier».

 

Eppure il Pd non riesce a dire una parola chiara sulle convulsioni interne dei Cinque Stelle, né a prendere le distanze dalle posizioni dell'ala contiana. Lasciando che sia Di Maio a dire ciò che il Nazareno non riesce a dire, in attesa di capire se il movimento imploderà o meno.

 

ENRICO LETTA 1

La ragione di tanta prudenza non è facilmente comprensibile: «Anche perché - nota il parlamentare siciliano Fausto Raciti - alle amministrative la scarsa presenza elettorale di M5s si è rivelata un problema: nel centrodestra i voti si spostano da un partito all'altro, nel nostro caso no». Insomma: i 5S non prendono e non portano voti al centrosinistra, e nei ballottaggi saranno ininfluenti quanto al primo turno. Ad esporsi sono in pochi: «Con il M5s di cui parla Di Maio, europeista, atlantista e filo-Draghi, farei subito un'alleanza», dice Andrea Marcucci.

 

LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE

Il Nazareno invece resta in mezzo al guado: in privato tutti danno ragione a Di Maio, in pubblico si continuano a usare i guanti di velluto con Conte. Un episodio solo apparentemente minore lo dimostra: lunedì, a Strasburgo, il Pd voterà sì all'ingresso della delegazione 5s (di cui fa parte anche il filo-Putin Gianluca Ferrara) nel gruppo socialista all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. Una adesione sponsorizzata da Piero Fassino e benedetta da Roma, nonostante nello stesso Pd si siano levate forti obiezioni: «Ma come, li facciamo entrare nel nostro gruppo proprio mentre quelli minacciano di rompere con Draghi sull'Ucraina e prendono posizioni simili a Salvini sulla Russia?».

 

Senza contare, temono in molti, che la decisione costituirebbe un precedente per il ben più significativo ingresso nel gruppo Pse del Parlamento europeo, che i grillini inseguono da mesi e che finora il Pd ha congelato: «Se gli diciamo di sì a Strasburgo, poi come possiamo continuare a dire no a Bruxelles?», si chiedono i contrari.

conte letta

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...