MA VUOI VEDERE CHE BEPPEMAO GIOCA A PERDERE - I DUBBI DEGLI AMICI: “AI CINQUESTELLE NON CONVIENE VINCERE A GENOVA. PER GRILLO OCCUPARSI DI GENOVA E’ COME INTERESSARSI DI UN FAMILIARE: GRANDE AFFETTO CHE TI RENDE MENO LUCIDO” - BURLANDO: “SA CHE ARRIVEREBBE TERZO E ALLORA PREFERISCE NON PARTECIPARE FACENDO LA VITTIMA”
Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”
Per arrivare alla sede dell'"ambasciata italiana di Liberland", cioè la villa genovese di Beppe Grillo munita della targa di ottone che ricorda l'eco-staterello tra Serbia e Croazia non ancora indipendente, bisogna fare un po' di tornanti, raggiungere la chiesa di Sant'Ilario e salire ancora per qualche centinaio di metri. Vista mozzafiato sul mare ma con una piccola controindicazione: le vie sono strette e tutti in città sanno che il leader del M5S abita lì.
Il ricordo delle cinque giornate di sciopero dei dipendenti della municipalizzata del trasporto pubblico del 2013 sono ancora vivide e soprattutto: chiunque vincerà le elezioni di giugno dovrà subito riprendere in mano la faccenda, perché l' azienda non se la passa per niente bene.
Il vicino di casa di Grillo, l' ex sindaco Adriano Sansa, magistrato in pensione amato dal popolo della sinistra (un po' meno dai dirigenti dei partiti della sinistra), spiega così l'enigma del comico genovese: «Se il M5S vincesse le elezioni comunali, lui si ritroverebbe il doppio delle responsabilità. Se perdesse, essendo questa la sua città, la sconfitta avrebbe un grande peso. Doppio naturalmente».
Insomma: comunque vada, per "Giuse" - come lo chiamavano i ragazzi di piazza Martinez, dove è cresciuto - saranno gatte da pelare e margini di una vita tranquilla ancor più ristretti. «Penso che per lui occuparsi di Genova sia come interessarsi di un familiare. Grande affetto, che però al contempo ti rende meno lucido», aggiunge Sansa.
È ovviamente un paradosso - meglio non partecipare che impelagarsi in una sfida complicata, peraltro un anno prima della sfida vera, quella per il governo nazionale - ma il caso Cassimatis davvero potrebbe concludersi così: con il M5S che, proprio sotto la Lanterna e vista la diatriba legale, non presenterà una propria lista. «Sa che arriverebbe terzo e allora preferisce non partecipare facendo la vittima», lo stuzzica Claudio Burlando, già sindaco-ministro-governatore, considerato poco meno del male assoluto dal mondo Cinque Stelle.
L'architetto Giovanni Spalla, una vita fa consigliere regionale del Pci e coluì che firmò la rinascita di Palazzo Ducale, è ora personaggio assai ascoltato dai vertici Cinque Stelle: «Ma sì, Grillo ha fatto una belinata. Per me il M5S dovrebbe essere come il Labour party, che mette insieme trotzkisti e blairiani. Bisognerebbe essere più dialettici e flessibili. Però io credo ancora nel Movimento. E vedrete, la lista ci sarà e Luca Pirondini è un ottimo candidato».
beppe grillo davide casaleggio
Un altro amico e confidente del fondatore del M5S, il dentista Flavio Gaggero - cura i ricchi e famosi, ma poi si presta gratuitamente per i migranti insieme alla comunità di don Andrea Gallo - sorride: «Su Cassimatis mi ha spiegato che doveva farlo. Non sono d'accordo con lui. Ma lo conosco bene: è un puro. Da socialista anarchico quale sono, continuerò a sostenerlo».