bernie sanders

OGGI SI VOTA IN NEW HAMPSHIRE E IL CLIMA È ROVENTE: I SOSTENITORI DI BERNIE SANDERS VENGONO ASSIMILATI ALLE TRUPPE DI HITLER. DA TRUMP? NO, DAI GIORNALISTI VICINI AI DEMOCRATICI! (VIDEO). IL MOVIMENTO #STOPBERNIE HA UN SOLO OBIETTIVO: IMPEDIRE AL SOCIALISTA DI OTTENERE LA NOMINATION, PROPRIO COME I #NEVERTRUMP REPUBBLICANI. SAPPIAMO COME ANDÒ A FINIRE - LO SCONTRO È COSÌ ASPRO CHE, SE VINCESSE BUTTIGIEG O ADDIRITTURA BLOOMBERG, I SANDERISTI NON LI VOTEREBBERO

VIDEO: CHUCK TODD E IL COMMENTO SULLE CAMICIE BRUNE DI SANDERS

 

 

 

1. I SOSTENITORI DI SANDERS VENGONO ACCOMUNATI ALLE TRUPPE DI HITLER SU MSNBC. IL MOVIMENTO #STOPBERNIE È PRONTO A TUTTO. MA PURE I SUOI SUPPORTER, CHE ORMAI HANNO IMPARATO LA LEZIONE E SANNO COME CONTRASTARE L'OSTRACISMO DEI CENTRISTI DEL PARTITO

 

sanders

DAGONOTA - Chuck Todd, uno degli anchor più famosi della tv ultra-liberal Msnbc, oltre a incalzare Bernie Sanders sulle cartelle cliniche (vedi sotto), ha letto un commento di Jonathan Last (The Bulwark) su Bernie e i suoi supporter, che vengono assimilati a quelli trumpiani per il loro entusiasmo che spesso sfocia in bullismo social, essendo pronti a colpire chiunque critichi il loro candidato del cuore. Una dinamica simile alla ''bestia'' di Salvini, che però anche i ciechi riconoscono ormai parte del dibattito politico, in America come altrove: se vuoi vincere, devi avere truppe che presidiano i social e diffondono il tuo messaggio con metodi più o meno eleganti.

pete buttigieg in campagna elettorale a nashua in new hampshire 4

 

Solo che nel commento di Last letto in diretta davanti a un panel sbigottito (ma nessuno ha obiettato), i sostenitori di Bernie sono definiti ''brownshirts'', le camicie brune, ovvero le SA, le squadracce assassine di Hitler. Ovviamente, essendo Sanders ebreo e con parte della famiglia uccisa nello sterminio nazista, questa frase non è passata inosservata, anzi finisce nel calderone della campagna #stopBernie, la copia sputata del movimento #neverTrump di quattro anni fa.

 

C'è infatti una nutrita fazione del partito democratico che ha come unico obiettivo quello di impedire la nomination del senatore del Vermont, un indipendente che si definisce socialista e che già contro la Clinton fu ''fermato'' attraverso un chirurgico lavoro dei vertici del partito, svelato dalle email diffuse da Wikileaks che portarono alle dimissioni della chairwoman del partito, Debbie Wasserman-Schulz, alla vigilia della convention che avrebbe incoronato Hillary.

 

bernie sanders e hillary clinton 12

La domanda che si fanno tutti i sostenitori del senatore è: riusciranno a fermarlo pure stavolta? La domanda che si fanno tutti gli altri, invece: una volta fermato, siamo sicuri che i suoi supporter si presenteranno alle urne per votare un Buttigieg o, peggio ancora, un Bloomberg?

 

 

 

 

 

2. USA 2020: SANDERS SUPERA BIDEN, ASCESA BLOOMBERG TERZO

 (ANSA) - Bernie Sanders vola nei sondaggi e per la prima volta supera a livello nazionale Joe Biden. Alla vigilia delle primarie in New Hampshire, dunque, il senatore, nella corsa per la nomination democratica, si prende la corona di frontrunner staccando l'ex vicepresidente americano di otto punti: 25 a 17, secondo la rilevazione della Quinnipiac University. Terzo in grande ascesa l'ex sindaco di New York Michael Bloomberg, che col 15% delle preferenze sorpassa a sua volta Elizabeth Warren (14%), e Pete Buttigieg (10%).

 

3. USA 2020: SANDERS NEGA CARTELLE CLINICHE POST-INFARTO

bernie sanders 1

(ANSA) Bernie Sanders non renderà pubbliche le cartelle cliniche stilate dopo il suo infarto. Lo ha detto lui stesso durante un'intervista televisiva. L'aspirante candidato democratico alla presidenza ha insistito nel dire che è in buona salute, come anche confermato dai medici che lo hanno seguito. Sanders, 78 anni, ha avuto un attacco cardiaco lo scorso ottobre e fu sottoposto a un intervento per l'inserimento di due stent nell'arteria occlusa. "Abbiamo reso pubblica la stessa quantità di certificati medici degli altri candidati" - ha detto.

pete buttigieg in campagna elettorale a nashua in new hampshire 12

 

 "Ma nessun altro candidato ha avuto un infarto" - ha incalzato l'anchor Chuck Todd di Meet the Press in onda su Nbc. Il senatore del Vermont ha risposto dicendo che nessun altro candidato ha quattro o cinque tappe elettorali e corre da un capo all'altro del paese. In un'intervista qualche settimana prima dell'infarto Sanders aveva promesso di rendere pubbliche tutte le sue cartelle cliniche prima delle primarie. "Il popolo americano - aveva detto all'epoca - ha il diritto di sapere se la persona che sceglieranno come presidente è in buone condizioni di salute". Ha fatto invece un passo indietro prima dell'appuntamento in New Hampshire.

 

pete buttigieg in campagna elettorale a nashua in new hampshire 11

 

4. LITE TRA I DEM, MIGLIAIA PER TRUMP IL «CICLONE» DONALD SULLE PRIMARIE

Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera

 

Più che delle parole di Donald Trump i democratici farebbero bene a preoccuparsi per quello che si è visto ieri nel pieno centro di Manchester, New Hampshire.

 

Fin dalle otto di mattina, strade transennate, agenti a cavallo e una fila interminabile di persone al freddo e sotto la pioggia. Quante sono? Tremila-quattromila, anche se mancano ancora una decina di ore all' appuntamento con il presidente nella Snhu Arena: diciassettemila posti che in serata andranno esauriti. Nessuno tra i candidati democratici, non Bernie Sanders, non Pete Buttigieg, per non parlare degli altri, è riuscito in questi giorni a mobilitare una folla così compatta, convinta di vincere ancora il prossimo 3 novembre, chiunque sia l' avversario.

 

I militanti trumpiani, sciolta la diffidenza iniziale («non sarà mica della Cnn?») , sono euforici. Si guardano intorno e si compiacciono: «Siamo venuti qui apposta per dare una risposta ai democratici», dice Jacques Thomas, un insegnante in pensione, accompagnato dalla moglie Pat, infermiera anche lei a riposo.

ROMNEY TRUMP 2

 

Vivono qui nei dintorni. Altri sono arrivati da fuori, soprattutto dagli Stati della Costa Est, Connecticut, New York, Vermont. Sul piazzale gli organizzatori hanno montato uno grande schermo su cui scorrono le immagini di altri «rally». Visto da lontano il palazzetto con tutta questa gente sembra un cratere, fisico e politico, scavato nel bel mezzo delle primarie democratiche.

 

Il New Hampshire ha un peso irrilevante nella contabilità generale: stasera verranno assegnati solo 24 delegati su un totale dei 3.979 rappresentanti che si troveranno dal 13 al 16 luglio nella Convention di Milwaukee per scegliere l' anti-Trump.

 

Ma l' importanza di queste elezioni è inversamente proporzionale ai numeri. Il gruppo di testa torna alle urne con la gerarchia dettata dai «caucus», le assemblee dell' Iowa: l' outsider Pete Buttigieg è il frontrunner, praticamente a pari merito con Bernie Sanders. Le sensazioni della vigilia sono sfumate. Gli eventi di Buttigieg sono seguiti da un pubblico eterogeneo, con molti giovani.

 

elizabeth warren vs amy klobuchar

Ed è diffusa la convinzione che l' ex sindaco di South Bend possa ottenere un solido secondo posto. Il più a rischio, come in Iowa, è ancora Joe Biden. Un' altra disfatta lo metterebbe in una condizione veramente difficile. Elizabeth Warren sembra in grado di tenere, così come la senatrice moderata Amy Klobuchar, appoggiata da tre dei quattro deputati al Congresso di Washington espressi dal New Hampshire.

 

Poi c' è il capitolo Sanders. Il senatore del Vermont si sta agitando parecchio, nonostante i sondaggi lo diano in testa. Ieri ha chiesto ufficialmente «il riconteggio parziale» dei risultati dell' Iowa. E per il comizio finale ha invitato sul palco la deputata Alexandria Ocasio-Cortez.

 

Il New Hampshire, con i suoi 1,3 milioni di abitanti, si presenta, dunque, come un doppio test. C' è il confronto tutto interno ai progressisti e c' è lo scontro a distanza tra i democratici e Trump. Nelle primarie del 2016 qui Sanders si impose su Hillary Clinton e alle presidenziali l' ex segretario di Stato sconfisse Trump.

Ma di misura. Si capiva già che questo territorio, così come la Pennsylvania, il Michigan e il Wisconsin, era sensibile al richiamo trumpiano.

Dal 2017 alla guida dello Stato c' è un governatore repubblicano, Chris Sununu, che ha scalzato la democratica Maggie Hassan.

joe biden 1

 

I conservatori, quindi, a torto o a ragione, possono rivendicare le performance economiche dello Stato che si attestano al di sopra della media nazionale, soprattutto in termini di occupazione. Quattro anni fa, giusto per fare un solo esempio, il distretto tecnologico, sorto tra gli aceri a nord di Manchester, era in crisi. I lavoratori delle filiali di Hitachi, Honeywell, Comcast, FairPoint Communications temevano la delocalizzazione di alcuni rami aziendali.

 

Adesso, la situazione è migliorata. E in generale le aziende hanno ripreso ad assumere.

Ma i lavoratori, i tecnici specializzati per chi voteranno? Per Buttigieg, per Sanders? Oppure semplicemente se ne staranno a casa, aspettando novembre per schierarsi con Donald Trump? Il presidente è in piena offensiva. I suoi discorsi partono sempre dall' economia e da ultimo da quello che ha definito «il boom dei blue collars».

 

mike bloomberg 3

I consiglieri della Casa Bianca vogliono mantenere le posizioni conquistate a sorpresa quattro anni fa e si preparano a respingere l' offensiva di Sanders, che vorrebbe riportare a casa quei «blue collars» e non solo loro. In fondo, nell' era pre-trumpiana, anche nell' hi tech di Manchester dominavano i sindacati.

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…