GRILLO AL KERRY - DOPO AVER ACCAREZZATO IL FIDO MONTI PER MESI, IL SEGRETARIO DI STATO KERRY, ATTOVAGLIATO CON PRODI, D’ALEMA, GIANNI LETTA, AMATO E IGNAZIO VISCO, ORDINA E DISPONE: “FATE PRESTO E NON DEMONIZZATE BEPPE GRILLO” - TRA LE IPOTESI DELL’EURO-FINANZA, ANCHE QUELLA DI VISCO PREMIER - GLI AMERICANI TEMONO CHE DA ROMA SI SCATENI UNA NUOVA EUROCRISI IN STILE-GRECIA, MENTRE OBAMA DEVE GESTIRE IL CAOS IN SIRIA, LIBIA E EGITTO…

Paolo Mastrolilli per "La Stampa"


Fate presto, e non demonizzate il Movimento di Grillo. È' la raccomandazione su cui hanno insistito di più il segretario di Stato americano Kerry e l'ambasciatore Thorne, negli incontri di ieri a Roma.

Dopo il vertice sulla Siria Kerry è andato a Villa Taverna, residenza dell'ambasciatore, per un pranzo con diverse personalità politiche di vari schieramenti. Intorno al tavolo, cambiato dopo il risultato del voto, c'erano Romano Prodi, Massimo D'Alema, Angelino Alfano, Franco Frattini, i ministri Terzi, Di Paola e Moavero, e il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco. Giuliano Amato e Gianni Letta, invitati, non sono venuti.

Kerry ha espresso fiducia nella capacità dell'Italia di trovare un assetto stabile dopo le elezioni, ma dietro le quinte la preoccupazione dell'amministrazione è evidente: «Il risultato del voto è complicato», ha ammesso Thorne. Quindi Kerry ha chiesto agli invitati di spiegare quali prospettive vedono per il futuro del paese.

D'Alema ha escluso l'ipotesi del governissimo, dicendo che «sarebbe un suicidio politico»: l'unico a trarne vantaggio sarebbe Grillo, alle prossime elezioni. Secondo l'ex premier l'iniziativa per formare il nuovo esecutivo spetta al Pd, che ha ottenuto la maggioranza relativa, ma le altre forze che hanno registrato risultati significativi dovrebbero assumersi la loro parte di responsabilità istituzionale. In sostanza, offre la presidenza delle Camere a Pdl e Grillo, con Palazzo Chigi al Pd.

Alfano ha risposto che il suo partito è disponibile a fare la propria parte per favorire la stabilità dell'Italia, sostenendo una «coalizione dei responsabili» e quindi un governo delle larghe intese, ma ha escluso la possibilità di un nuovo esecutivo tecnico. Qualche problema invece lo ha avuto per spiegare in inglese il meccanismo di restituzione dell'Imu.

Visco ha fatto un intervento tecnico, per rassicurare gli americani sulla tenuta dei conti pubblici davanti alle possibili speculazioni dei mercati. Agli americani, però, non sfugge che il suo nome viene fatto come potenziale candidato per un "governo del presidente", che metta l'Italia al riparo da nuove crisi finanziarie capaci di minacciare il futuro dell'euro.

Kerry e Thorne erano molto preparati sul fenomeno Grillo, che ha dominato il resto della discussione. Secondo fonti sedute al tavolo, nessuno ha demonizzato il Movimento, e Prodi ha parlato nel dettaglio della sua organizzazione. Il successo di Grillo però ha spinto il segretario di Stato a definire il dopo elezioni un «momento interessante». Un eufemismo che maschera solo in parte la preoccupazione degli americani, che dietro le quinte arrivano a giudicare il risultato «scioccante».

Al pranzo non erano invitati rappresentanti del Movimento 5 Stelle, ma erano i convitati di pietra, con cui peraltro gli Usa hanno già avviato contatti da tempo. Tutti i presenti però hanno concordato sulla necessità di non demonizzare Grillo, ma piuttosto cercare di coinvolgerlo nella gestione responsabile dell'Italia in questo momento difficile. Gli invitati hanno sottolineato che il Movimento 5 Stelle è molto variegato. Contiene al suo interno anche professionisti e persone affidabili, che certamente non vogliono spingere il paese allo sfascio.

Nell'agenda sono entrati anche i temi di politica estera, come Siria, Libia, Egitto e in generale Primavera Araba, dove Washington conta sull'aiuto di Roma.
Dopo circa due ore di discussione, Kerry ha ribadito la sua fiducia nell'Italia, ma ha aggiunto un appello: «Fate presto», perché la situazione economica e i mercati non consentono ritardi e incertezze.

 

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