visco vegas

E ANCHE VISCO, DA IGNAZIO, DIVENTÒ ''IGNARO'' - L'AUTODIFESA DEL GOVERNATORE (DA FAZIO E SU 'REPUBBLICA') VIENE SMENTITA DAL SUO STESSO ISPETTORE - ANCHE LA RICOSTRUZIONE DI VEGAS-CONSOB È FALSA. ECCO PERCHÉ

Giorgio Meletti e Marco Palombi per il “Fatto Quotidiano

 

La controffensiva mediatica sul caso Banca Etruria delle Autorità di Vigilanza nel week end è stata davvero fuori dall' ordinario. Intervista a Repubblica e comparsata tv per il governatore di Banca d' Italia Ignazio Visco. Nota ufficiale per Consob e il suo presidente Giuseppe Vegas. Il problema? La loro ricostruzione dei fatti è falsa. Ecco un breve riassunto per punti.

 

"La situazione di Banca Etruria s' è cominciata a conoscere prima, ma non era deteriorata fino al punto in cui s' è reso necessario intervenire (…) Poi con le ispezioni condotte - nel 2013 in particolare - s' è vista una difficoltà di fondo e che molto difficilmente la banca si sarebbe mantenuta autonoma, ma non era ancora possibile commissariarla (…) È nel corso del 2014 che la banca si va deteriorando" ( Visco ).

visco da faziovisco da fazio

 

Il governatore non ricorda bene. Intanto la lettera del 3 dicembre 2013 ai vertici di Banca Etruria - 15 mesi prima del commissariamento - è già netta: "A seguito del progressivo degrado della situazione aziendale, la banca risulta ormai condizionata in modo irreversibile da vincoli economici, finanziari e patrimoniali che ne hanno di fatto 'ingessato' l' operatività". Bankitalia "ritiene che la Popolare non sia più in grado di percorrere in via autonoma la strada del risanamento". Firmato: Ignazio Visco, che ordina di trovare un compratore entro il 31 marzo 2014 pena il commissariamento (nessuno ha comprato Pop Etruria, ma il commissariamento arriva solo a febbraio 2015).

 

FAZIO E IGNAZIO VISCOFAZIO E IGNAZIO VISCO

C' è poi l' interrogatorio di Emanuele Gatti, l' ispettore di Bankitalia, alla Procura di Arezzo (gennaio 2015): già nell' aprile 2013 - dice il funzionario di Palazzo Koch - la Vigilanza aveva comunicato ai vertici di Etruria, tra le altre cose, "l' insufficienza dell' aumento di capitale prospettato" a fronte dell' emergere di nuove sofferenze.

 

Solo che "tali perplessità non trovavano accoglimento" nel Cda, che infatti diede il via libera all' aumento da 100 milioni "rivelatosi manifestamente insufficiente" già tre mesi dopo. A quel punto la Vigilanza (settembre 2013) presenta in Procura un esposto-denuncia contro gli allora vertici della banca (li accusa, tra l' altro, di falso in bilancio), segue la letteraccia di Visco a dicembre.

 

Premio Guido Carli Giuseppe Vegas Premio Guido Carli Giuseppe Vegas

Dice l' ispettore Gatti: visto lo stato patrimoniale, la gestione in mano a vertici incompetenti e la loro inaffidabilità, "può senz' altro affermarsi che i comportamenti sopra descritti - insieme con l' inerzia mostrata dal direttore generale e dal Cda (…) - hanno favorito il concreto pericolo di emissione dei provvedimenti maggiormente restrittivi previsti dalla normativa di settore, quali l' amministrazione straordinaria e/o la liquidazione coatta amministrativa". Tradotto: Banca d' Italia ha valutato eccome, fin dal 2013, la possibilità di commissariare Banca Etruria, ma ha deciso altrimenti.

 

"La lettera del dicembre 2013 per gli amministratori di Banca Etruria era coperta da segreto d' ufficio, non si può divulgare. Viene letta dal capo della Vigilanza a amministratori e sindaci, e neanche loro possono divulgarla, e inviata anche a Consob" ( Visco ).

 

Chi ha deciso che è segreto d' ufficio? La tutela del risparmio è garantita dall' articolo 47 della Costituzione e la divulgazione avrebbe aiutato i risparmiatori a fare scelte più consapevoli.

 

"Il 2013 è stato l' ultimo anno di vendita delle subordinate e, comunque, l' ultima emissione avviene prima della lettera di dicembre" ( Visco ).

giuseppe vegas giuseppe vegas

Dopo la lettera, in realtà, Consob ha potuto far scattare il diritto alla revoca degli acquisti sull' ultima emissione (che era dunque ancora aperta): peccato che non abbia sostanzialmente informato nessuno né della lettera di Visco né del diritto di revoca.

 

"Non è vero che la lettera del dicembre 2013 non abbia avuto effetti: si chiedeva di mettere in atto tutte le azioni per portare la banca ad avere sufficienza patrimoniale per garantire il prosieguo delle attività insieme a un' altra banca di elevato standing" ( Visco ).

 

PROTESTE CONTRO BANCA ETRURIA  PROTESTE CONTRO BANCA ETRURIA

Ed esattamente quali sono stati gli effetti? A parte l' ovvia constatazione che Banca Etruria è finita male, basti dire che il partner di cui si parlò all' epoca era la Popolare di Vicenza, accostata negli anni anche a Banca Marche, Popolare di Marostica, Pop Spoleto, Carife, etc. È appena il caso di ricordare che Pop Vicenza non vive un momento felice.

 

BANCA ETRURIA BANCA ETRURIA

"Tutte le informazioni di vigilanza su Banca Etruria a disposizione di Consob sono confluite nella documentazione di pubblico dominio diffusa dalla banca" ( nota Consob ).

 

In realtà la lettera di Bankitalia - arrivata all' Autorità il 6 dicembre - non è inserita nel Supplemento al Prospetto informativo su Pop Etruria approvato da Consob il 20 dicembre e pubblicato sul suo sito. E nemmeno se ne cita l' esistenza. Nel Supplemento si legge solo che, a seguito dell' ispezione, Bankitalia ha fatto rilievi che "non assumono in ogni caso un' entità tale da pregiudicare il mantenimento dei requisiti prudenziali".

Tutto bene, insomma.

 

BANCA ETRURIABANCA ETRURIA

"Nel dicembre 2013 Consob non ha autorizzato alcun Prospetto informativo su prodotti finanziari emessi da Etruria. Consob è intervenuta, invece - anche a seguito di un' informativa ricevuta da Banca d' Italia - affinché la banca integrasse, con apposito Supplemento, il Prospetto informativo dell' aprile 2013 sull' offerta di subordinate terminata a ottobre".( nota Consob )

 

Consob si smentisce da sola. Nel famoso Supplemento del 20 dicembre si legge: "Costituisce parte integrante del Prospetto e deve essere letto congiuntamente ad esso". Visto che il Supplemento concede agli investitori due giorni per chiedere la revoca degli ordini, l' offerta delle subordinate non può considerarsi chiusa. Ammesso che qualcuno degli interessati avesse visto online il Supplemento e avesse capito che qualcosa non andava, il 20 dicembre era venerdì: i due giorni per esercitare il diritto di recesso erano il 23 e il 24 dicembre.

 

 

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