“IL PARLAMENTO DI ISRAELE? COME SODOMA E GOMORRA” - DOPO LE PROTESTE DEI DEPUTATI, IL DIRETTORE DELLA KNESSET VIETA TOP E MINIGONNE - INSORGE UN PARLAMENTARE LABURISTA CHE SI TOGLIE CAMICIA E CANOTTIERA: “SE IO POSSO PRESENTARMI COSÌ, PERCHÉ È VIETATO ALLE DONNE? LA PROSSIMA VOLTA IMPORRETE IL BURQA?”
Davide Frattini per il Corriere della Sera
ISRAELE KNESSET SFIDA MINIGONNE
Visto che la sua assistente non può portare la gonna sopra al ginocchio, il parlamentare ha deciso di togliersi la maglietta sopra la cintola. Manuel Trajtenberg è un noto economista e deputato laburista, cinque anni fa era stato incaricato dal governo di mediare con i manifestanti che contestavano il costo della vita troppo alto.
La capacità di negoziare non gli è bastata pochi giorni fa, quando la segretaria l' ha chiamato dall' ingresso delle Knesset, non la lasciavano entrare: per protesta e solidarietà Trajtenberg si è tolto la camicia e la canottiera e si è ancora più sdegnato, i custodi lo hanno lasciato passare a petto nudo. «Se io posso presentarmi così, perché è vietato alle donne? La prossima volta imporrete il burqa?».
Il burqa no ma l' obbligo di indossare gonne lunghe e il divieto di vestirsi con top o magliette che lasciano scoperte parti del corpo, infradito ai piedi, pantaloncini. Il memorandum con le regole è stato distribuito in ottobre da Albert Sakharovich, direttore generale della Knesset, dopo aver ricevuto le lamentele di deputati e deputate che paragonavano il parlamento israeliano a «Sodoma e Gomorra».
La «buoncostume» si è messa all' opera e ha fermato un paio di assistenti solo in questa settimana (nessun uomo tra loro). Così ieri sono arrivate davanti alle porte di vetro del palazzo in marmo bianco tutte e tutti (anche qualche collega maschio) con le minigonne, una decina di loro è stata lasciata fuori.
La protesta ha funzionato per ora: il bando è stato sospeso ed è stato istituito un comitato per definire le regole, perché fino ad adesso quanto una gonna dovesse essere considerata troppo corta era lasciato alla discrezione delle guardie. «La questione è solo la punta di un iceberg molto più grande - commenta il quotidiano Haaretz - che riguarda la coercizione imposta alle donne. L' incidente alla Knesset non è nato dalla volontà di imporre abiti appropriati al luogo ma dal concetto religioso di sobrietà femminile».
Le donne parlamentari in questa legislatura sono 33 su 120, una cifra record per Israele. Lamentano ancora discriminazioni come nel caso della sinagoga inaugurata all' inizio di novembre dentro alla Knesset: la sezione femminile separata è così piccola da poter ospitare solo la metà delle deputate e di certo non è sufficiente per le centinaia di lavoratrici.
I partiti ultraortodossi sostengono la coalizione di Benjamin Netanyahu e cercano di imporre al governo - e al resto del Paese - la loro visione e le loro regole oltranziste. Il progetto dell' esercito di aprire i ranghi dei carristi alle donne e di integrarle nelle unità da combattimento è stato attaccato dai rabbini perché il contatto tra i due sessi nel chiuso di un tank sarebbe troppo ravvicinato. I leader religiosi hanno incitato i soldati osservanti a disobbedire agli ordini che comportino operazioni o attività con le ragazze.