“IL VENETO È DELLA LEGA” - LUCA ZAIA PRONTO ALLE BARRICATE DOPO LO STOP DELLA MELONI AL TERZO MANDATO: VUOLE BLOCCARE LE MIRE DI FRATELLI D'ITALIA SULLA REGIONE – IL "DOGE" E’ A UN PASSO DAL CLAMOROSO STRAPPO: SE NON CI SARANNO DEROGHE, O SE IL PROSSIMO CANDIDATO GOVERNATORE NON SARÀ DEL CARROCCIO, LA LIGA VENETA È PRONTA A CORRERE DA SOLA E LUI SARÀ DELLA PARTITA. IN QUESTO CASO, COME DAGO DIXIT, COSA FARA’ SALVINI CHE HA REGISTRATO A SUO NOME I SIMBOLI DEL CARROCCIO? SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI? DAGOREPORT
Antonio Fraschilla per "la Repubblica" - Estratti
Il muro di Luca Zaia: «Il Veneto è della Lega». Il governatore oggi romperà il silenzio. Gli eventi degli ultimi giorni lo impongono.
La premier Giorgia Meloni ha ribadito lo stop a qualsiasi ipotesi di terzo mandato e ha anche rivendicato apertamente, per il suo partito, un ruolo di primo piano nella scelta del prossimo candidato presidente in Veneto: «Fratelli d’Italia deve essere tenuto in considerazione», ha detto la presidente del consiglio.
Tradotto: il nome spetta a noi.
Il governatore è a un passo dallo strappo a difesa del suo partito in Regione: se non ci saranno deroghe al terzo mandato o se il prossimo candidato governatore non sarà del Carroccio, la Lega veneta è pronta a correre da sola e lui sarà della partita. Questa la linea che trapela dal cerchio ristretto del presidente veneto. Zaia, non a caso, oggi rivendicherà i risultati ottenuti dalla Lega nella regione in questi anni, al di là delle elezioni nazionali ed europee che hanno visto FdI veleggiare intorno al 30 per cento: «Nel 2020 solo la lista Zaia ha superato il 44 per cento dei consensi, e ancora oggi confermerebbe questi numeri», dicono i fedelissimi del Doge leghista.
Avrebbero in mano sondaggi molto recenti che vedono Zaia su alti livelli di gradimento. La tesi è che i risultati pessimi della Lega nelle ultime elezioni siano soprattutto colpa del partito nazionale e della linea tenuta da Salvini: in Veneto, sostengono, il voto si sarebbe spostato verso FdI solo per protesta verso la strada intrapresa dal vicepremier.
GIORGIA MELONI - LUCA ZAIA - MATTEO SALVINI
(...) C’è già un nome sul tavolo: il sindaco di Treviso, rieletto con il 60 per cento dei consensi, Mario Conte.
Nel discorso del governatore non mancheranno i messaggi a Salvini, per far valere il peso della Lega nel Nord-Est: un peso che, secondo Zaia, il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e il presidente della provincia di Trento Maurizio Fugatti, non è adeguatamente considerato dal partito nazionale. «Il segretario deve fare valere le nostre ragioni al tavolo del centrodestra », è il ragionamento che si fa nel Nord-Est. E in vista del congresso nazionale in programma a marzo non è detto che a sorpresa, da questa area del Carroccio, non possa arrivare una sfida diretta alla leadership del ministro delle Infrastrutture.
Salvini, guarda caso, proprio ieri ha fatto trapelare l’avvenuta conclusione dell’iter di registrazione a suo nome, e con lo studio legale di fiducia Brevetti Cioncoloni, non solo del simbolo utilizzato recentemente con la scritta «Lega Salvini premier »: ma anche dei simboli con Alberto da Giussano e la scritta Lega e quello solo con il simbolo di Alberto da Giussano.
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