1. IMU O NON IMU, QUALCHE BUON MOTIVO PER CAPIRE CHE IL VOTO ANTICIPATO E’ IMPOSSIBILE 2. SE E' VERO CHE LA MOSSA SULL’IMU DI SACCOMANNI, VALLETTO DI DRAGHI, POTREBBE FAR SALTARE IL GOVERNINO LETTA, SE E’ VERO CHE ESISTONO SPIRAGLI DI "FINESTRE" ELETTORALI IN AUTUNNO, DIFFICILMENTE IL CAPO DELLO STATO SCIOGLIEREBBE LE CAMERE SENZA PRIMA TRARNE CONSEGUENZE PERSONALI DIRETTE. E, A QUEL PUNTO DOVENDO ELEGGERE PRIMA UN NUOVO PRESIDENTE LE ‘’FINESTRE’’ STESSE FINIREBBERO PER SVANIRE 3. QUINDI, SI RITORNA AL PUNTO DI PARTENZA: O IL COLLE TROVA LA SOLUZIONE CONDIVISA O BERLUSCONI FA BUON VISO A CATTIVO GIOCO NELL'INTERESSE DELLE SUE AZIENDE E DEL PAESE

DAGOREPORT

La giunta per le elezioni del Senato tornerà a riunirsi il 9 di settembre per pronunciarsi sulla decadenza del senatore Berlusconi Silvio a seguito della condanna definitiva in base alla normativa vigente. E' stata l'ultima decisione, qualche ora fa, prima di smobilitare il Senato per ferie.

Un mese di tempo per decidere dunque la famosa "agibilità politica" del Cav non Cav: o prima di quel pronunciamento il Capo dello Stato, Re Giorgio II, avrà individuato una soluzione condivisa dalla strana maggioranza, oppure il senatore Berlusconi Silvio può proporre volontariamente le proprie dimissioni rimuovendo quindi la causa di ineleggibilità sopravvenuta.

Altre ipotesi, a cominciare dalla non retroattività della legge Severino/Monti, sono sul tavolo dei giuristi e dei parlamentari ma tutto gira intorno alle decisioni ultime, e personalissime, del leader del ventennio che ci e' stato dato in sorte di vivere.

Se non ci dovesse essere la soluzione condivisa e se il Cav non più Cav dovesse decidere per il "muoia Sansone con tutti i filistei", innescando la guerra totale come vorrebbero i suoi falchi, tutto ritornerebbe nelle mani, e nelle decisioni, di Re Giorgio II. Le ipotesi, a quel punto, non sono poi molte:

1. Il Capo dello Stato potrebbe dimettersi poiché sarà chiaro a tutti che il progetto del Quirinale di patrocinare un governo di servizio al Paese in un clima di concordia e di responsabilità sarà definitivamente fallito per colpa innanzitutto di chi innescherà la miccia ma sostanzialmente per colpa di tutti.

2. Il Capo dello Stato rimanda alle Camere l'attuale governo (Letta nipote si sarà dimesso prima per non essere d'intralcio al Quirinale) e verifica l'esistenza di un'altra maggioranza.

3. Se e' vero che esistono spiragli di "finestre" elettorali in autunno, esse si potrebbero anche usare, ma difficilmente il Capo dello Stato scioglierebbe le Camere senza prima trarne conseguenze personali dirette. E, a quel punto dovendo eleggere prima un nuovo Presidente le finestre stesse finirebbero per svanire.

4. Ma a chi conviene davvero andare alle elezioni? La paura di tutti prevarrebbe sul coraggio di chi potrebbe essere avvantaggiato.

Quindi, si ritorna al punto di partenza: o il Colle trova la soluzione condivisa o Berlusconi Silvio fa buon viso a cattivo gioco nell'interesse delle sue aziende e del Paese.

Ecco infatti soltanto un elenco sommario delle cose che un governo normale dovrebbe fare da oggi (altro che ferie) per evitare che l'Italia continui ad affondare mentre la stessa Europa il fondo della crisi l'ha già toccato e sta, sia pure lentamente, cominciando a rimbalzare:

1. La legge di stabilità con annessa manovra da 15 miliardi di euro, non proprio una robina per un paese allo stremo, i cui abitanti sono ammassati per l'estate nelle pizzerie mentre i ristoranti migliori si salvano se possono servire i turisti russi.

2. Imu ed Iva: per cambiare la prima e non alzare la seconda servono soldi, oltre i 15 miliardi di cui sopra. Dove prenderli, evitando di far cadere il governo per non aver mantenuto gli impegni con il Pdl?

3. I decreti attuativi della nuova legge sul lavoro e sul decreto cosiddetto del Fare chi li farebbe?

4. Abolizione delle Province, spending rewiew (ammesso che ci sia qualcuno che voglia farla), omofobia e quant'altro resterebbero dove sono.

5. Tutto il pacchetto di riforme, dalla legge elettorale alle riforme costituzionali con riduzione numero parlamentari e superamento del bicameralismo, resterebbe lettera morta.

6. Anche il finanziamento pubblico dei partiti resterebbe in vigore, ma questo sarebbe un motivo di soddisfazione per i partiti stessi.

Ecco perché se i partiti non si rendono conto che le urgenze del Paese sono altre e continuano a giocare tra falchi e colombe, siamo proprio messi male.

 

fabrizio saccomanni direttore big x ENRICO LETTA BERLUSCONIBERLUGIORGIO NAPOLITANO AL TELEFONO giorgio napolitano e sabino cassese DRAGHI E SACCOMANNI Alfano, Franceschini,Patroni Griffi e Letta nella foto postata da Zanonato sul suo profilo Twitter

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