DEMOCRAZIA ALLA PECHINESE - PROCESSO FARSA E CONDANNA A QUATTRO ANNI PER L’ATTIVISTA ANTICORRUZIONE XU ZHIYONG - IL TAPINO CHIEDEVA DI RENDERE PUBBLICHE LE RICCHEZZE DEI POTENTONI CINESI

Guido Santevecchi per il "Corriere della Sera"

Hanno scelto una domenica mattina per emettere la sentenza di un processo cominciato solo mercoledì scorso, senza testimoni a difesa e con accuse arrivate per iscritto. E hanno schierato cordoni di polizia per tenere la stampa alla larga dal tribunale di Pechino. Il giudizio era evidentemente già pronto da mesi. Il dottor Xu Zhiyong, giurista, fondatore del movimento dei Nuovi Cittadini, è stato condannato a quattro anni nel processo al dissenso più importante da quello a Liu Xiaobo nel 2009.

Il dottor Xu, 40 anni, aveva chiesto di dare pari opportunità di studio a tutti i figli della Cina, compresi quelli dei lavoratori migranti che vivono come fantasmi nelle città; soprattutto incitava a combattere la corruzione, rendendo pubbliche le proprietà e le ricchezze dei funzionari. Le stesse svolte che proclama e promette il presidente Xi Jinping. Ma la colpa del dissidente è di aver cercato di «raccogliere la gente per perturbare l'ordine pubblico».

Xu, che è un esperto di diritto, era consapevole del rischio; per questo il movimento dei Nuovi Cittadini, costituito nel 2012, cercava di non presentarsi come organizzazione: per discutere, i suoi membri si riunivano al ristorante. La piccola precauzione non è bastata. Xu era noto alla polizia da una decina di anni, da quando aveva cominciato a girare tra la gente di Pechino con un taccuino sul quale annotava le loro proteste civiche.

Xu Zhiyong è stato arrestato ad aprile del 2013, con un'altra decina almeno di Nuovi Cittadini. Lo studioso di diritto ha rifiutato di difendersi in tribunale, ma ha cercato di leggere una dichiarazione, mercoledì. Lo hanno fermato dopo qualche minuto, dicendogli che non era rilevante al caso. Il discorso è stato diffuso dal suo avvocato, secondo il quale le sue parole sono state rilanciate da centomila blogger, nonostante la censura.

Il discorso scritto in cella ha la forza di un manifesto. «...In realtà, in questa corte la questione è se voi siete seri quando parlate di diritti costituzionali dei cittadini. Purtroppo avete trattato il levarsi di gruppi della società civile come uno scisma da temere... ma il nostro intento è chiaro, non cerchiamo di rovesciare il potere per prenderlo noi, non vogliamo una politica barbara per il potere, vogliamo una politica nobile per la Cina, democratica, retta dallo stato di diritto, libera... le dinastie e i partiti politici passano, la Cina ci sarà sempre».

Un altro brano: «La questione ancora più profonda è che nei vostri cuori, c'è il terrore. Siete terrorizzati dai processi in pubblico osservati dai cittadini, terrorizzati all'idea che i vostri nomi compaiano su Internet, terrorizzati dalla società libera. Cercate di schiacciare il movimento dei Nuovi Cittadini e di bloccare il cammino della Cina verso un governo costituzionale attraverso una riforma pacifica... Ma non crediate di poter mettere fine ai Nuovi Cittadini mettendomi in prigione. La nostra è un'era nella quale la civiltà moderna prevale». Altri sette esponenti del movimento sono in attesa di sentenza a Pechino, altri ancora al Sud. La repressione si sta facendo più dura.

Xu ha avuto una figlia, la settimana scorsa. La vedrà per la prima volta tra quattro anni. Da ragazzo voleva fare il poliziotto, passò le selezioni. Ma chiese di poter studiare legge mentre vestiva la divisa. Gli dissero che non era possibile. Rinunciò ed è diventato un difensore civico. Condannandolo, le autorità ne hanno fatto un vero leader, un simbolo. Almeno per l'opinione pubblica occidentale.

Se e quando il sogno civico di Xu Zhiyong si avvererà, non possiamo saperlo. Ma Xu ha ragione quando dice che il potere centrale ha paura: subito dopo la sentenza, mentre la Bbc intervistava una attivista cinese rifugiata negli Stati Uniti è stata oscurata. Proprio mentre la donna rispondeva alla domanda: «Xu tutto sommato chiede le stesse cose che Xi Jinping promette»; e lei: «Credo che il presidente sia sincero quando dice che vuole sradicare la corruzione...». Lo schermo è diventato nero, perché la censura taglia, senza capire.

 

 

XU ZHIYONG DISSIDENTE CINESE VIGNETTA DI GIANNELLI RIFORMAO CINA RIFORME UNA DONNA TIBETANA PROTESTA NELLA PROVINCIA DI GANSU IN CINA CINA FIERA DEL SESSO DI GUAANGZHOU XU ZHIYONG DISSIDENTE CINESE cina CINA article AFA DC DC x

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…