santiago abascal giorgia meloni atreju

DOPO IL VOTO DELLE EUROPEE, CON IL VOTO A MAGGIORANZA, TUTTI I MELONI ARRIVERANNO AL PETTINE - DOPO PRODI, ANCHE MATTARELLA AUSPICA LA FINE DELLA REGOLA DELL’UNANIMITÀ, CHE PERMETTE AI LEADER SOVRANISTI COME ORBAN E CAMALEONTI COME MELONI DI METTERE SOTTO SCACCO L’INTERA UNIONE EUROPEA – IL PIANO DI MACRON E SCHOLZ PER NEUTRALIZZARE IL POTERE DEI SOVRANISTI: MODIFICARE I TRATTATI E PERMETTERE LE DECISIONI A MAGGIORANZA. E I "NO" DELLA DUCETTA FINIRANNO NEL CESTINO - SE INVECE MELONI DECIDERA' DI VOTARE LA "MAGGIORANZA URSULA", DOVRA' USCIRE DAL GRUPPO DEI CONSERVATORI, PERCHE' E' CHIARO CHE GLI SPAGNOLI E I POLACCHI NON VOTERANNO MAI UNA COMMISSIONE EUROPEI GOVERNATA DA SOCIALISTI, LIBERALI E POPOLARI...

sergio mattarella emmanuel macron al louvre di parigi

MATTARELLA, IN EUROPA SERVE IL VOTO A MAGGIORANZA

(ANSA) - "Allargamento e approfondimento dei meccanismi di integrazione economica e politica sono due aspetti strettamente connessi. Perché l'Unione Europea possa svolgere un ruolo rilevante a livello interno ed internazionale, essi debbono procedere di pari passo.

 

Una esigenza, questa, che dovrebbe indurci ad un sempre maggiore ricorso al voto a maggioranza". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando alla Conferenza degli ambasciatori in corso alla Farnesina.

GIORGIA MELONI VIKTOR ORBAN

 

“BASTA UNANIMITÀ NELL’UE” IL PIANO SCHOLZ-MACRON PER DISARMARE I SOVRANISTI

Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

 

Disarmare giuridicamente i sovranisti. E in particolare l’ungherese Viktor Orbán. Che ormai rappresenta una mina costantemente pronta a esplodere nel cuore dell’Ue e nel percorso di integrazione europea.

 

Il patto tra il francese Macron e il tedesco Scholz è questo. Siglato nei giorni precedenti l’ultimo Consiglio europeo. Nella previsione che l’Ungheria avrebbe fatto fuoco e fiamme – come poi è avvenuto – contro l’Ucraina e contro l’allargamento dell’Unione, i due hanno concordato che a questo punto la riforma dei Trattati europei, in particolare sulla regola del voto all’unanimità, va realizzata. Entro tre anni.

MACRON SCHOLZ

 

Trasformando la prossima in una sorta di “legislatura costituente”. La Governance europea va resa più agile ed efficiente. Ne va del futuro dell’Ue. Soprattutto nel caso di un ampliamento del numero degli aderenti. È infatti difficile concordare le scelte con 27 membri, figuriamoci con 30 o 35.

 

Ma il punto è che Francia e Germania, le “locomotive politiche” dell’Unione, hanno stretto un patto per impedire il ripetersi delle situazioni di stallo vissute l’altro ieri al Consiglio europeo. E stanno fondando la loro azione su un voto già espresso dal Parlamento europeo.

 

SERGIO MATTARELLA EMMANUEL MACRON E GIOCONDA MELONI - MEME

Il 22 novembre scorso, infatti, nel corso della sessione plenaria a Strasburgo è stata approvata una risoluzione in cui si richiede la modifica dei Trattati. Con l’introduzione del voto a maggioranza qualificata su quasi tutte le materie, assegnando all’Eurocamera un pieno diritto di iniziativa legislativa e rivedendo anche la composizione della Commissione, che non potrà più essere formata da un commissario per ogni Paese membro. […]

giorgia meloni santiago abascal - atreju

 

Avviare questo percorso, però, non è semplice. Tutto si basa su un articolo del Trattato sull’Unione europea: il numero 48. Il voto in Parlamento consente di sottoporre le proposte al Consiglio europeo. Già oggi in occasione del Consiglio dei ministri Ue dell’Ambiente ci potrebbe essere il primo incardinamento procedurale. Al momento all’ordine del giorno di questa riunione […] figura proprio «Il futuro dell’Europa: proposta del Parlamento europeo a norma dell’art. 48, par. 2, TUE».

viktor orban e vladimir putin

 

Questo passaggio consentirebbe se ratificato - di avviare la procedura con «Presentazione al Consiglio europeo e notifica ai Parlamenti nazionali ». A quel punto toccherebbe al vertice di capi di stato di governo presumibilmente a marzo - decidere di esaminare le proposte e in caso convocare una Convenzione composta da rappresentanti dei parlamenti nazionali, dei capi di Stato o di governo degli Stati membri, del Parlamento e della Commissione.  Successivamente spetterebbe a una Conferenza intergovernativa […] l’approvazione finale. Tempi lunghi, appunto. […]

 

mario draghi olaf scholz emmanuel macron sul treno per kiev

Il patto Macron-Scholz prevede che il primo step sia fissato al summit di marzo. Nei giorni scorsi sembrava potesse essere calendarizzato già alla riunione di tre giorni fa, ma vista la complessità delle scelte già in programma si è preferito suggerire alla presidenza del consiglio europeo di rimandare l’appuntamento al prossimo vertice. Il calendario comunque prevede che tutto si chiuda entro il 2028. Prima dei nuovi ingressi dell’Unione e prima delle successive elezioni europee.

 

mario draghi abbraccia emmanuel macron

L’obiettivo resta quello di […] Evitare che Orbán o un altro come lui paralizzi l’Unione. Magari in combutta con Vladimir Putin. Quindi, via l’unanimità da tutte le materie – a partire da Esteri, Difesa e Fisco - , tranne che sull’allargamento dell’Unione.

 

[…] per una “rivoluzione” di questo tipo servono impegno e determinazione. E probabilmente anche leadership. Per i prossimi anni l’autorevolezza delle Istituzioni europee sarà fondamentale. Così come quella di chi le guiderà. Forse anche per questo è iniziato a circolare il nome di Mario Draghi.

giorgia meloni bacia santiago abascal 2 giorgia meloni bacia santiago abascal atreju SAMANTHA VOX - MEME BY EMILIANO CARLI

MACRON E SCHOLZMACRON MATTARELLA

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI, IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO, COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025...

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO