IN FANGO VERITAS? - “LIBERO” E “IL GIORNALE” ESULTANO: FINALMENTE C’È LA PROVA DEL PATTO TRA FINI E IL PD PER MANDARE A CASA IL BANANA - “UN DISEGNO (SACRIFICARE EMMA BONINO ALLE REGIONALI 2010) CHE ARRIVA FINO A MONTI SVELATO IN UN CONVEGNO A PISA DA CONCITA DE GREGORIO” - CONCITA REPLICA (AMMETTENDO): “IPOCRISIA. LA SITUAZIONE ERA LAMPANTE E NE SCRISSI. SE AVESSI DENUNCIATO TUTTO AVREI FATTO UN DANNO ENORME ALLA BONINO, DANDO LA STURA AI COMMENTI VOLGARI E ENTUSIASTICI CHE LEGGETE OGGI”...

1 - C'È LA PROVA: PATTO FINI-PD PER ROVESCIARE IL GOVERNO
Massimo De' Manzoni per "Libero"

Che tra il compagno Fini e il compagno Bersani ci fosse un patto per far fuori Berlusconi e dare vita a un'alleanza che li portasse al potere in barba al voto popolare non solo l'abbiamo sempre sospettato, ma l'abbiamo scritto più volte. Beccandoci ovviamente vagonate di democratici insulti, il più classico dei quali era: «siete la macchina del fango». Noi eravamo i complottisti.

Anzi, peggio: servi disposti a pubblicare qualsiasi menzogna pur di attaccare i nemici del padrone. Gentaglia che non capiva come quello di Gianfri fosse sincero (quantunque improvviso e insospettabile) anelito democratico, autentico desiderio di dibattito interno al Pdl. O meglio: lo comprendeva benissimo, ma lo negava per bieco interesse o pura malvagità. Bene, oggi ci viene restituito l'onore. E da una fonte insospettabile: la snobbissima, sinistrissima e monda della più piccola macchiolina di mota Concita De Gregorio, già direttore dell'Unità e attuale inviato di lusso di Repubblica. La quale, proprio in veste di ex numero uno dell'organo ufficiale del Pd, è venuta nel 2010 a sapere alcune interessantissime cosucce che sabato ha spifferato a un convegno di studenti e indignati a Pisa.

In breve: Concita ha detto che il Pd lavorò per perdere le elezioni regionali in Lazio e che lo fece per favorire la candidata di Fini, Renata Polverini, in modo da rafforzare lo stesso Fini nella sua battaglia nel Pdl. Lo scopo era giungere alla scissione nel partito di Berlusconi e alla nascita del Terzo polo, con il quale il Pd si sarebbe alleato per entrare nella stanza dei bottoni senza passare dall'urna. Obiettivo, va detto, pienamente raggiunto.

Tutto ciò fu svelato con un sorrisetto di compatimento all'incredula De Gregorio da un «altissimissimissimo» dirigente democrat. Il quale, alla sensata obiezione della direttora («Ma i nostri elettori che cosa penseranno del fatto che l'obiettivo intermedio del partito è perdere le elezioni e quello finale è allearsi con Fini?») rispose ispirato: «Non saremo noi in prima persona a portare in porto la faccenda, ci penserà la crisi economica».

Parole, queste ultime, che fanno sostenere oggi a Concita come ci fosse un disegno preciso che ha condotto al governo Monti. Giuro: dice proprio così. C'è la registrazione. A un certo punto afferma addirittura che ci fu del dolo. Non parla di complotto perché non è chic. Ma insomma, il senso è quello: la sinistra ha agito in modo deliberato dietro le quinte e contro i suoi stessi candidati per arrivare al risultato odierno. Roba che neanche la macchina del fango a pieno regime. L'ex direttore dell'Unità aggiunge altri gustosi dettagli.

Per esempio che il ministro Giulio Tremonti «era dentro la partita da premier in pectore della nuova alleanza finché non ha avuto l'incidente Milanese». Che Bersani le assicurò, non si sa in base a quali approfonditi studi antropologici condotti tra una smacchiatura di giaguari e l'altra, che «chi manda le mail non va a votare».

E che «le proteste studentesche non vanno appoggiate perché i minorenni non votano e i maggiorenni sono strumentalizzati dai black bloc». Poi il segretario del Pd deve aver mutato idea, visto che rischiò l'infarto per arrampicarsi sui tetti in segno di solidarietà con gli studenti. Ma si sa: la coerenza è la virtù degli idioti.

Molte altre cose conosce la diva Concita dei «fratelli coltelli» della sinistra. E presto, ci auguriamo, le narrerà. Per ora ci accontentiamo della prova che Fini era un compagno (a sua insaputa?). Nell'attesa che Bocchino confessi finalmente, magari a un convegno di api regine, di aver sempre saputo che l'ex leader di An aveva fatto svendere al cognato la casa di Montecarlo di proprietà del partito. Sapete, la macchina del fango va servita fredda.

2 - LA REPLICA DELLA DE GREGORIO

Di seguito la replica che Concita De Gregorio ha fatto stamattina dai microfoni di Radio 3, per cui conduce la rassegna stampa "Prima pagina" di questa settimana:

"Sono stupefatta dei livelli di ipocrisia di certi giornali italiani. Intanto faccio una premessa: il convegno alla facoltà di Ingegneria di Pisa, sabato scorso, non aveva nulla di carbonaro. Vi hanno partecipato Adriano Sofri, Vendola, Formigli e io. C'erano un migliaio di ascoltatori, è stato trasmesso da tutte le radio e seguito dai cronisti locali. Questo per dire che i giornali che ne scrivono oggi sono in ritardo di tre giorni rispetto ai social network e alla rete in generale. Una considerazione che faccio ad uso di moltissimi colleghi... Quando ero all'Unità ho combattuto per il web perché credo sia il giornalismo del futuro.

Nel merito, non è la prima volta che parlo dell'argomento. L'ho fatto già allora, al giornale che dirigevo, scrivendo editoriali e cercando di contrastare quella politica che non condividevo. Carta canta, i miei editoriali, uno al giorno, sono tutti lì. Chi vuole li consulti. Ho sostenuto attivamente la campagna della Bonino e ho fatto la mia parte perché credevo nella sua candidatura e che potesse vincere. Quando è successo che in un circolo, un coordinatore romano del Pd ha minacciato le dimissioni per aver ricevuto un fax, a mio avviso per errore, in cui si diceva di non fare eccessivi sforzi, io, con questa carta in mano, andai a parlare con una persona qualificata a dare linea di partito. Non con Fioroni - non ho mai parlato con lui per avere indicazioni sulla linea di partito - ma con qualcuno molto più autorevole per spiegarmi cosa stesse succedendo.

Quando questo è successo sono tornata al giornale e ho deciso di fare la mia parte, sostenendo Emma Bonino. Se allora, in piena campagna, avessi denunciato una rottura all'interno della coalizione avrei fatto un danno enorme alla Bonino, dando stura ai commenti volgari e entusiastici che leggete oggi su Libero e Il Giornale, che non aspettavano altro. Avrebbero dedicato le prime pagine all'argomento così come fanno oggi e chissà tutto ciò quanto avrebbe nuociuto alla campagna di Emma Bonino nella quale io credevo.

Non faccio parte di quella schiera di persone che non vedono l'ora di dare addosso a questo o a quello. Non ho mai avuto nessuna intenzione negli anni all'Unità di fare un tipo di lavoro che potesse in nessun modo danneggiare il Pd. Ho fatto il contrario di quello che scrive oggi "Europa" in uno sciocco editoriale, mi sono messa dalla parte degli elettori cercando di contrastare quello che non condividevo, facendo il mio mestiere di giornalista. Se avessi fatto come i colleghi del "Fatto", di "Libero" o del "Giornale" e avessi denunciato che i democratici non erano completamente d'accordo, avrei fatto un danno alla campagna di Emma, al Pd e al quotidiano che dirigevo.

Detto questo, la situazione era lampante. La Bonino non fu candidata, si autocandidò. Sapeva perfettamente quali erano le perplessità. I fatti sono i fatti. Quando ne ebbi la conferma cercai di agire in modo da contrastare quella linea. Ora lo posso dire con grande tranquillità, ma sono cose che a chi di dovere ho detto all'epoca. I leader della destra si querelano vicendevolmente quando non sono d'accordo. Io, al contrario, credo che la politica si faccia con le opinioni e con il dibattito, opponendo ragioni a ragioni."

3 IL VIDEO - DE GREGORIO: "IL PD NEL LAZIO VOLEVA PERDERE LE ELEZIONI"
http://www.youtube.com/watch?v=HhBfw1nATJE

 

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