mattarella nordio mantovano

IN ITALIA LE LEGGI SI APPLICANO PER GLI AVVERSARI E SI INTERPRETANO PER GLI AMICI – IN UN CONVEGNO A PALERMO L’AFFONDO DEL SOTTOSEGRETARIO MANTOVANO DAVANTI A MATTARELLA: “I MAGISTRATI NON DEVONO CONDIVIDERE MA APPLICARE LE LEGGI”- IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA NORDIO SI SCAGLIA CONTRO “INAMMISSIBILI INTERPRETAZIONI ARBITRARIE O CREATIVE” DEI GIUDICI. A BREVE IL CSM, PRESIEDUTO DA MATTARELLA, DOVRÀ AFFRONTARE LA “PRATICA A TUTELA” DELLA MAGISTRATA IOLANDA APOSTOLICO. ED È PREVEDIBILE UN CONFRONTO ACCESO…

Giovanni Bianconi per il Corriere della Sera - Estratti

 

alfredo mantovano giorgia meloni

Vista da fuori, è sembrata quasi una manovra a tenaglia dispiegata davanti al capo dello Stato, che è anche presidente del Consiglio superiore della magistratura. Da un lato il sottosegretario a Palazzo Chigi Alfredo Mantovano — giudice, poi parlamentare della destra, di nuovo giudice e infine braccio della premier Giorgia Meloni — che ribadisce «la preminenza del ruolo del Parlamento e la soggezione del giudice alla legge, ai sensi della Costituzione»; e cita il martire dell’antimafia Rosario Livatino per dire che «al giudice non spetta un ruolo di avanguardia ideologica, a supplenza di una legge valutata come inadeguata»; né deve «condividere la norma che è chiamato ad applicare».

 

mattarella nordio

Difficile non pensare alla giudice di Catania Iolanda Apostolico, da due settimane sotto attacco del centrodestra per aver liberato dai centri di trattenimento alcuni tunisini richiedenti asilo e partecipato (cinque anni prima) a una manifestazione in favore dello sbarco dei profughi che l’allora ministro dell’Interno Salvini non voleva far scendere dalla nave.

 

Tanto più se dall’altro lato il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, di nomina leghista, spiega che «la credibilità del giudice passa dal grado di fedeltà alla lettera della legge, in grado di frenare ogni impulso creativo»; e che «ogni magistrato deve apparire, oltre che essere, imparziale, perché da ciò viene valutata la genuinità del giudizio». 

 

(...)

 

Il doppio richiamo va in scena a Palermo, al convegno organizzato dalla Corte dei conti su «Giustizia al servizio del Paese», alla presenza di Sergio Mattarella. E pare evidente che i rappresentanti del governo del Paese e dell’autogoverno dei magistrati, almeno nei passaggi chiave dei loro interventi, pensano a Catania e ai verdetti che però non si limitano alla giudice Apostolico e si stanno estendendo ad altre toghe e altri tribunali.

giorgia meloni alfredo mantovano

 

A breve il Csm dovrà affrontare la «pratica a tutela» di Apostolico dagli attacchi politici sollecitata da tutti i consiglieri togati tranne quelli di Magistratura indipendente, la corrente «conservatrice» abituata a fare fronte comune con il blocco laico di centrodestra.

 

Ed è prevedibile un confronto acceso, anche alla luce delle posizioni espresse ieri. Tra cui quella del consigliere laico voluto dal Pd Roberto Romboli, che ha ricordato il «diritto-dovere» di disapplicare una legge se contrasta con il Diritto europeo: esattamente ciò che ha scritto la giudice Apostolico nella motivazione dei suoi provvedimenti. Puntualmente ignorata o travisata dalle accuse dei politici. Da giurista, Mantovano ha cambiato registro, dando dignità «dottrinale» a quegli attacchi: «Il potere-dovere di disapplicazione di una norma deve intendersi limitato ai soli casi di contrasto diretto e immediato tra i due precetti, tale da rivelarne la incompatibilità. Non può trasmodare in una revisione da parte dei giudici nazionali sulla base di incerte e opinabili interpretazioni della relazione tra le due fonti».

 

meloni mantovano

Pare un’anticipazione del ricorso — necessariamente tecnico — annunciato dal governo in Cassazione, l’unica sede dove si potrà stabilire se le liberazioni di migranti decise a Catania e altrove sono state legittime oppure no.

 

Dunque il confronto è destinato a proseguire in più sedi, ma i protagonisti hanno voluto fornire un assaggio sotto lo sguardo vigile di Mattarella. Attento più di ogni altro al rispetto delle regole, che prevedono anche concezioni difformi del ruolo del giudice (semplice «bocca» oppure «interprete» della legge). Tutte consentite finché non debordano in iniziative governative che possono essere — o anche solo apparire — lesive dell’autonomia e indipendenza dei magistrati. Per adesso l’ex pm e ministro della Giustizia Carlo Nordio pare averle escluse, e ieri a Palermo ha parlato prevalentemente d’altro. Non senza dirsi «ovviamente d’accordo», però, con Mantovano a proposito di «inammissibili interpretazioni arbitrarie o creative».

LA GIUDICE IOLANDA APOSTOLICO ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO SALVINI DEL 2018SECONDO VIDEO DI IOLANDA APOSTOLICO ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO SALVINI DEL 2018 giorgia meloni carlo nordio.

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