salvini toti

“TOTI DECIDA SE DA GRANDE VUOLE FARE IL LEADER NAZIONALE O IL PRESIDENTE DI REGIONE” – MATTEO SALVINI ATTACCA IL SUO EX AMICO GOVERNATORE: “LASCI LE DELEGHE SU SANITA' E BILANCIO, LA LIGURIA MERITA ASSESSORI A TEMPO PIENO” – TOTI RIBATTE: "SE ALLA LEGA NON VA PIÙ BENE L'ESPERIMENTO LIGURE FACCIANO CADERE IL CONSIGLIO REGIONALE, IO MI DIMETTO, E SI TORNA A VOTARE NELLA SECONDA METÀ DI MAGGIO"

Marco Imarisio per il "Corriere della Sera"

 

SALVINI TOTI 3

«Ci deve essere qualcosa nell'aria» dice un imprenditore da sempre abituato a fiutare il vento e poi decidere a quale indirizzo spedire i suoi voti. Quando la Liguria e le sue città erano un bastione del centrosinistra, le mura caddero non solo per consunzione ma soprattutto per via del cannibalismo interno alla coalizione.

 

Adesso che nel giro di un paio di tornate elettorali la regione un tempo rossa ha cambiato in modo netto colore e orientamento passando al centrodestra, la tendenza all'implosione rimane.

 

Giovanni Toti fa sua una immagine purtroppo di stretta attualità per vicende molto più delicate. Le guerre, anche in politica, sostiene il presidente della Regione, cominciano sempre da un incidente di confine. Da un pretesto. «Ma io non accetto questa logica da sotterfugio. Se alla Lega non va più bene l'esperimento ligure che dal 2015 è stato capace di portare il centrodestra su posizioni di governo e non di lotta fine a se stessa, meglio dirselo in faccia, senza allusioni e ripicche infantili. Facciano cadere il Consiglio regionale, io mi dimetto, e si torna a votare nella seconda metà di maggio, insieme alle elezioni amministrative».

SALVINI TOTI

 

Non è una minaccia, ma una possibilità concreta, tracciata con diagrammi e percentuali sul tovagliolo di un bar, che se non altro indicano la tentazione del ricorso alla prova di forza contro l'alleato riottoso. Perché se è vero che Fratelli d'Italia non ama la svolta centrista del presidente ligure e che Forza Italia attende istruzioni sul da farsi, questa sta diventando quasi una questione privata tra lui e la Lega, che non tollera più i suoi giudizi sferzanti sullo stato di salute del centrodestra.

 

«Toti vada a cena con chi vuole» ha attaccato ieri Matteo Salvini. «Ma il nostro futuro non passa da Mastella e Renzi». Fino a qui sono solo parole. Ma a forza di ripeterle, in Liguria stanno arrivando anche i fatti, con le singole alleanze messe in discussione. Edoardo Rixi, che non è solo il capo della Lega in Liguria ma una delle persone più vicine a Salvini, non tira indietro la gamba. «È lui che va ovunque a vantarsi di avere fatto esplodere il centrodestra nella partita del Quirinale. Vuole andare da solo e far cadere il suo governo? Faccia pure, noi non lo aiutiamo a suicidarsi. Ma decida anche cosa vuole fare da grande. O il leader nazionale, o il presidente di Regione. Così, fa male tutto. Perché la storia recente dimostra che i due ruoli sono incompatibili».

giovanni toti marco bucci edoardo rixi matteo salvini

 

A gentile richiesta, cita con una certa malizia le esperienze pregresse di Bobo Maroni, Roberto Formigoni e Nicola Zingaretti quando si trovarono a guidare partito e regione di appartenenza. L'alpinista Rixi, genovese, ex viceministro, considerato un duro, ha interrotto da mesi i suoi rapporti con l'alleato che considera ormai un avversario. O peggio, un traditore. «Siamo noi che l'abbiamo messo lì».

 

Toti invece rivendica l'indubbio successo della sua lista personale che due anni fa gli valse la riconferma. Fu in quei giorni che cominciò a sganciarsi dal canone sovranista seguito fino a quel momento. «Persone che hanno scritto con me il programma, che mi hanno implorato di assumere la delega alla Sanità durante la pandemia perché loro stessi non si ritenevano all'altezza del compito, adesso criticano il "loro" governo regionale.

matteo salvini giovanni toti

 

O ci credono, oppure così non si va avanti». Volano stracci, ma è tutta una catena di affetti che in teoria né Toti né Rixi potrebbero spezzare, per citare il compianto professor Sassaroli di Amici miei . A maggio si vota per il Comune di Genova, con Marco Bucci gran favorito per la riconferma. Il sindaco manager, molto preoccupato per la situazione, fu scelto cinque anni fa proprio da Rixi, e viene considerato di area leghista.

 

Al tempo stesso, intende ripresentarsi con un corredo di almeno tre liste civiche. La sua, quella di Toti e un'altra di stampo liberal riformista, insomma un invito all'area renzian-calendiana, che riproduce in modo fedele il progetto inviso alla Lega del presidente regionale, con il quale ha una intesa piuttosto forte. Cinque anni fa, La Spezia venne espugnata per la prima volta nella storia dal centrodestra con l'ex funzionario dell'Inail e segretario Cisl Pierluigi Peracchini, considerato una invenzione di Toti.

 

TOTI RIXI SALVINI

E la Lega, pur presente in giunta, ha già fatto sapere che «da quando gli impegni romani hanno la precedenza sul governo della Regione», l'attenzione alla più grande città del levante ligure è stata nulla, quindi si potrebbe anche cambiare candidato. Almeno a parole, il punto di non ritorno è già sparito dagli specchietti retrovisori. Sabato scorso gli alleati del centrodestra si sono visti a Genova per un vertice sulle candidature. Toti e gli esponenti della sua lista non sono stati invitati. Una settimana fa, mentre il presidente della Liguria interveniva a un talk show, la Lega ha abbandonato l'aula del Consiglio regionale in segno di protesta «contro la sua ennesima assenza», e il rifiuto di cedere le deleghe a Sanità e Bilancio. Ormai manca solo l'incidente di confine.

TOTI E SALVINI INSIEME A PRANZO A PORTOFINO

Ultimi Dagoreport

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…